sabato 19 settembre 2009

Sanaa

Rito islamico a Pordenone prima del trasferimento della salma in Marocco. Presente il giovane convivente Massimo De Biasio. Lo zio: "Sono qui per chiedere scusa". L'ultimo saluto a Sanaa, c'è il fidanzato. La madre della ragazza: "Con lui non parlo"

PORDENONE - E' la giornata dell'addio a Sanaa, la ragazza marocchina uccisa dal padre martedì sera a Montereale Valcellina (Pordenone). Un addio nel rispetto del rito islamico, iniziato questa mattina con il "lavaggio" della salma nella cella mortuaria dell'ospedale di Pordenone, dove si celebrerà il rito prima del trasferimento del feretro in Marocco. Presente la madre della giovane, che nei giorni scorsi aveva detto di aver perdonato il marito per quanto aveva fatto, preceduta poco prima della cerimonia dal fidanzato italiano della giovane, Massimo De Biasio, che invece accusa la famiglia della morte di Sanaa, con cui è voluto rimanere da solo per l'ultima volta. Per partecipare al rito funebre è arrivato anche lo zio della vittima che ha chiesto scusa "a tutti" per il gesto del fratello. "Non voglio parlare con il fidanzato di mia figlia. Con il suo comportamento ha rovinato la mia vita e la mia famiglia" ha detto Dafna Charuk, la madre di Sanaa, che ha fatto sapere di ritenere Massimo De Biasio responsabile di quanto successo. La ragazza, infatti, era andata a vivere con lui, cosa che avrebbe scatenato la furia omicida del padre. "Ha prevalso il cuore. Per questo sono qui" ha detto il fidanzato, che ieri aveva invece dichiarato di non voler "presenziare a nessuna delle loro attività religiose" secondo lui all'origine della tragedia. "Avevo detto che non sarei venuto ma alla fine il mio amore per Sanaa è stato più grande - ha aggiunto questa mattina - ecco perché sono qui. Non so se parteciperò a tutta la cerimonia. Vedremo. Per quanto mi riguarda dedicherò a Sanaa qualche cosa di simbolico qui in Italia, magari sulla strada che porta al monte Spia (dove la ragazza è stata uccisa, ndr), quella strada che farò tutti giorni per il resto della mia vita". "Il gip ha fatto bene a contestare le aggravanti al padre - ha poi aggiunto De Biasio, facendo riferimento alla decisione del giudice che ha confermato il fermo per il padre con l'aggravante di aver "agito con sevizia e crudeltà" - quell'uomo merita il massimo della pena". Mohammed Dafani, fratello di El Ketaoui, il padre assassino di Sanaa, ha invece chiesto scusa tentando in qualche modo di giustificare il folle gesto. "Mio fratello è malato - ha aggiunto - e ha perso la testa. La religione non c'entra nulla con quanto è successo", ha detto Mohammed, contestando la convinzione del giovane fidanzato e confermando che il corpo di Sanaa sarà trasportato appena possibile in Marocco, paese d'origine della famiglia. In segno di distensione l'imam di Pordenone, Mohammed Ouatik, ha dato il permesso "a quanti lo vogliano" di vedere la salma di Sanaa dopo il rito della purificazione, "a patto che nessuno la tocchi". L'imam ha poi commentato positivamente la presenza del fidanzato di Sanaa al rito funebre. "Significa che è una persona aperta al dialogo" ha detto, "il nostro obiettivo rimane quello dell'integrazione. Siamo scossi per quanto successo ovviamente e tutto questo non sarebbe successo se Dafani fosse venuto al centro islamico. Noi avremmo potuto parlare e avremmo risolto la questione". L'imam ha poi aggiunto che "la salma di Sanaa sarà rimpatriata appena possibile. Se le carte sono a posto anche in giornata".

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