Roma - «Spero che Barroso e Buzek, il neopresidente dell’Europarlamento, se ne rendano conto: in gioco non c’è il governo italiano, come spera la sinistra, ma la credibilità stessa dell’Unione Europea. Perché un conto è esprimere critiche legittime, altro è cercare di demonizzare uno dei Paesi membri con false accuse, seguendo un canovaccio strumentale messo a punto da Italia dei valori e alleati. Se pensano di replicare l’attacco all’Austria di Heider hanno sbagliato indirizzo... ma soprattutto si devono rendere conto che questo potrebbe essere devastante per le istituzioni Ue». Non usa giri di parole Mario Mauro, già vice-presidente a Strasburgo e ora capogruppo del Popolo della libertà al Parlamento europeo, per confutare l’ennesimo attacco al governo Berlusconi che si tenta attraverso il dibattito sulla libertà di stampa nel nostro Paese messo in calendario per il 7 ottobre prossimo. Ritiene Mauro che il «giochino mostri ormai la corda». Lo scopo? Chiarissimo: quello di cercare di utilizzare l’articolo 7 dei trattati (libertà e democrazia negli Stati membri) «per costruire l’alibi con cui si tenterebbe di rimettere in discussione il risultato elettorale». Ma, segnala lui, occorre che si faccia attenzione. Molta attenzione. Il castello europeo rischia di crollare, data la crescente sfiducia di moltissimi europei nelle politiche di Bruxelles.Una minaccia, Mauro? «Una constatazione. Che deriva del resto da un esame delle cose: era il 16 luglio di quest’anno. Buzek era stato eletto alla presidenza da un paio d’ore che è partita la prima richiesta, a firma del Pd Crocetta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla mafia il cui scopo neanche troppo nascosto era mettere sotto accusa il nostro governo. Poco più tardi è stata la volta di Sonia Alfano, Italia dei Valori, a reclamare chiarimenti sulla sospensione del diritto penale nel nostro Paese e sul fatto che Berlusconi, assieme al ministro della Giustizia e ad altri, avesse incontrato a cena due giudici della Corte Suprema. Il bello è che si fa riferimento al presidente del Consiglio, ma non alle altre alte cariche - capo dello Stato e presidenti dei due rami del Parlamento - che sono coinvolti nella sospensione dell’azione legale per il tempo del loro mandato. E si dice che l’Italia è l’unico Paese a concedere tale immunità, il che non è vero...». Insomma è un attacco studiato a puntino con cui colpire il nostro governo... «È così ed è peggio di così. Ogni occasione diviene un pretesto buono per delegittimare un esecutivo liberamente eletto dal popolo. Il 3 settembre, si torna alla carica con la strage dei profughi nel Mediterraneo. Non si chiedono chiarimenti o indicazioni di come la Ue intenda affrontare la questione: sempre la Alfano vuole sapere “quali sono le responsabilità del governo italiano” nella tragedia. E per fortuna la presidenza di turno svedese fa sapere che da tempo Frattini ha sollevato il problema del reinsediamento dei profughi in tutti e 27 i Paesi membri». Certo, fa pensare l’attacco ripetuto e centrato solo sul ruolo del governo italiano... «È un gioco scoperto, cui alcuni stranieri si prestano volentieri anche per cercare di stoppare quello che il nostro esecutivo va facendo di questi tempi: gli accordi con la Libia e coi russi per Southstream, la difesa dei nostri interessi nazionali, l’allargamento dell’influenza nei Paesi arabi mediterranei... Di ragioni ce ne sono parecchie che inducono la sinistra europea a tener bordone all’Idv e a un Pd che gli arranca dietro per il terrore di esser scavalcato da Di Pietro. Ma proprio per questo le istituzioni dovrebbero ragionare. Non è in questo modo che si garantisce autentica democrazia in Europa: non è scandagliando la stampa italiana - dove si scrive di tutto - che si tasta la libertà di un Paese. Senza contare poi come paia buffo che coloro i quali accusano Berlusconi di non voler andare sotto giudizio, siano gli stessi che gli rimproverano di essersi rivolto alla magistratura per bloccare falsità e violenze con cui cercano di sbarazzarsi di lui». Se il buongiorno si vede dal mattino, non si può certo dire che all’Europarlamento sarà una legislatura costruttiva. No? «Pensavo l’altro giorno che, a 20 anni dalla caduta del muro, la sinistra riscopre la strategia leninista. Si punta al discredito per ottenere l’annichilimento dell’avversario né più né meno come si è fatto per tanti decenni in Urss. Ma lo sa che Schulz, nel suo incontro con Barroso, gli ha chiesto di ridurre al silenzio Berlusconi? Volevo replicare con durezza. Poi, ci ho ripensato: da quando guida i socialisti europei Schulz gli ha fatto perdere un 10%. Detto questo non è che davanti al proseguire dell’offensiva potremo continuare a rimanere zitti. Il voto è democrazia, non le accuse strumentali di chi vuole cambiarne l’esito!».
