venerdì 2 ottobre 2009

Annozero

La puttana[ta] di Annozero. D'Addario star da Santoro di Mario Sechi

Letto su Repubblica, visto su Annozero. Impaginato da Ezio Mauro, montato da Michele Santoro. Stampato da De Benedetti, irradiato dalla Rai «controllata» da Berlusconi. Dopo la campagna estiva di carta, è arrivata quella autunnale in audio-video. E alla fine lo show del furbo Santoro c’è stato. Il Cavaliere nero non ha censurato un bel niente e la «puttanata» in diretta è andata in onda. Diciamolo subito, Santoro ripubblica Repubblica, la replica in tv. E lo fa bene, meglio del giornale-partito, perchè la trasmissione è a tesi, un trappolone mediatico costruito con perfidia catodica. La claque è come sempre fin troppo organizzata e descamisada (leggere per credere il pezzo di Francesco Borgonovo a pagina 2), ma la trasmissione non è monocorde e la tagliola scatterà pure, però si può dire che è scorretto tendere tranelli ed essere più convincenti del triangolo Santoro-Travaglio-D’Addario. Fin dalle prime battute si capisce che l’Aventino dei politici è un errore perchè la discussione tra Maurizio Belpietro, Norma Rangeri, Nicola Porro, Marco Travaglio, Maria Latella e lo stesso Santoro alla fine funziona e il pubblico si fa un’opinione libera e bella del fatto e del misfatto. Va in onda la celebrazione del santorismo, del suo giornalismo fazioso, cattivo, efficace. Dopo mezz’ora si collega da New York Carl Bernstein, autore dello scoop che costò il posto al presidente americano Richard Nixon. Così arriviamo al Watergate alla puttanesca e si passa dal sesso orale nello studio ovale, da Bill e Monica a Silvio e Noemi, Silvio e Patrizia. I democratici dalla protesi facile? Bravi ragazzi che si sono dimessi. Tocca a Belpietro ricordare il particolare che sono indagati e un tal Tedesco ha trovato riparo (e immunità) in Parlamento. La sceneggiatura di Santoro prevede di parlare poco dei compagni che sbagliano, giusto il tanto che basta per dire che la par condicio giudiziaria è salva. Poi compare lei, Patrizia D’Addario. Dopo aver calcato il red carpet del Festival del Cinema di Venezia può fare qualunque cosa. E la fa. E’ più di un quarto d’ora di celebrità, siamo al Paese intero con il fiato sospeso davanti a una prostituta, qualcuno la definisce apoteosi del postmoderno, ma la sociologia di massa qui non serve a spiegare e raccontare. Meglio volare basso. Sembra di sfogliare un Topolino per adulti, dove il commissario Basettoni è Santoroni che fa una retata di escort, le carica tutte sul cellulare di Annozero, poi accende telecamera e microfono per una pubblica confessione. Non è andata in video per diventare un’attrice (è andata al Lido, appunto) o per fare televisione (è in tv, appunto), lei aveva il progetto (edilizio), il piano (premeditato) e il registratore (acceso). «Non ero l’unica escort a Palazzo Grazioli», dice, angelica. Passo dopo passo giunge la «rivelazione»: «Berlusconi sapeva che ero un’escort». Bum. Sul finale Santoro assesta il colpo basso. Senza controprova nè replica del Cavaliere. Alla domanda di Belpietro «che lavoro fa? come vive?» Patty gela, svicola, s’infuria, ma non risponde. Silenzio. Domanda capitale. Tocca a Vauro, scorrono i titoli di coda. Rai, servizio pubblico, prima serata e poi seconda, fascia protetta e poi senza protezione. E vabbè chissenefrega delle regole e di tutto il resto. Michele fa cronaca e pazienza se è una cronica manifestazione di quel che non funziona a Viale Mazzini. Cerchiamo di essere chiari: il programma di Santoro funziona, eccome. Farà il botto degli ascolti, il pieno di pubblicità e passerà alla storia come una pietra miliare della televisione italiana che entra nella camera da letto della politica. Cose mai viste. E l’azienda? Meno che assente. Una lettera dell’ufficio legale avverte Santoro sui rischi della trasmissione. Decisioni? Nessuna. Quelle le prende sempre Michele. E decide di andare in onda. E’ la plastica immagine di cosa sia la Rai: un ottimo ufficio di collocamento dei partiti, di destra, di sinistra, di centro. E basta. Così appare ancor più paradossale la scomparsa dei politici dallo schermo di Santoro ieri sera mentre la più grande industria culturale del Paese veniva sputtanata da una puttanata.

Tuttavia, io ieri sera ho preferito vedermi QUESTO film uscito qualche mese fa MA mai programmato nelle sale cinematografiche. Un consiglio a chi passa da qui, cercatelo anche voi, guardatelo e vi renderete conto del perchè in italia è stato censurato.

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