martedì 22 settembre 2009

Contro la clandestinità

Francia, lotta dura ai clandestini. Smantellata la "giungla Calais"

Pure la Francia lotta contro i clandestini. La polizia francese ha cominciato infatti questa mattina le operazioni di sgombero e smantellamento della «giungla» di Calais, la vasta zona sabbiosa vicino al porto francese sulla Manica dove trovano rifugio centinaia di immigrati clandestini che tentano di raggiungere in modo irregolare la Gran Bretagna. Un'operazione, annunciata già da giorni dal ministro francese dell'emigrazione, Eric Besson, che è stata largamente criticata dalle organizzazioni umanitarie. Quasi un 'luogo-simbolo' dell'emergenza immigrazione, la «giungla» di Calais secondo il ministro Besson «è una base per i trafficanti di persone», ha detto oggi alla RTL poco dopo l'inizio delle operazioni di sgombero. Besson ha aggiunto che fino a ieri nel campo erano presenti circa 250 persone, all'annuncio dell'imminente smantellamento, il 16 settembre scorso, se ne contavano tra i 700 e gli 800, in gran parte giovani uomini afghani di etnia pashtun. Oggi, intanto, circa 150 tra gli occupanti del campo si sono radunati all'arrivo delle autorità e, in silenzio, hanno mostrato striscioni con scritte in inglese e pashtun: «Vogliamo l'asilo e la pace. La giungla è la nostra casa».

Sono almeno 278 le persone fermate. Francia, sgomberata la «giungla». Si tratta di un'area occupata, vicina a Calais, da immigrati che voglio attraversare la Manica

CALAIS
- Su uno striscione si legge: «We need shelter and protection» («Abbiamo bisogno di uno scudo e di protezione»). Su un altro: «The jungle is our home, please don't destroy it» («La giungla è la nostra casa per favore non distruggetela»). Appelli e speranze. Lacrime e resistenze. Perché alla fine la Giungla è stata sgomberata. Cioè quella striscia di terra vicino a Calais, in Francia, occupata dagli immigrati alla ricerca di una vita migliore. E che in molti casi, se non in tutti, è rappresentata da quel Paese al di là della Manica. L'Inghilterra. Ma la polizia d'oltralpe ha avuto il mandato di fare un giro di vite. Soprattutto contro quell'occupazione abusiva. E gli occupanti di quelle tende azzurre che in qualche maniera ricordano i campi profughi. Quasi 300 persone sono state fermate. Ammanettate e schedate. Di questi 132 sono minori.

IL GOVERNO- Lo sgombero è stato progettato, pensato, e alla fine eseguito. A tirare le fila il ministro dell'Immigrazione Eric Besson. È stato lui fin dalle prime ore del mattino a confermare l'operazione, già annunciata da diversi giorni. «È una base per i trafficanti di persone», ha spiegato. E se lunedì c'erano 250 clandestini, dopo meno 24 ore se ne contavano 278. Tutti fermati. E l'interrogativo è sempre lo stesso: «Ma noi dove andremo a vivere?». Gli agenti non rispondono. Spingono. Esortano. «Muovetevi, andiamo». Oltre a decine di camion della polizia, sul posto ci sono anche centinaia di volontari di associazioni umanitarie e di militanti dell’organizzazione «No Border». Anche loro hanno gli striscioni.

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