Promemoria per la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) e, ovviamente, per i nostri lettori: sul palco (Roma, Piazza del Popolo, ore 15,30) oggi ci sarà pure Roberto Saviano. Manifesterà, anche lui, per ribadire “il diritto di sapere e il dovere di informare”. In tre parole: manifesterà contro Berlusconi. Ovvero, contro il presidente del Consiglio che metterebbe il bavaglio all’informazione. Roberto Saviano (bontà sua e dei suoi lettori) ha raggiunto la notorietà grazie a “Gomorra”, il romanzo che solo in Italia ha venduto 2,5 milioni di copie e che è presente nelle classifiche dei best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia eccetera eccetera. Da “Gomorra” sono anche stati tratti uno spettacolo teatrale e poi un film vincitore al Festival di Cannes del Gran Prix. Gomorra è stato pubblicato da Mondadori, ovvero da Berlusconi. Il manifestante Saviano è un uomo molto coerente. E non tiene presente un fatto: a chiudergli la bocca (in modo definitivo) vorrebbe essere la camorra, tant’è vero che lo scrittore vive sotto scorta. Ma lo scrittore protesta contro i presunti bavagli di Berlusconi. Saviano è coerente ed ha anche le idee chiare. Senza ironia: il giovanotto sa tutto della malavita organizzata e delle sue regole. Prima o poi bisognerebbe spiegargli tre o quattro cosette sulle regole della libertà di stampa. Promemoria numero 2 sempre a beneficio della Fnsi, sindacato unico dei giornalisti che nelle ultime ore ha più volte denunciato il «restringimento degli spazi per accedere alle notizie e alle fonti». Per inciso: la frase è un po’ contorta e di non semplice interpretazione. Può capitare, soprattutto se il sindacalese prevale sul giornalismo. Traduzione, con un pizzico di malignità: io ci sono. Non faccio molto, ma se non vado neppure in piazza qui rischio di scomparire. Il promemoria: Antonio Di Pietro e tutta l’Italia dei Valori (proprio tutta, così è scritto in un comunicato) saranno anche loro presenti. Motivazione, che è poi sempre la stessa: «Il governo Berlusconi vuole imbavagliare l’informazione». E chi c’era ieri su quasi tutte le prime pagine dei quotidiani italiani? Di Pietro, a tal punto imbavagliato che il suo show contro le norme sullo scudo fiscale ha fatto il giro del Paese, lo stesso Di Pietro che è fra i politici più intervistati, lo stesso che è passato alle cronache per tante iniziative e pure per le sue querele ai giornali. Lo stesso che oggi manifesterà anche perché Berlusconi ha fatto causa a Repubblica e all’Unità. Tonino può, Silvio no. E voi non chiedeteci perché: la manifestazione l’ha organizzata la Fnsi, mica noi. Promemoria numero 3: in piazza, ovviamente, ci saranno anche i tre giuristi - Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky - ideatori dell’appello di Repubblica a favore della libertà di informazione. A loro dire si starebbero negando diritti fondamentali. A beneficio della loro sapienza: da quando Berlusconi è al governo nessun giornale ha cambiato proprietario, nessun editore ha chiuso i battenti. Tutto come prima. Anzi: nel frattempo, in edicola sono comparse nuove testate, vicine al centrosinistra o alla sinistra radicale. E Santoro è ancora lì, in compagnia della D’Addario, che non è proprio una fan di Berlusconi. Un giurista poco informato è un giurista che non fa bene all’informazione, soprattutto se certe cose le racconta su un quotidiano. Promemoria numero 4: non sappiamo se Carlo De Benedetti sarà alla manifestazione. Quasi sicuramente no: lui preferisce la Svizzera, la piazza è roba per i suoi rappresentanti: direttori e vicedirettori e giornalisti vari. Però, visto che il capo è sempre lui, ieri non ha fatto mancare la sua voce. Voi penserete: visto il bavaglio berlusconiano, De Benedetti ha parlato e nessuno lo ha sentito. Dichiarazione presente su tutte le agenzie di stampa e su tutti i siti di attualità: «In Italia c’è un problema di limitazione delle libertà di informazione». Ovviamente, De Benedetti è proprio De Benedetti lo svizzero, l’editore di Repubblica, il quotidiano che ha organizzato la più grande