PARIGI - Pagare gli studenti perché vadano a scuola, incitarli finanziariamente a non "bucare" le lezioni nella speranza di far abbassare l'assenteismo scolastico nelle banlieues: da lunedì, tre istituti professionali della periferia parigina sperimenteranno un sistema già adottato dalla Gran Bretagna. Una scommessa che non piace a tutti e che divide il mondo politico e quello educativo, che da anni cercano invano la formula magica per evitare che i ragazzi delle famiglie più povere finiscano la loro carriera scolastica senza uno straccio di diploma. La scelta di Jean-Michel Blanquer, provveditore agli studi di Créteil, è infatti dettata da questo motivo: riportare sui banchi i ragazzi più sfavoriti. Che marinano allegramente le lezioni e finiscono per abbandonare rapidamente gli istituti professionali. Il che generalmente significa emarginazione, piccola delinquenza, povertà. Da una decina d'anni, i vari governi hanno maneggiato il bastone e la carota per tentare di arginare il fenomeno, passando dai biglietti di cinema per gli allievi migliori alla soppressione dei sussidi sociali versati ai genitori dei più assenteisti. Senza mai ottenere risultati degni di nota. Adesso, si tenta, in via sperimentale, la soluzione finanziaria. Concretamente, le sei classi prescelte in tre istituti professionali avranno una "cassa" di partenza, fittizia, di 2 mila euro. Ogni due mesi, il fondo potrà aumentare di altri 2 mila euro in funzione dell'assenteismo e della valutazione sulla ''vita di classe'' data dai professori. A giugno, ogni classe potrebbe avere, nel migliore dei casi, 10 mila euro. I ragazzi, tuttavia, non se li metteranno direttamente in tasca: i soldi guadagnati dovranno essere utilizzati per alcune attività collettive. Rivelata dal Parisien, l'iniziativa è stata confermata da un rappresentante del Alto commissariato ai giovani, che ha precisato: "Non siamo nella logica di una vincita individuale, ma di un progetto collettivo e per farlo funzionare occorre una solidarietà di gruppo. Il progetto che potrà essere finanziato a fine anno dev'essere educativo: un viaggio scolastico, la creazione di un'impresa o di un'associaaione, la ristrutturazione della classe, l'acquisto di materiale informatico, sportivo o culturale". Altri non escludono che i fondi possano essere utilizzati anche per pagare i corsi teorici di guida: "E' una domanda che viene dai ragazzi - dicono al provveditorato - perché la patente è indispensabile alla loro futura vita professionale. Finanziare questi corsi significa dimostrare che la scuola si preoccupa del loro avvenire". Se le cose andranno bene, l'idea sarà estesa a un'altra trentina di classi, per poi essere forse generalizzata nel paese. Questa forma di incentivi esiste già in Gran Bretagna, ma su basi diverse: gli incentivi sono versati a ogni ragazzo e non ci sono progetti collettivi. Nonostante questa differenza non trascurabile, sono in molti, specie a sinistra, a opporsi a questa idea: "Il ruolo della scuola non è quello di insegnare ai ragazzi come guadagnare soldi con tutti i mezzi", ha detto il presidente socialista della regione Ile-de-France. Tanto più, ha aggiunto, che se il sistema fosse esteso a tutte le 29 mila classi degli istituti professionali francesi costerebbe caro: fra i 28 e i 290 milioni. Alcuni educatori, dal canto loro, sostengono che la scuola deve saper sedurre gli studenti, offrire lezioni interessanti, e non quattrini, per spingerli a sedersi ogni mattina sui banchi.
