L’opposizione al Burka ha visto un’altra sconfitta. Il ministero dell'Interno ha bocciato l'ordinanza anti-burka firmata dal sindaco leghista di Fermignano (Pesaro Urbino). Ma il primo cittadino non si scompone, e ha già chiesto ai carabinieri e alla polizia municipale di identificare ogni donna che dovesse indossare il velo integrale in pubblico, così come la legge autorizza a fare. "Il ministero – secondo quanto riferito dallo stesso Sindaco - ha bocciato il settimo punto dell'ordinanza, quello che vietava l'accesso a edifici scolastici e comunali, banche ed esercizi commerciali, e alle manifestazioni pubbliche, con indosso qualsivoglia copricapo, anche a carattere religioso, che copra il volto e renda difficoltoso il riconoscimento". "Me lo aspettavo – ha commentato il primo cittadino del paese marchigiano - perché la legge nazionale permette di indossare copricapi come il burka o l'hijab per motivi religiosi. E ovviamente la legge dello Stato prevale". Questa che potrebbe sembrare una accusa di clericalismo alla normativa italiana non è però esatta anche se la motivazione religiosa è stata accennata anche in una sentenza del Consiglio di Stato pur non costituendo la ragione del diniego al divieto. All’aspetto religioso si riferisce la prima parte della sentenza quando afferma che "è evidente che il burka non costituisce una maschera, ma un tradizionale capo di abbigliamento di alcune popolazioni, tuttora utilizzato anche con aspetti di pratica religiosa. Non pertinente è anche il richiamo alla legge che vieta l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. La ratio della norma, diretta alla tutela dell’ordine pubblico, è quella di evitare che l’utilizzo di caschi o di altri mezzi possa avvenire con la finalità di evitare il riconoscimento. Tuttavia, un divieto assoluto vi è solo in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Negli altri casi, l’utilizzo di mezzi potenzialmente idonei a rendere difficoltoso il riconoscimento è vietato solo se avviene “senza giustificato motivo”. Con riferimento al “velo che copre il volto”, o in particolare al burqa, si tratta di un utilizzo che generalmente non è diretto ad evitare il riconoscimento, ma costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture. In questa sede al giudice non spetta dare giudizi di merito sull’utilizzo del velo, né verificare se si tratti di un simbolo culturale, religioso, o di altra natura, né compete estendere la verifica alla spontaneità, o meno, di tale utilizzo. Ciò che rileva sotto il profilo giuridico è che non si è in presenza di un mezzo finalizzato a impedire senza giustificato motivo il riconoscimento. Il nostro ordinamento consente che una persona indossi il velo per motivi religiosi o culturali; le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall’obbligo per tali persone di sottoporsi all'identificazione e alla rimozione del velo, ove necessario a tal fine. Resta fermo che tale interpretazione non esclude che in determinati luoghi o da parte di specifici ordinamenti possano essere previste, anche in via amministrativa, regole comportamentali diverse incompatibili con il suddetto utilizzo, purché ovviamente trovino una ragionevole e legittima giustificazione sulla base di specifiche e settoriali esigenze". Forse adesso al Sindaco di Fermignano non resta che provare a reiterare il divieto, come ha fatto un suo collega per il burkini, giustificandolo col fatto che incute paura ai bambini, ma prima dovrà guardarsi bene allo specchio.
sabato 3 ottobre 2009
Magistratura...