campagna stampa contro un presidente del Consiglio che la storia della Repubblica ricordi. Ma De Benedetti non dice bugie: il suo guaio è che sta in Svizzera. Da lassù le cose sembrano sempre un po’ diverse. E lassù non arrivano le notizie italiane. Per esempio quella diffusa ieri pomeriggio dall’ufficio stampa del Tg4: Emilio Fede condurrà un’edizione speciale del telegiornale dedicata alla manifestazione. Dirette anche da parte di RaiNews24 (trasmette in tutto il mondo), Sky, Repubblica Tv e Youdem. Tanto per ribadire che la libertà di informazione è seriamente minacciata e che le tv censurano tutto ciò che è contro Berlusconi. Se De Benedetti ogni tanto si facesse un giretto in Italia sarebbe meglio. Promemoria numero 5: a Piazza del Popolo ci saranno, tra gli altri, Fausto Bertinotti, che anche grazie alle tv è diventato uno degli uomini più noti d’Italia, e l’attore Neri Marcorè, che deve buona parte della sua fama alla presa per i fondelli dell’allora ministro Maurizio Gasparri. C’è talmente poca libertà in questo Paese che un ministro in carica, per giunta ministro delle Telecomunicazioni, può essere rappresentato in tv come un perfetto imbecille senza che nulla accada. Presenti, oltre alle associazioni Arci e Acli, alla Cgil e alla Fim-Cisl, anche Dario Fo (quando lui parla tre quarti della stampa italiana si inchina), Teresa De Sio (superintervistata e superinvitata dappertutto) e Franco Siddi (è il segretario della Fnsi, non poteva mancare). Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, si farà vivo con un messaggio. Milena Gabanelli (che ha ottenuto dalla Rai la tutela legale per “Report”) ha annunciato la sua adesione. Presenta: il giornalista di Rai3 Andrea Vianello. Promemoria numero 6: non esiste. I primi 5 punti sono più che sufficienti per spiegare quanto surreale sarà la manifestazione di oggi. Ma tant’é: liberi di leggere e scrivere e anche di fantasticare e inventare. Il nostro è un Paese che non si fa mancare nulla.
sabato 3 ottobre 2009
Regime!
La piazzata rossa della disinformazione contro Silvio e per la libertà di stampa di Mattias Mainiero
Promemoria per la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) e, ovviamente, per i nostri lettori: sul palco (Roma, Piazza del Popolo, ore 15,30) oggi ci sarà pure Roberto Saviano. Manifesterà, anche lui, per ribadire “il diritto di sapere e il dovere di informare”. In tre parole: manifesterà contro Berlusconi. Ovvero, contro il presidente del Consiglio che metterebbe il bavaglio all’informazione. Roberto Saviano (bontà sua e dei suoi lettori) ha raggiunto la notorietà grazie a “Gomorra”, il romanzo che solo in Italia ha venduto 2,5 milioni di copie e che è presente nelle classifiche dei best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia eccetera eccetera. Da “Gomorra” sono anche stati tratti uno spettacolo teatrale e poi un film vincitore al Festival di Cannes del Gran Prix. Gomorra è stato pubblicato da Mondadori, ovvero da Berlusconi. Il manifestante Saviano è un uomo molto coerente. E non tiene presente un fatto: a chiudergli la bocca (in modo definitivo) vorrebbe essere la camorra, tant’è vero che lo scrittore vive sotto scorta. Ma lo scrittore protesta contro i presunti bavagli di Berlusconi. Saviano è coerente ed ha anche le idee chiare. Senza ironia: il giovanotto sa tutto della malavita organizzata e delle sue regole. Prima o poi bisognerebbe spiegargli tre o quattro cosette sulle regole della libertà di stampa. Promemoria numero 2 sempre a beneficio della Fnsi, sindacato unico dei giornalisti che nelle ultime ore ha più volte denunciato il «restringimento degli spazi per accedere alle notizie e alle fonti». Per inciso: la frase è un po’ contorta e di non semplice interpretazione. Può capitare, soprattutto se il sindacalese prevale sul giornalismo. Traduzione, con un pizzico di malignità: io ci sono. Non faccio molto, ma se non vado neppure in piazza qui rischio di scomparire. Il promemoria: Antonio Di Pietro e tutta l’Italia dei Valori (proprio tutta, così è scritto in un comunicato) saranno anche loro