Bruxelles - La Ue apre alla poligamia del mondo islamico? La domanda è sorta ieri a Bruxelles dopo il varo da parte della commissione libertà civili dell'Europarlamento di una relazione in cui, oltre a richiamare la commissione Barroso a eliminare ogni ostacolo alla libera circolazione nei 27 Paesi soci, si esorta l'Europa a riconoscere i ricongiungimenti familiari alle coppie omosessuali e a mettere da parte «le posizioni contrarie al riconoscimento delle terze e quarte mogli». Che, in prima lettura, potrebbe esser interpretato solo come richiesta di non creare problemi ai pluriseparati, ma che in modo surrettizio potrebbe anche esser vagliato in futuro come un via libera alle consuetudini musulmane. È stata la romena Adina-Ioana Valean (liberale, Alde) a far passare alla quasi unanimità (solo 2 contrari e 2 astenuti) la richiesta con cui l'Europarlamento ha inteso rispondere ai 1.800 ricorsi, alle 40 interrogazioni, alle 33 petizioni, e alle 5 procedure d'infrazione che si sono susseguite sul tema. Secondo la deputata romena, la famosa direttiva sulla libertà di circolazione nella Ue di tutti i suoi cittadini non è «rispettata con coerenza» da tutti gli stati membri. Ciprioti, polacchi e sloveni non ritengono che un matrimonio tra persone dello stesso sesso costituisca una base per la libera circolazione. Gran Bretagna e Lituania chiedono un visto anche per i familiari che intendano operare il ricongiungimento, Spagna e Belgio forniscono carte d'identità specifiche per cittadini di altri Paesi, l'Italia (oltre alla normativa Bossi-Fini) prevede l'allontanamento di stranieri condannati per pene di 2 anni, 11 Stati membri hanno deciso di mantenere restrizioni nel mercato dell'impiego nei confronti di romeni e bulgari dopo l'ingresso dei due Paesi nella Ue. E, infine ma più importante, ogni Paese si regola in modo diverso per quel che concerne l'esistenza di «risorse sufficienti» citate nella direttiva comunitaria ed in base alla quale si può soggiornare per più di 3 mesi in uno degli Stati dell'Unione. Il francese Jacques Barrot, commissario a Libertà e Giustizia, aveva garantito che avrebbe trovato una soluzione ai problemi aperti, prima dell'estate. Di voler fornire le linee guida identiche per tutti entro qualche mese. Ma all'Europarlamento, forse perché si avverte ormai il vento della chiusura (a fine aprile, visto che si torna a votare il 12 maggio) hanno deciso invece di procedere comunque. E così lunedì sera, in sede di commissione, è stata approvata la relazione della Valean, in cui le maglie si sono allargate a dismisura. E così, oltre alla richiesta di eliminare tutta una serie di divieti posti dai singoli Stati all'accoglimento dei familiari - compresi i «motivi di pubblica sicurezza o di ordine pubblico» - si rileva la necessità che tutti e 27 i soci permettano libera circolazione a chi ha contratto un matrimonio gay e si reclama l'abbattimento delle remore «al riconoscimento di terze o quarte mogli». Roberta Angelilli, europarlamentare di An, è rimasta a quel punto sbigottita: «Perché quel richiamo? L'unica spiegazione possibile - annota - non può che riferirsi al mondo musulmano, dove un uomo può avere più di una moglie». È vero infatti che non sono pochi i Paesi che si insospettiscono davanti a una richiesta di ricongiungimento di un immigrato con una quarta moglie (dopo aver ottenuto magari l'ingresso delle tre precedenti, poi ripudiate), ma con i termini adottati, un immigrato dal Maghreb sul suolo francese, una volta ottenuta la nazionalità, potrebbe farsi raggiungere a Parigi tanto dalle sue mogli che dai loro figli. Così l'Angelilli, assieme a Borghezio, ha chiesto di presentare un parere di minoranza in cui ha contestato tanto l'invasione di campo della relatrice su materie come «diritto di famiglia, diritto penale e ordine pubblico» che a suo dire rientrano «nel merito delle materie di esclusiva pertinenza degli Stati membri» che l'accenno alla poligamia che, col varo della relazione da parte dell'aula, «porterebbe ad un suo riconoscimento indiretto». Ma alla fine del dibattito, in 41 hanno detto sì alla relazione Valean, contrari i soli Borghezio e Angelilli. E dunque sarà l'aula, tra qualche settimana, a dover decidere.