Sulle ali della Lega opposizione al burka anche in centro Italia. Prefetto delle Marche contrario all'iniziativa del sindaco di Fermignano, sulla base della giurisprudenza del Consiglio di Stato
L’opposizione al Burka ha visto un’altra sconfitta. Il ministero dell'Interno ha bocciato l'ordinanza anti-burka firmata dal sindaco leghista di Fermignano (Pesaro Urbino). Ma il primo cittadino non si scompone, e ha già chiesto ai carabinieri e alla polizia municipale di identificare ogni donna che dovesse indossare il velo integrale in pubblico, così come la legge autorizza a fare. "Il ministero – secondo quanto riferito dallo stesso Sindaco - ha bocciato il settimo punto dell'ordinanza, quello che vietava l'accesso a edifici scolastici e comunali, banche ed esercizi commerciali, e alle manifestazioni pubbliche, con indosso qualsivoglia copricapo, anche a carattere religioso, che copra il volto e renda difficoltoso il riconoscimento". "Me lo aspettavo – ha commentato il primo cittadino del paese marchigiano - perché la legge nazionale permette di indossare copricapi come il burka o l'hijab per motivi religiosi. E ovviamente la legge dello Stato prevale". Questa che potrebbe sembrare una accusa di clericalismo alla normativa italiana non è però esatta anche se la motivazione religiosa è stata accennata anche in una sentenza del Consiglio di Stato pur non costituendo la ragione del diniego al divieto. All’aspetto religioso si riferisce la prima parte della sentenza quando afferma che "è evidente che il burka non costituisce una maschera, ma un tradizionale capo di abbigliamento di alcune popolazioni, tuttora utilizzato anche con aspetti di pratica religiosa. Non pertinente è anche il richiamo alla legge che vieta l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. La ratio della norma, diretta alla tutela dell’ordine pubblico, è quella di evitare che l’utilizzo di caschi o di altri mezzi possa avvenire con la finalità di evitare il riconoscimento. Tuttavia, un divieto assoluto vi è solo in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Negli altri casi, l’utilizzo di mezzi potenzialmente idonei a rendere difficoltoso il riconoscimento è vietato solo se avviene “senza giustificato motivo”. Con riferimento al “velo che copre il volto”, o in particolare al burqa, si tratta di un utilizzo che generalmente non è diretto ad evitare il riconoscimento, ma costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture. In questa sede al giudice non spetta dare giudizi di merito sull’utilizzo del velo, né verificare se si tratti di un simbolo culturale, religioso, o di altra natura, né compete estendere la verifica alla spontaneità, o meno, di tale utilizzo. Ciò che rileva sotto il profilo giuridico è che non si è in presenza di un mezzo finalizzato a impedire senza giustificato motivo il riconoscimento. Il nostro ordinamento consente che una persona indossi il velo per motivi religiosi o culturali; le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall’obbligo per tali persone di sottoporsi all'identificazione e alla rimozione del velo, ove necessario a tal fine. Resta fermo che tale interpretazione non esclude che in determinati luoghi o da parte di specifici ordinamenti possano essere previste, anche in via amministrativa, regole comportamentali diverse incompatibili con il suddetto utilizzo, purché ovviamente trovino una ragionevole e legittima giustificazione sulla base di specifiche e settoriali esigenze". Forse adesso al Sindaco di Fermignano non resta che provare a reiterare il divieto, come ha fatto un suo collega per il burkini, giustificandolo col fatto che incute paura ai bambini, ma prima dovrà guardarsi bene allo specchio.
L’opposizione al Burka ha visto un’altra sconfitta. Il ministero dell'Interno ha bocciato l'ordinanza anti-burka firmata dal sindaco leghista di Fermignano (Pesaro Urbino). Ma il primo cittadino non si scompone, e ha già chiesto ai carabinieri e alla polizia municipale di identificare ogni donna che dovesse indossare il velo integrale in pubblico, così come la legge autorizza a fare. "Il ministero – secondo quanto riferito dallo stesso Sindaco - ha bocciato il settimo punto dell'ordinanza, quello che vietava l'accesso a edifici scolastici e comunali, banche ed esercizi commerciali, e alle manifestazioni pubbliche, con indosso qualsivoglia copricapo, anche a carattere religioso, che copra il volto e renda difficoltoso il riconoscimento". "Me lo aspettavo – ha commentato il primo cittadino del paese marchigiano - perché la legge nazionale permette di indossare copricapi come il burka o l'hijab per motivi religiosi. E ovviamente la legge dello Stato prevale". Questa che potrebbe sembrare