presenti. Motivazione, che è poi sempre la stessa: «Il governo Berlusconi vuole imbavagliare l’informazione». E chi c’era ieri su quasi tutte le prime pagine dei quotidiani italiani? Di Pietro, a tal punto imbavagliato che il suo show contro le norme sullo scudo fiscale ha fatto il giro del Paese, lo stesso Di Pietro che è fra i politici più intervistati, lo stesso che è passato alle cronache per tante iniziative e pure per le sue querele ai giornali. Lo stesso che oggi manifesterà anche perché Berlusconi ha fatto causa a Repubblica e all’Unità. Tonino può, Silvio no. E voi non chiedeteci perché: la manifestazione l’ha organizzata la Fnsi, mica noi. Promemoria numero 3: in piazza, ovviamente, ci saranno anche i tre giuristi - Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky - ideatori dell’appello di Repubblica a favore della libertà di informazione. A loro dire si starebbero negando diritti fondamentali. A beneficio della loro sapienza: da quando Berlusconi è al governo nessun giornale ha cambiato proprietario, nessun editore ha chiuso i battenti. Tutto come prima. Anzi: nel frattempo, in edicola sono comparse nuove testate, vicine al centrosinistra o alla sinistra radicale. E Santoro è ancora lì, in compagnia della D’Addario, che non è proprio una fan di Berlusconi. Un giurista poco informato è un giurista che non fa bene all’informazione, soprattutto se certe cose le racconta su un quotidiano. Promemoria numero 4: non sappiamo se Carlo De Benedetti sarà alla manifestazione. Quasi sicuramente no: lui preferisce la Svizzera, la piazza è roba per i suoi rappresentanti: direttori e vicedirettori e giornalisti vari. Però, visto che il capo è sempre lui, ieri non ha fatto mancare la sua voce. Voi penserete: visto il bavaglio berlusconiano, De Benedetti ha parlato e nessuno lo ha sentito. Dichiarazione presente su tutte le agenzie di stampa e su tutti i siti di attualità: «In Italia c’è un problema di limitazione delle libertà di informazione». Ovviamente, De Benedetti è proprio De Benedetti lo svizzero, l’editore di Repubblica, il quotidiano che ha organizzato la più grande campagna stampa contro un presidente del Consiglio che la storia della Repubblica ricordi. Ma De Benedetti non dice bugie: il suo guaio è che sta in Svizzera. Da lassù le cose sembrano sempre un po’ diverse. E lassù non arrivano le notizie italiane. Per esempio quella diffusa ieri pomeriggio dall’ufficio stampa del Tg4: Emilio Fede condurrà un’edizione speciale del telegiornale dedicata alla manifestazione. Dirette anche da parte di RaiNews24 (trasmette in tutto il mondo), Sky, Repubblica Tv e Youdem. Tanto per ribadire che la libertà di informazione è seriamente minacciata e che le tv censurano tutto ciò che è contro Berlusconi. Se De Benedetti ogni tanto si facesse un giretto in Italia sarebbe meglio. Promemoria numero 5: a Piazza del Popolo ci saranno, tra gli altri, Fausto Bertinotti, che anche grazie alle tv è diventato uno degli uomini più noti d’Italia, e l’attore Neri Marcorè, che deve buona parte della sua fama alla presa per i fondelli dell’allora ministro Maurizio Gasparri. C’è talmente poca libertà in questo Paese che un ministro in carica, per giunta ministro delle Telecomunicazioni, può essere rappresentato in tv come un perfetto imbecille senza che nulla accada. Presenti, oltre alle associazioni Arci e Acli, alla Cgil e alla Fim-Cisl, anche Dario Fo (quando lui parla tre quarti della stampa italiana si inchina), Teresa De Sio (superintervistata e superinvitata dappertutto) e Franco Siddi (è il segretario della Fnsi, non poteva mancare). Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, si farà vivo con un messaggio. Milena Gabanelli (che ha ottenuto dalla Rai la tutela legale per “Report”) ha annunciato la sua adesione. Presenta: il giornalista di Rai3 Andrea Vianello. Promemoria numero 6: non esiste. I primi 5 punti sono più che sufficienti per spiegare quanto surreale sarà la manifestazione di oggi. Ma tant’é: liberi di leggere e scrivere e anche di fantasticare e inventare. Il nostro è un Paese che non si fa mancare nulla.