mercoledì 18 marzo 2009
Unione europea e poligamia
Ora l’Europa tutela anche la poligamia di Alessandro M. Caprettini
Bruxelles - La Ue apre alla poligamia del mondo islamico? La domanda è sorta ieri a Bruxelles dopo il varo da parte della commissione libertà civili dell'Europarlamento di una relazione in cui, oltre a richiamare la commissione Barroso a eliminare ogni ostacolo alla libera circolazione nei 27 Paesi soci, si esorta l'Europa a riconoscere i ricongiungimenti familiari alle coppie omosessuali e a mettere da parte «le posizioni contrarie al riconoscimento delle terze e quarte mogli». Che, in prima lettura, potrebbe esser interpretato solo come richiesta di non creare problemi ai pluriseparati, ma che in modo surrettizio potrebbe anche esser vagliato in futuro come un via libera alle consuetudini musulmane. È stata la romena Adina-Ioana Valean (liberale, Alde) a far passare alla quasi unanimità (solo 2 contrari e 2 astenuti) la richiesta con cui l'Europarlamento ha inteso rispondere ai 1.800 ricorsi, alle 40 interrogazioni, alle 33 petizioni, e alle 5 procedure d'infrazione che si sono susseguite sul tema. Secondo la deputata romena, la famosa direttiva sulla libertà di circolazione nella Ue di tutti i suoi cittadini non è «rispettata con coerenza» da tutti gli stati membri. Ciprioti, polacchi e sloveni non ritengono che un matrimonio tra persone dello stesso sesso costituisca una base per la libera circolazione. Gran Bretagna e Lituania chiedono un visto anche per i familiari che intendano operare il ricongiungimento, Spagna e Belgio forniscono carte d'identità specifiche per cittadini di altri Paesi, l'Italia (oltre alla normativa Bossi-Fini) prevede l'allontanamento di stranieri condannati per pene di 2 anni, 11 Stati membri hanno deciso di mantenere restrizioni nel mercato dell'impiego nei confronti di romeni e bulgari dopo l'ingresso dei due Paesi nella Ue. E, infine ma più importante, ogni Paese si regola in modo diverso per quel che concerne l'esistenza di «risorse sufficienti» citate nella direttiva comunitaria ed in base alla quale si può soggiornare per più di 3 mesi in uno degli Stati dell'Unione. Il francese Jacques Barrot, commissario a Libertà e Giustizia, aveva garantito che avrebbe trovato una soluzione ai problemi aperti, prima dell'estate. Di voler fornire le linee guida identiche per tutti entro qualche mese. Ma all'Europarlamento, forse perché si avverte ormai il vento della chiusura (a fine aprile, visto che si torna a votare il 12 maggio) hanno deciso invece di procedere comunque. E così lunedì sera, in sede di commissione, è stata approvata la relazione della Valean, in cui le maglie si sono allargate a dismisura. E così, oltre alla richiesta di eliminare tutta una serie di divieti posti dai singoli Stati all'accoglimento dei familiari - compresi i «motivi di pubblica sicurezza o di ordine pubblico» - si rileva la necessità che tutti e 27 i soci permettano libera circolazione a chi ha contratto un matrimonio gay e si reclama l'abbattimento delle remore «al riconoscimento di terze o quarte mogli». Roberta Angelilli, europarlamentare di An, è rimasta a quel punto sbigottita: «Perché quel richiamo? L'unica spiegazione possibile - annota - non può che riferirsi al mondo musulmano, dove un uomo può avere più di una moglie». È vero infatti che non sono pochi i Paesi che si insospettiscono davanti a una richiesta di ricongiungimento di un immigrato con una quarta moglie (dopo aver ottenuto magari l'ingresso delle tre precedenti, poi ripudiate), ma con i termini adottati, un immigrato dal Maghreb sul suolo francese, una volta ottenuta la nazionalità, potrebbe farsi raggiungere a Parigi tanto dalle sue mogli che dai loro figli. Così l'Angelilli, assieme a Borghezio, ha chiesto di presentare un parere di minoranza in cui ha contestato tanto l'invasione di campo della relatrice su materie come «diritto di famiglia, diritto penale e ordine pubblico» che a suo dire rientrano «nel merito delle materie di esclusiva pertinenza degli Stati membri» che l'accenno alla poligamia che, col varo della relazione da parte dell'aula, «porterebbe ad un suo riconoscimento indiretto». Ma alla fine del dibattito, in 41 hanno detto sì alla relazione Valean, contrari i soli Borghezio e Angelilli. E dunque sarà l'aula, tra qualche settimana, a dover decidere.