una accusa di clericalismo alla normativa italiana non è però esatta anche se la motivazione religiosa è stata accennata anche in una sentenza del Consiglio di Stato pur non costituendo la ragione del diniego al divieto. All’aspetto religioso si riferisce la prima parte della sentenza quando afferma che "è evidente che il burka non costituisce una maschera, ma un tradizionale capo di abbigliamento di alcune popolazioni, tuttora utilizzato anche con aspetti di pratica religiosa. Non pertinente è anche il richiamo alla legge che vieta l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. La ratio della norma, diretta alla tutela dell’ordine pubblico, è quella di evitare che l’utilizzo di caschi o di altri mezzi possa avvenire con la finalità di evitare il riconoscimento. Tuttavia, un divieto assoluto vi è solo in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Negli altri casi, l’utilizzo di mezzi potenzialmente idonei a rendere difficoltoso il riconoscimento è vietato solo se avviene “senza giustificato motivo”. Con riferimento al “velo che copre il volto”, o in particolare al burqa, si tratta di un utilizzo che generalmente non è diretto ad evitare il riconoscimento, ma costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture. In questa sede al giudice non spetta dare giudizi di merito sull’utilizzo del velo, né verificare se si tratti di un simbolo culturale, religioso, o di altra natura, né compete estendere la verifica alla spontaneità, o meno, di tale utilizzo. Ciò che rileva sotto il profilo giuridico è che non si è in presenza di un mezzo finalizzato a impedire senza giustificato motivo il riconoscimento. Il nostro ordinamento consente che una persona indossi il velo per motivi religiosi o culturali; le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall’obbligo per tali persone di sottoporsi all'identificazione e alla rimozione del velo, ove necessario a tal fine. Resta fermo che tale interpretazione non esclude che in determinati luoghi o da parte di specifici ordinamenti possano essere previste, anche in via amministrativa, regole comportamentali diverse incompatibili con il suddetto utilizzo, purché ovviamente trovino una ragionevole e legittima giustificazione sulla base di specifiche e settoriali esigenze". Forse adesso al Sindaco di Fermignano non resta che provare a reiterare il divieto, come ha fatto un suo collega per il burkini, giustificandolo col fatto che incute paura ai bambini, ma prima dovrà guardarsi bene allo specchio.
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11 commenti:
E difatti chissà perchè la lega in quel paese prende percentuali da valle bergamasca..
http://elezioni.interno.it/europee/euro090607/EI3110590140.htm
http://elezioni.interno.it/amministrative/amm090621/P0590140.htm
personaacaso
Te lo dico io perchè, perchè probabilmente taaanti marchigiani si sono rotti le balle di quelle luride amministrazioni rosse. L'anno scorso e quest'anno con le provinciali la lega nelle marche in effetti ha guadagnato parecchio.
Sono marchigiana. :)
"Sono marchigiana. :)"
Si?Di dove?E soprattutto hai votato lega? :)
personaacaso
Marche centro, provincia di fermo (che stupidamente abbiamo regalato al pd). E si ho votato Lega. Ma non sono stata l'unica.
"provincia di fermo (che stupidamente abbiamo regalato al pd)"
Che sfiga, proprio quando anche quella di macerata dopo 20 anni è passata al cdx, va bè consolati, anche io ho votato lega e il mio comune e la mia provincia (entrambi rossissimi) sono entrambi rimasti sotto il dominio rosso del partitone di sua maestà franceschini l' inutile + kompagni annessi e connessi..
personaacaso
Il fatto è che hanno voluto candidare la persona sbagliata. Ma è una storia un pò contorta. No, no, qui posso dirti che oltre alla provincia di macerata ci sono stati dei ribaltoni spettacolari. In favore del Pdl e la lega s'è rafforzata un bel pò. Ancona, il comune ad esempio Pdl e centrosinistra sono andati in ballottaggio. E anche se ha vinto di nuovo il centrosinistra, era la prima volta che sono andati in ballottaggio. Ascoli Piceno era rossa, ora non più. Ci sono stati grossi movimenti. Io spero solo che tengano. I rossi mica ci stanno un granchè a perdere.
"Ci sono stati grossi movimenti. Io spero solo che tengano. I rossi mica ci stanno un granchè a perdere."
Io penso più che altro che sia per via del fatto che il cdx in questo governo (a differenza degli altri precedenti, anche di quelli passati di berlusconi) sta riuscendo a mantenere quello che hanno promesso in campagna elettorale senza troppi rigiri di parole e soprattutto questa cosa è sotto gli occhi di tutti, per dire prendiamo un' esempio ancora più eclatante di Ancona:Prato!
