MILANO - Xenofoba e razzista. È la brutta fotografia dell'Italia che emerge senza mezzi termini da un rapporto dell'Ilo (agenzia Onu per il lavoro). Il nostro dunque non è un Belpaese per gli stranieri. E in particolare per i rom. «Falso» replica il ministro degli Esteri Frattini, esprimendo l'«indignazione» dell'esecutivo ai responsabili dell'Ilo a Ginevra. Il ministro del Welfare Sacconi si affretta a dire che l'Italia è corretta nell'applicare le convenzioni per i Diritti umani e del lavoro e spiega che quello dell'Ilo non è un «atto ufficiale». Nessuno scandalo invece per la Caritas: «Da anni esprimiamo preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, e in modo particolare nel mondo del lavoro» ha commentato il responsabile immigrazione Oliviero Forti.
RETORICA AGGRESSIVA - A scatenare la bagarre le tre pagine, contenute nel rapporto dell'Organizzazione internazionale per il lavoro, che accusano Roma di discriminare gli immigrati chiedendo interventi a stretto giro per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela agli stranieri. Non mancano accuse ai leader politici, rei - si legge nel testo - di usare una «retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica». Il documento del Comitato - pubblicato il 6 marzo - spiega che il clima di intolleranza ha un impatto sugli standard minimi di protezione «dei diritti umani e del lavoro» nonché sui livelli di vita, ponendosi in contrasto con la convenzione 143 che regola la "Promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dall'Italia nel 1981.
«PAROLE INACCETTABILI» - Tutte affermazioni «false, non dimostrare con elementi concreti, da respingere al mittente», replica la Farnesina spiegando che Frattini, giudica «gravemente inaccettabili parole come intolleranza o discriminazione nei confronti degli immigrati». Sacconi avanza il dubbio che «le sollecitazioni siano pervenute dall'interno del Paese». «Il quadro non è quello rappresentato nel rapporto» ribadisce la Farnesina, sottolineando che l'Italia «rispetta e rispetterà le regole europee e internazionali come sempre è stato riconosciuto e confermato dal governo e da tutte le autorità responsabili». «Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attività di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare» aggiunge il ministero degli Esteri.
Diritti umani: vedi anche Cina, Paesi Arabi, Cuba, Tibet, Corea... Africa... TUTTI paesi che usano guanti bianchi e tappeti rossi, soprattutto per le loro stesse popolazioni.
3 commenti:
Un giorno magari qualcuna di queste anime belle comuniste ci spiegherà perchè il paese più fascista, intollerante, razzista e xenofobo dell'universo continua ad essere la meta preferita di tutti gli stranieri (Gibilterra è a 5 miglia dal Marocco, ma tutti i marocchini sbarcano a Lampedusa, che ne dista 40...)
Nonostante le leggi razziali del Fuhrer Maroni, i poveri migranti vessati da tutto questo razzismo, una volta entrati in Italia, non si schiodano più nemmeno con le cannonate.
Eppure le frontiere sono aperte anche in uscita...
Se le cose continuano così, c'è il rischio (ed è un maledettissimo rischio, al di là dell'appartenenza e della cultura politica) che il malumore popolare arrivi a sostenere veramente qualche carisma laborioso ma poco previdente! Io stesso, nei momenti di sfinimento, mastico a denti stretti il pensiero: "la soluzione è armi in pugno, quando il sole non guarda".
La grande marcia della notte dei roghi mi chiama: sussurra al mio orecchio perchè il mito si reincarni nella storia!
Il fascismo fu un moto di orgoglio del popolo italiano, memore di fresche promesse già tradite. Un turbine che spazzò via polvere e ruggine con lo slancio gagliardo e maschio della giovinezza. Ma, in preda all'eccitazione cieca di chi rinuncia al confronto, fu la causa della sua stessa rovina: affondando, portò con sè nell'abisso le energie, le forze e le speranze migliori del paese, lasciando solo ratti, larve e randagi.
Il desiderio del ritorno è speranza di riscatto, è energia potenziale, è orgoglio represso pronto a detonare. Ma ripetere l'esperienza autoritaria e violenta, dopo oltre mezzo secolo di democrazia, sarebbe un triste regresso.
Un triste regesso, si magari hai ragione. Però, quando assistiamo a scenari ben peggiori, altro che moto d'orgoglio. Il nostro futuro appartiene a noi e non al nuovo ordine mondiale multiculturale di Napolitano e compagnia bella.
Antikomunista, in effetti si, un governo nazista che nonostante tutto fa entrare cani e porci in casa sua.
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