Arriva una nuova proposta della Lega destinata a far scaturire ancora polemiche. L'iniziativa è stata sottoscritta da tutto il gruppo parlamentare, un Pdl per così dire "anti-burqa". Il testo, depositato il 2 ottobre e per il quale il Carroccio auspica "tempi strettissimi", modifica la legge Reale del 1975 in materia di "tutela dell'ordine pubblico e identificabilità delle persone" che prevede il divieto di utilizzare "senza un giustificato motivo" caschi o qualsiasi altro tipo di oggetto o indumento che impedisca il riconoscimento della persona. La Lega, come è stato spiegato dal capogruppo Roberto Cota e dalle deputate del Carroccio Manuela Dal Lago e Carolina Lussana in una conferenza stampa, propone di togliere il "giustificato motivo" fonte, tra l'altro, di contenziosi tra sindaci e prefetti, e inserire tra gli oggetti che non possono essere utilizzati, in quanto impediscono di essere riconosciuti, "gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Cioè il burqa. Cota ha tenuto a sottolineare che si tratta esclusivamente "di una legge che serve a fare chiarezza". "Non siamo razzisti - sottolinea ancora Cota - non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti. La nostra proposta è assolutamente generale, come deve essere una legge". "Nessuno - sottolinea anche la Dal Lago - è contro la religione islamica. Il Corano, tra l'altro, non parla del burqa e anche l'imam del Cairo, che si è schierato contro il niqab ci dà ragione. Noi vogliamo solo dare un chiarimento affinché tutti siano riconoscibili nei luoghi pubblici". Mentre Carolina Lussana, esperta di giustizia del Carroccio, sottolinea come la dizione "senza giustificato motivo" della legge del 1975, sia stata causa di diversi contenziosi tra sindaci e prefetti. "Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini - chiarisce - per noi la priorità è la sicurezza". La proposta della Lega lascia invariate le sanzioni della legge del '75 prevedendo l'arresto da uno a due anni e l'ammenda da mille a duemila euro oltre che la possibilità dell'arresto in flagranza.
Lega, giro di vite contro il burqa: arresto e multa
Roma - Arresto in flagranza, reclusione fino a 2 anni e una multa fino a 2mila euro. Tanto rischierà chi "in ragione della propria affiliazione religiosa" indosserà in pubblico indumenti che rendono "impossibile o difficoltoso il riconoscimento", se sarà approvata la proposta di legge presentata alla Camera dal gruppo della Lega Nord. Il testo di fatto chiede di vietare l’uso di burqa e nijab, ma senza menzionarli esplicitamente come invece fa la proposta a firma Souad Sbai già all’esame della commissione Affari costituzionali.
Vietati burqa e nijab. Un aggiunta di tre righe alla legge del 1975 "in materia di tutela dell’ordine pubblico ed identificabilità delle persone", che vieta espressamente l’uso di "qualsiasi mezzo che non renda visibile l’intero volto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa". Se la proposta presentata oggi alla Camera dalla Lega dovesse diventare legge, chi indossasse in pubblico il burqa o il nijab rischierà l’arresto da uno a due anni. La legge in vigore vieta l’uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento, "senza giustificato motivo". Finora, "giustificato motivo" veniva considerata anche l’osservanza di tradizioni religiose. Proprio per questo la Lega propone l’eliminazione della clausola: "E' stata usata da diversi prefetti per annullare ordinanze fatte dai nostri sindaci" per vietare l’uso del burqa, spiega Carolina Lussana. Che a scanso d’equivoci chiarisce: "Tra la tutela della libertà religiosa e la tutela della sicurezza dei cittadini, per noi la priorità è la sicurezza". Fallita la via delle ordinanze dei sindaci, dunque, ora la Lega ci prova per via legislativa, e chiede "pari diritti per tutti i cittadini", sostiene Roberto Cota: "Non siamo razzisti, non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti. La nostra proposta è assolutamente generale, come deve essere una legge". Tanto generale che potrebbe essere a rischio il Carnevale? No, assicurano i leghisti, c’è "un regio Decreto del 1931" che chiarisce la questione.
Il Pd: "Norma incostituzionale". "E' una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa e sono del tutto strumentali i richiami all'ordine pubblico. La verità è che si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo". Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta la proposta di legge: "Come può una legge parlare di affiliazione religiosa? Le suore sarebbero affiliate? Ma stiamo scherzando? E poi: come si può pensare di modificare una cultura con una norma?". "L’unico effetto dell’entrata in vigore di questa legge - fa notare la Ferranti - sarebbe quello di segregare in casa le donne islamiche. È una legge cattiva contro gli immigrati, ma soprattutto è una legge razzista e una legge contro le donne".
7 commenti:
Evvai! Grande Lega! Spero che la proposta di modifica della legge Reale vada in porto alla faccia di chi protesterà...
Dai che adesso arrivano i paladini della giustizia del Pd...
Strano che il Kompagno Fini si sia fatto anticipare dal Pd sulla difesa dei suoi amichetti islamici...
Femministe..
Ieri propagandavano il sesso libero in tutte le salse ed oggi propagandano l' uso del burqa, quando sono caduti in basso..
personaacaso
@Personaacaso, certo che fanno davvero pena. Un tempo urlavano che l'utero era il loro e lo gestivano loro. Adesso gridano "il burqa è mio e me lo gestisco io"... si, quanto sono cadute in basso.
Non solo Elly, ma le hai forse sentite andare davanti agli stupratori rom della Carfarella a urlargli: "maschio maschietto te lo tagliamo netto"?
IO no.
Nessie, si scatenano solo quando gli stupratori sono italiani. Figuriamoci.
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