Città rossissima di un rosso che fa male alla vista, ma la gente nonostante ne aveva piene le balle delle porcate commesse dai loro politici locali (dalla cinesizzazione della città all' illegalità diffusa passando per il completo abbandono delle industrie tessili e della gente che ci lavora) ogni volta che ti azzardavi a dirgli di votarsi qualcun' altro tiravano sempre fuori le solite frasi, robe del tipo "tanto sono tutti uguali","fanno tutti le stesse porcate" e roba simile, adesso secondo me hanno visto che così non è, tutte queste balle sono cadute e il comune non solo è andato per la prima volta ai ballottaggi come Ancona ma lo hanno anche perso:
http://elezioni.interno.it/amministrative/amm090621/C1000050.htm
E fidati che molta gente che conosco di lì ha votato per la prima volta qualcosa che non fosse schierata a sx, a mio parere questo "cambio" è dovuto alla caduta di molte barriere mentali, specialmente nelle nostre zone rosse..
personaacaso
Non sono cadute solo le barriere mentali. E' che la gente s'è resa conto che alla fin fine le sinistre si sono fatte i fatti propri senza mai migliorare di una virgola. E' stata finora solo propaganda e basta. Ci hanno riempito di extracomunitari, gli hanno regalato gli appartamenti e molti altri "privilegi", hanno lasciato indietro gli operai... hai voglia quanto è lungo l'elenco. Ancona è dura, è antifascita. L'ideologia lì è parecchio radicata grazie alle loro feste dell'unità. Ma già la giunta ha fatto il rimpasto. E il ballottaggio è stata già una vittoria di per se. Il candidato del pdl era molto meno conosciuto di quelli del centrosinistra.
"L'ideologia lì è parecchio radicata grazie alle loro feste dell'unità. Ma già la giunta ha fatto il rimpasto. E il ballottaggio è stata già una vittoria di per se. Il candidato del pdl era molto meno conosciuto di quelli del centrosinistra."
Ma guarda anche Prato era (è?) in quelle condizioni (ripeto, era un comune in mano alla sinistra comunista prima e post-comunista poi dal dopoguerra a ieri) si vede che il comune di Ancona non era arrivato a una tale malgestione come quello di prato (credimi la gente di lì ne aveva proprio le palle piene..)
Sulle feste dell' unità dalle mie parti ultimamente c'è sempre meno gente, tanto che l' unica (UNICA!) festa della lega che ci fu sempre in toscana fu subito usata dall' assessore alla (k)ultura regionale come scusa per attaccare il movimento in maniera del tutto gratuita:
http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/notiziari/rassegna_stampa/quotidiani_periodici/visualizza_asset.html_1898361049.html
Tanto per far notare come ultimamente siano repressi e schiumino di rabbia..
Per il resto è quasi normale che nelle regioni rosse i candidati di cdx siano meno conosciuti di chi governa quelle terre da sempre, è uno dei freni delle zone rosse purtroppo..
personaacaso
Ma figurati, Ancona è una cittadina bellissima, in teoria. Ma è in completo degrado e sta in mano anche a quei bravi ragazzi dei centri sociali di sinistra. Gli anconitani, come dice una mia amica, sono stupidi e ideologizzati fino al midollo. Ne passerà ancora di tempo prima di liberarsi da quella stupida ideologia rossa. E poi, la maggior parte della gente di sinistra, lì ad ancona, è, tanto per cambiare, gente con la villetta bifamiliare, la bella macchina e lo shopping nei negozi firmati.
A Ferrara c'è stato il ballottaggio dopo tanti anni, purtroppo ha vinto ancora la sinistra ed ora abbiamo un sindaco che, interrogato sul centro culturale islamico autorizzato all'insaputa degli abitanti drl quartiere, dice che autorizzare ub centro islamico è come autorizzare un circolo Arci, penso che per i ferraresi la misura non sia ancora colma se continuano a votare a sinistra.
A proposito la festa della lega,mez setembar frares, è stata organizzata in ua piazza accanto al Castello, in pieno centro
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