Promemoria per la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) e, ovviamente, per i nostri lettori: sul palco (Roma, Piazza del Popolo, ore 15,30) oggi ci sarà pure Roberto Saviano. Manifesterà, anche lui, per ribadire “il diritto di sapere e il dovere di informare”. In tre parole: manifesterà contro Berlusconi. Ovvero, contro il presidente del Consiglio che metterebbe il bavaglio all’informazione. Roberto Saviano (bontà sua e dei suoi lettori) ha raggiunto la notorietà grazie a “Gomorra”, il romanzo che solo in Italia ha venduto 2,5 milioni di copie e che è presente nelle classifiche dei best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia eccetera eccetera. Da “Gomorra” sono anche stati tratti uno spettacolo teatrale e poi un film vincitore al Festival di Cannes del Gran Prix. Gomorra è stato pubblicato da Mondadori, ovvero da Berlusconi. Il manifestante Saviano è un uomo molto coerente. E non tiene presente un fatto: a chiudergli la bocca (in modo definitivo) vorrebbe essere la camorra, tant’è vero che lo scrittore vive sotto scorta. Ma lo scrittore protesta contro i presunti bavagli di Berlusconi. Saviano è coerente ed ha anche le idee chiare. Senza ironia: il giovanotto sa tutto della malavita organizzata e delle sue regole. Prima o poi bisognerebbe spiegargli tre o quattro cosette sulle regole della libertà di stampa. Promemoria numero 2 sempre a beneficio della Fnsi, sindacato unico dei giornalisti che nelle ultime ore ha più volte denunciato il «restringimento degli spazi per accedere alle notizie e alle fonti». Per inciso: la frase è un po’ contorta e di non semplice interpretazione. Può capitare, soprattutto se il sindacalese prevale sul giornalismo. Traduzione, con un pizzico di malignità: io ci sono. Non faccio molto, ma se non vado neppure in piazza qui rischio di scomparire. Il promemoria: Antonio Di Pietro e tutta l’Italia dei Valori (proprio tutta, così è scritto in un comunicato) saranno anche loro presenti. Motivazione, che è poi sempre la stessa: «Il governo Berlusconi vuole imbavagliare l’informazione». E chi c’era ieri su quasi tutte le prime pagine dei quotidiani italiani? Di Pietro, a tal punto imbavagliato che il suo show contro le norme sullo scudo fiscale ha fatto il giro del Paese, lo stesso Di Pietro che è fra i politici più intervistati, lo stesso che è passato alle cronache per tante iniziative e pure per le sue querele ai giornali. Lo stesso che oggi manifesterà anche perché Berlusconi ha fatto causa a Repubblica e all’Unità. Tonino può, Silvio no. E voi non chiedeteci perché: la manifestazione l’ha organizzata la Fnsi, mica noi. Promemoria numero 3: in piazza, ovviamente, ci saranno anche i tre giuristi - Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky - ideatori dell’appello di Repubblica a favore della libertà di informazione. A loro dire si starebbero negando diritti fondamentali. A beneficio della loro sapienza: da quando Berlusconi è al governo nessun giornale ha cambiato proprietario, nessun editore ha chiuso i battenti. Tutto come prima. Anzi: nel frattempo, in edicola sono comparse nuove testate, vicine al centrosinistra o alla sinistra radicale. E Santoro è ancora lì, in compagnia della D’Addario, che non è proprio una fan di Berlusconi. Un giurista poco informato è un giurista che non fa bene all’informazione, soprattutto se certe cose le