ROMA (6 ottobre) - Un'altra busta con un'altra pallottola è stata trovata nell'auto del giornalista Rai di Televideo Nello Rega, nel parcheggio di Saxa Rubra. Lo comunica in una nota l'Usigrai che afferma: «Oltre alla solidarietà personale, alle indagini delle forze dell'ordine e della magistratura, serve che tutta la Rai si stringa attorno al nostro collega per costruire quella scorta mediatica che gli esperti dicono come l'unico vero deterrente a questo tipo di minacce». Nello Rega, alla fine di settembre, aveva già ricevuto minacce di morte e proiettili dopo la pubblicazione del suo ultimo libro "Divisi e diversi" sulla convivenza tra cristiani e islamici. Nelle minacce, aveva spiegato Rega, «si parla di una sentenza di morte che sarà eseguita dagli sciiti libanesi di Hezbollah. In questo momento mi sento solo, senza un'adeguata protezione. Mi confortano gli attestati di solidarietà, ma lo Stato lo vedo distante, indifferente». «Chiediamo dunque - prosegue l'Usigrai - ai direttori dei telegiornali, delle reti, ai responsabili delle rubriche e delle trasmissioni di informazione di dare il massimo della visibilità possibile alla vicenda di Nello Rega. E' questa la "scorta mediatica" che può aiutarlo, più di ogni altra cosa, rispetto al clima di paura e di intimidazione in cui vuole farlo cadere chi lo minaccia di morte». «L'errore più grave per tutti i giornalisti del servizio pubblico - conclude la nota - e soprattutto di chi ha responsabilità direttive, sarebbe proprio quello di sottovalutare queste minacce e "archiviare" i rischi di Nello Rega come semplici incidenti del mestiere».
Nello Rega, giornalista minacciato dall'estremismo sciita. Il collega di Televideo intervistato da Libera Informazione dopo le minacce subite
Il collega del Televideo Rai, ha subito negli ultimi mesi una escalation di minacce culminate nell'invio di proiettili indirizzati alla sua persona. Ultimamente, complice l'uscita a fine mese del suo libro Diversi e divisi' (edizione Terra del Sole, 180 pagine) sulla convivenza tra cristiani e islamici", anche la copertina del volume, fotocopiata, è stata allegata alle pesanti minacce di morte per il giornalista. Rega ha viaggiato molto in Medio Oriente: ha una convivenza familiare lo ha portato a contatto con ambienti vicini all'estremismo sciita e ha deciso di raccontare questa esperienza nel libro di cui sopra. La risposta sono appunto le intimidazioni in cui si fa riferimento a Hezbollah. Sempre più pesanti e pressanti, sia a Roma, dove lavora, sia a Potenza dove risiede la sua famiglia. Ieri in una conferenza stampa il giornalista ha rivelato pubblicamente la sua situazione personale, raccogliendo diverse significative solidarietà prima fra tutte quella dell'Osservatorio Ossigeno, diretto dal giornalista Alberto Spampinato, che ha subito pubblicato una nota che ponga all'attenzione di tutti la difficile e seria vicenda di Rega. La redazione di Libera Informazione, fortemente sensibile a questi temi, porge la propria solidarietà al collega, raggiunto telefonicamente nella giornata di oggi.
Nello, quando sono iniziate le minacce? Già nei mesi scorsi ho iniziato a subire delle minacce, sotto forma di lettera, sia a Roma dove lavoro nella redazione di Televideo Rai, sia a Potenza dove ho ancora la mia famiglia. Nella fattispecie lettere sotto la porta, oppure nei parcheggi appoggiate alla mia macchina. Ultimamente c'è stata un'escalation che ha portato al recapito di una lettera con l'effigie di Nasrallah, segretario del movimento Hezbollah, e, in ultima battuta ai proiettili. I primi sono stati recapitati a Roma, due calibro 22, accompagnati da una sentenza di morte in nome di Allah; mentre sono di martedì scorso i due proiettili calibro 9 consegnati a Potenza, ma spediti da Roma.
Cosa ti spaventa di più di queste intimidazioni? La cosa molto grave è che sono sicuro che ci siano persono che mi seguono come dimostra il fatto che alcune minacce sono state recapitate sulla mia macchina mentre ero da amici a cena. A indicare che non sono solo le mie abitazioni presidiate, ma i miei spostamenti.
Dopo aver reso pubblica questa situazione, quali sono le misure cautelative attuate nei tuoi confronti? Devo purtroppo denunciare la poca protezione della mia persona. Ci sono inchieste, ma su Roma sono già tre i pm che hanno seguito la vicenda, senza che venissero attuate le dovute precauzioni, sebbene ci siano diversi indizi. Mi sento dunque abbandonato e senza la dovuta protezione. Capisco che mancano le risorse ma cosa devo fare, proteggermi da...
Ritieni che il libro da te scritto “Diversi e divisi”, sia stato alla base di questi attacchi? Le minacce sono partite prima dell'uscita del libro, probabilmente perché io conoscendo molto la situazione sono considerato informato sui fatti. Nelle ultime occasioni sono state ritrovate fotocopie della prima pagina del libro, scaricate da internet dove stiamo promuovendolo. Ritengo che da un paio di settimane, complice il libro, si sia alzato il tiro. Io di certo non mollerò, ma ammetto di aver paura. Vorrei una maggiore presenza dello Stato.
Come vivi questo momento, anche lavorativamente? Io, facendo il giornalista, viaggio per lavoro ovviamente e non ho protezione. Quando vado a Potenza avverto i Carabinieri del mio arrivo. Non voglio brutte sorprese, chiedo alle istituzioni una risposta concreta.
0 commenti:
Posta un commento