venerdì 2 ottobre 2009
Francia
Tre istituti professionali della banlieue parigina offriranno incentivi in denaro per combattere l'abbandono scolastico nella fasce sociali più svantaggiate. E' polemica. Francia, studenti "pagati" per andare a scuola
PARIGI - Pagare gli studenti perché vadano a scuola, incitarli finanziariamente a non "bucare" le lezioni nella speranza di far abbassare l'assenteismo scolastico nelle banlieues: da lunedì, tre istituti professionali della periferia parigina sperimenteranno un sistema già adottato dalla Gran Bretagna. Una scommessa che non piace a tutti e che divide il mondo politico e quello educativo, che da anni cercano invano la formula magica per evitare che i ragazzi delle famiglie più povere finiscano la loro carriera scolastica senza uno straccio di diploma. La scelta di Jean-Michel Blanquer, provveditore agli studi di Créteil, è infatti dettata da questo motivo: riportare sui banchi i ragazzi più sfavoriti. Che marinano allegramente le lezioni e finiscono per abbandonare rapidamente gli istituti professionali. Il che generalmente significa emarginazione, piccola delinquenza, povertà. Da una decina d'anni, i vari governi hanno maneggiato il bastone e la carota per tentare di arginare il fenomeno, passando dai biglietti di cinema per gli allievi migliori alla soppressione dei sussidi sociali versati ai genitori dei più assenteisti. Senza mai ottenere risultati degni di nota. Adesso, si tenta, in via sperimentale, la soluzione finanziaria. Concretamente, le sei classi prescelte in tre istituti professionali avranno una "cassa" di partenza, fittizia, di 2 mila euro. Ogni due mesi, il fondo potrà aumentare di altri 2 mila euro in funzione dell'assenteismo e della valutazione sulla ''vita di classe'' data dai professori. A giugno, ogni classe potrebbe avere, nel migliore dei casi, 10 mila euro. I ragazzi, tuttavia, non se li metteranno direttamente in tasca: i soldi guadagnati dovranno essere utilizzati per alcune attività collettive. Rivelata dal Parisien, l'iniziativa è stata confermata da un rappresentante del Alto commissariato ai giovani, che ha precisato: "Non siamo nella logica di una vincita individuale, ma di un progetto collettivo e per farlo funzionare occorre una solidarietà di gruppo. Il progetto che potrà essere finanziato a fine anno dev'essere educativo: un viaggio scolastico, la creazione di un'impresa o di un'associaaione, la ristrutturazione della classe, l'acquisto di materiale informatico, sportivo o culturale". Altri non escludono che i fondi possano essere utilizzati anche per pagare i corsi teorici di guida: "E' una domanda che viene dai ragazzi - dicono al provveditorato - perché la patente è indispensabile alla loro futura vita professionale. Finanziare questi corsi significa dimostrare che la scuola si preoccupa del loro avvenire". Se le cose andranno bene, l'idea sarà estesa a un'altra trentina di classi, per poi essere forse generalizzata nel paese. Questa forma di incentivi esiste già in Gran Bretagna, ma su basi diverse: gli incentivi sono versati a ogni ragazzo e non ci sono progetti collettivi. Nonostante questa differenza non trascurabile, sono in molti, specie a sinistra, a opporsi a questa idea: "Il ruolo della scuola non è quello di insegnare ai ragazzi come guadagnare soldi con tutti i mezzi", ha detto il presidente socialista della regione Ile-de-France. Tanto più, ha aggiunto, che se il sistema fosse esteso a tutte le 29 mila classi degli istituti professionali francesi costerebbe caro: fra i 28 e i 290 milioni. Alcuni educatori, dal canto loro, sostengono che la scuola deve saper sedurre gli studenti, offrire lezioni interessanti, e non quattrini, per spingerli a sedersi ogni mattina sui banchi.