racconta su un quotidiano. Promemoria numero 4: non sappiamo se Carlo De Benedetti sarà alla manifestazione. Quasi sicuramente no: lui preferisce la Svizzera, la piazza è roba per i suoi rappresentanti: direttori e vicedirettori e giornalisti vari. Però, visto che il capo è sempre lui, ieri non ha fatto mancare la sua voce. Voi penserete: visto il bavaglio berlusconiano, De Benedetti ha parlato e nessuno lo ha sentito. Dichiarazione presente su tutte le agenzie di stampa e su tutti i siti di attualità: «In Italia c’è un problema di limitazione delle libertà di informazione». Ovviamente, De Benedetti è proprio De Benedetti lo svizzero, l’editore di Repubblica, il quotidiano che ha organizzato la più grande campagna stampa contro un presidente del Consiglio che la storia della Repubblica ricordi. Ma De Benedetti non dice bugie: il suo guaio è che sta in Svizzera. Da lassù le cose sembrano sempre un po’ diverse. E lassù non arrivano le notizie italiane. Per esempio quella diffusa ieri pomeriggio dall’ufficio stampa del Tg4: Emilio Fede condurrà un’edizione speciale del telegiornale dedicata alla manifestazione. Dirette anche da parte di RaiNews24 (trasmette in tutto il mondo), Sky, Repubblica Tv e Youdem. Tanto per ribadire che la libertà di informazione è seriamente minacciata e che le tv censurano tutto ciò che è contro Berlusconi. Se De Benedetti ogni tanto si facesse un giretto in Italia sarebbe meglio. Promemoria numero 5: a Piazza del Popolo ci saranno, tra gli altri, Fausto Bertinotti, che anche grazie alle tv è diventato uno degli uomini più noti d’Italia, e l’attore Neri Marcorè, che deve buona parte della sua fama alla presa per i fondelli dell’allora ministro Maurizio Gasparri. C’è talmente poca libertà in questo Paese che un ministro in carica, per giunta ministro delle Telecomunicazioni, può essere rappresentato in tv come un perfetto imbecille senza che nulla accada. Presenti, oltre alle associazioni Arci e Acli, alla Cgil e alla Fim-Cisl, anche Dario Fo (quando lui parla tre quarti della stampa italiana si inchina), Teresa De Sio (superintervistata e superinvitata dappertutto) e Franco Siddi (è il segretario della Fnsi, non poteva mancare). Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, si farà vivo con un messaggio. Milena Gabanelli (che ha ottenuto dalla Rai la tutela legale per “Report”) ha annunciato la sua adesione. Presenta: il giornalista di Rai3 Andrea Vianello. Promemoria numero 6: non esiste. I primi 5 punti sono più che sufficienti per spiegare quanto surreale sarà la manifestazione di oggi. Ma tant’é: liberi di leggere e scrivere e anche di fantasticare e inventare. Il nostro è un Paese che non si fa mancare nulla.
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2 commenti:
Sinceramente mi ha stupito vederci pure Saviano (strano che manifesti per una roba del genere quando poi a pubblicarlo è stato lo stesso SB attraverso la Mondadori) per il resto niente di nuovo, i soliti velinari rossi che raccontano l' esatto contrario della verità: non esiste una limitazione della libertà di stampa, semplicemente non esiste una stampa libera..
personaacaso
Bhe, Saviano è un pò come Placido. Uno con mondadori, appunto e l'altro con medusa. Ma poco importa, fanno credere che hanno ragione loro. Resta una cosa ridicola comunque.
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