Bruxelles - La Ue apre alla poligamia del mondo islamico? La domanda è sorta ieri a Bruxelles dopo il varo da parte della commissione libertà civili dell'Europarlamento di una relazione in cui, oltre a richiamare la commissione Barroso a eliminare ogni ostacolo alla libera circolazione nei 27 Paesi soci, si esorta l'Europa a riconoscere i ricongiungimenti familiari alle coppie omosessuali e a mettere da parte «le posizioni contrarie al riconoscimento delle terze e quarte mogli». Che, in prima lettura, potrebbe esser interpretato solo come richiesta di non creare problemi ai pluriseparati, ma che in modo surrettizio potrebbe anche esser vagliato in futuro come un via libera alle consuetudini musulmane. È stata la romena Adina-Ioana Valean (liberale, Alde) a far passare alla quasi unanimità (solo 2 contrari e 2 astenuti) la richiesta con cui l'Europarlamento ha inteso rispondere ai 1.800 ricorsi, alle 40 interrogazioni, alle 33 petizioni, e alle 5 procedure d'infrazione che si sono susseguite sul tema. Secondo la deputata romena, la famosa direttiva sulla libertà di circolazione nella Ue di tutti i suoi cittadini non è «rispettata con coerenza» da tutti gli stati membri. Ciprioti, polacchi e sloveni non ritengono che un matrimonio tra persone dello stesso sesso costituisca una base per la libera circolazione. Gran Bretagna e Lituania chiedono un visto anche per i familiari che intendano operare il ricongiungimento, Spagna e Belgio forniscono carte d'identità specifiche per cittadini di altri Paesi, l'Italia (oltre alla normativa Bossi-Fini) prevede l'allontanamento di stranieri condannati per pene di 2 anni, 11 Stati membri hanno deciso di mantenere restrizioni nel mercato dell'impiego nei confronti di romeni e bulgari dopo l'ingresso dei due Paesi nella Ue. E, infine ma più importante, ogni Paese si regola in modo diverso per quel che concerne l'esistenza di «risorse sufficienti» citate nella direttiva comunitaria ed in base alla quale si può soggiornare per più di 3 mesi in uno degli Stati dell'Unione. Il francese Jacques Barrot, commissario a Libertà e Giustizia, aveva garantito che avrebbe trovato una soluzione ai problemi aperti, prima dell'estate. Di voler fornire le linee guida identiche per tutti entro qualche mese. Ma all'Europarlamento, forse perché si avverte ormai il vento della chiusura (a fine aprile, visto che si torna a votare il 12 maggio) hanno deciso invece di procedere comunque. E così lunedì sera, in sede di commissione, è stata approvata la relazione della Valean, in cui le maglie si sono allargate a dismisura. E così, oltre alla richiesta di eliminare tutta una serie di divieti posti dai singoli Stati all'accoglimento dei familiari - compresi i «motivi di pubblica sicurezza o di ordine pubblico» - si rileva la necessità che tutti e 27 i soci permettano libera circolazione a chi ha contratto un matrimonio gay e si reclama l'abbattimento delle remore «al riconoscimento di terze o quarte mogli». Roberta Angelilli, europarlamentare di An, è rimasta a quel punto sbigottita: «Perché quel richiamo? L'unica spiegazione possibile - annota - non può che riferirsi al mondo musulmano, dove un uomo può avere più di una moglie». È vero infatti che non sono pochi i Paesi che si insospettiscono davanti a una richiesta di ricongiungimento di un immigrato con una quarta moglie (dopo aver ottenuto magari l'ingresso delle tre precedenti, poi ripudiate), ma con i termini adottati, un immigrato dal Maghreb sul suolo francese, una volta ottenuta la nazionalità, potrebbe farsi raggiungere a Parigi tanto dalle sue mogli che dai loro figli. Così l'Angelilli, assieme a Borghezio, ha chiesto di presentare un parere di minoranza in cui ha contestato tanto l'invasione di campo della relatrice su materie come «diritto di famiglia, diritto penale e ordine pubblico» che a suo dire rientrano «nel merito delle materie di esclusiva pertinenza degli Stati membri» che l'accenno alla poligamia che, col varo della relazione da parte dell'aula, «porterebbe ad un suo riconoscimento indiretto». Ma alla fine del dibattito, in 41 hanno detto sì alla relazione Valean, contrari i soli Borghezio e Angelilli. E dunque sarà l'aula, tra qualche settimana, a dover decidere.
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3 commenti:
sinceramente, non sò cosa dire.. nel senso che se è una vera famiglia, dovrebbe applicarsi il ricongiungimento familiare, ma se negli stati europei non è ammessa la bigamia, allora quella non è una vera famiglia... bah!
Tutto questo mentre si parla (o meglio, si riparla) di adozione dei figli ai gay. Comincio a pensare seriamente che lungi dal contrastarsi, certe porcherie ultramoderniste insieme ad altre tribali e beduine, siano strettamente concomitanti e in relazione tra di loro. Entrambe mirano al caos e alla disgregazione.
OT: a proposito, per i blog e la regolamentazione circa la legge al Senato leggi qui, Elly: http://metilparaben.blogspot.com/2009/03/la-censura-di-internet.html
Attenzione che oltre al solito calabraghismo islamico, anche la norma che impedisce le espulsioni per "motivi di ordine pubblico" per i familiari dei comunitari è molto infida: il nostro pacchetto sicurezza prevede infatti quella condizione per espellere anche i romeni, e come sappiamo gli zingari sono tutti imparentati tra loro.
Se passa quella norma, non potremo più cacciare 1 nomade 1 dalla nostra terra.
E' importante a giugno che questa Commissione catto-comunista venga spazzata via... ci deve essere un chiaro successo delle forze nazionaliste e identitarie: impariamo dalla Carizia e dall'Irlanda del referendum!
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