PARIGI - Pagare gli studenti perché vadano a scuola, incitarli finanziariamente a non "bucare" le lezioni nella speranza di far abbassare l'assenteismo scolastico nelle banlieues: da lunedì, tre istituti professionali della periferia parigina sperimenteranno un sistema già adottato dalla Gran Bretagna. Una scommessa che non piace a tutti e che divide il mondo politico e quello educativo, che da anni cercano invano la formula magica per evitare che i ragazzi delle famiglie più povere finiscano la loro carriera scolastica senza uno straccio di diploma. La scelta di Jean-Michel Blanquer, provveditore agli studi di Créteil, è infatti dettata da questo motivo: riportare sui banchi i ragazzi più sfavoriti. Che marinano allegramente le lezioni e finiscono per abbandonare rapidamente gli istituti professionali. Il che generalmente significa emarginazione, piccola delinquenza, povertà. Da una decina d'anni, i vari governi hanno maneggiato il bastone e la carota per tentare di arginare il fenomeno, passando dai biglietti di cinema per gli allievi migliori alla soppressione dei sussidi sociali versati ai genitori dei più assenteisti. Senza mai ottenere risultati degni di nota. Adesso, si tenta, in via sperimentale, la soluzione finanziaria. Concretamente, le sei classi prescelte in tre istituti professionali avranno una "cassa" di partenza, fittizia, di 2 mila euro. Ogni due mesi, il fondo potrà aumentare di altri 2 mila euro in funzione dell'assenteismo e della valutazione sulla ''vita di classe'' data dai professori. A giugno, ogni classe potrebbe avere, nel migliore dei casi, 10 mila euro. I ragazzi, tuttavia, non se li metteranno direttamente in tasca: i soldi guadagnati dovranno essere utilizzati per alcune attività collettive. Rivelata dal Parisien, l'iniziativa è stata confermata da un rappresentante del Alto commissariato ai giovani, che ha precisato: "Non siamo nella logica di una vincita individuale, ma di un progetto collettivo e per farlo funzionare occorre una solidarietà di gruppo. Il progetto che potrà essere finanziato a fine anno dev'essere educativo: un viaggio scolastico, la creazione di un'impresa o di un'associaaione, la ristrutturazione della classe, l'acquisto di materiale informatico, sportivo o culturale". Altri non escludono che i fondi possano essere utilizzati anche per pagare i corsi teorici di guida: "E' una domanda che viene dai ragazzi - dicono al provveditorato - perché la patente è indispensabile alla loro futura vita professionale. Finanziare questi corsi significa dimostrare che la scuola si preoccupa del loro avvenire". Se le cose andranno bene, l'idea sarà estesa a un'altra trentina di classi, per poi essere forse generalizzata nel paese. Questa forma di incentivi esiste già in Gran Bretagna, ma su basi diverse: gli incentivi sono versati a ogni ragazzo e non ci sono progetti collettivi. Nonostante questa differenza non trascurabile, sono in molti, specie a sinistra, a opporsi a questa idea: "Il ruolo della scuola non è quello di insegnare ai ragazzi come guadagnare soldi con tutti i mezzi", ha detto il presidente socialista della regione Ile-de-France. Tanto più, ha aggiunto, che se il sistema fosse esteso a tutte le 29 mila classi degli istituti professionali francesi costerebbe caro: fra i 28 e i 290 milioni. Alcuni educatori, dal canto loro, sostengono che la scuola deve saper sedurre gli studenti, offrire lezioni interessanti, e non quattrini, per spingerli a sedersi ogni mattina sui banchi.
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3 commenti:
Mi ricorda la scena di alcuni film - e a volte reali - in cui qualcuno "minaccia" di uccidersi. Magari con lo sciopero della fame e della sete per ricattare il prossimo o un governo a fare quello che vuole. La mia risposta sarebbe la stessa che diede la Thatcher ai terroristi irlandesi: fate pure. Dopo un po' smisero di usare quell'arma di ricatto. Se, poi, sono soldi privati, non metto becco. Ma se sono soldi pubblici ... spero che non prenda piede in Italia.
"Del resto, la tattica di «comprare» l’adesione all’Ue con regalie di ogni genere è ormai diventata prassi costante, in quanto è stata usata soprattutto per convincere gli Stati dell’Est, i più riottosi, dopo le terribili esperienze dell’impero sovietico, a perdere nuovamente la propria indipendenza" (dall'ultimo articolo di Ida Magli).
A proposito Elly, il link del suo ultimo pezzo lo avevi già postato anche tu nella tua rassegna di articoli.
Si Nessie ma aveva un titolo diverso. Poi mi è bastato leggere la prima riga. Io l'avevo preso dal giornale.
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