giovedì 24 settembre 2009
Neuroparlamento
"I trucchi dell’Europa per infangare l’Italia" di Alessandro M. Caprettini
Roma - «Spero che Barroso e Buzek, il neopresidente dell’Europarlamento, se ne rendano conto: in gioco non c’è il governo italiano, come spera la sinistra, ma la credibilità stessa dell’Unione Europea. Perché un conto è esprimere critiche legittime, altro è cercare di demonizzare uno dei Paesi membri con false accuse, seguendo un canovaccio strumentale messo a punto da Italia dei valori e alleati. Se pensano di replicare l’attacco all’Austria di Heider hanno sbagliato indirizzo... ma soprattutto si devono rendere conto che questo potrebbe essere devastante per le istituzioni Ue». Non usa giri di parole Mario Mauro, già vice-presidente a Strasburgo e ora capogruppo del Popolo della libertà al Parlamento europeo, per confutare l’ennesimo attacco al governo Berlusconi che si tenta attraverso il dibattito sulla libertà di stampa nel nostro Paese messo in calendario per il 7 ottobre prossimo. Ritiene Mauro che il «giochino mostri ormai la corda». Lo scopo? Chiarissimo: quello di cercare di utilizzare l’articolo 7 dei trattati (libertà e democrazia negli Stati membri) «per costruire l’alibi con cui si tenterebbe di rimettere in discussione il risultato elettorale». Ma, segnala lui, occorre che si faccia attenzione. Molta attenzione. Il castello europeo rischia di crollare, data la crescente sfiducia di moltissimi europei nelle politiche di Bruxelles.Una minaccia, Mauro? «Una constatazione. Che deriva del resto da un esame delle cose: era il 16 luglio di quest’anno. Buzek era stato eletto alla presidenza da un paio d’ore che è partita la prima richiesta, a firma del Pd Crocetta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla mafia il cui scopo neanche troppo nascosto era mettere sotto accusa il nostro governo. Poco più tardi è stata la volta di Sonia Alfano, Italia dei Valori, a reclamare chiarimenti sulla sospensione del diritto penale nel nostro Paese e sul fatto che Berlusconi, assieme al ministro della Giustizia e ad altri, avesse incontrato a cena due giudici della Corte Suprema. Il bello è che si fa riferimento al presidente del Consiglio, ma non alle altre alte cariche - capo dello Stato e presidenti dei due rami del Parlamento - che sono coinvolti nella sospensione dell’azione legale per il tempo del loro mandato. E si dice che l’Italia è l’unico Paese a concedere tale immunità, il che non è vero...». Insomma è un attacco studiato a puntino con cui colpire il nostro governo... «È così ed è peggio di così. Ogni occasione diviene un pretesto buono per delegittimare un esecutivo liberamente eletto dal popolo. Il 3 settembre, si torna alla carica con la strage dei profughi nel Mediterraneo. Non si chiedono chiarimenti o indicazioni di come la Ue intenda affrontare la questione: sempre la Alfano vuole sapere “quali sono le responsabilità del governo italiano” nella tragedia. E per fortuna la presidenza di turno svedese fa sapere che da tempo Frattini ha sollevato il problema del reinsediamento dei profughi in tutti e 27 i Paesi membri». Certo, fa pensare l’attacco ripetuto e centrato solo sul ruolo del governo italiano... «È un gioco scoperto, cui alcuni stranieri si prestano volentieri anche per cercare di stoppare quello che il nostro esecutivo va facendo di questi tempi: gli accordi con la Libia e coi russi per Southstream, la difesa dei nostri interessi nazionali, l’allargamento dell’influenza nei Paesi arabi mediterranei... Di ragioni ce ne sono parecchie che inducono la sinistra europea a tener bordone all’Idv e a un Pd che gli arranca dietro per il terrore di esser scavalcato da Di Pietro. Ma proprio per questo le istituzioni dovrebbero ragionare. Non è in questo modo che si garantisce autentica democrazia in Europa: non è scandagliando la stampa italiana - dove si scrive di tutto - che si tasta la libertà di un Paese. Senza contare poi come paia buffo che coloro i quali accusano Berlusconi di non voler andare sotto giudizio, siano gli stessi che gli rimproverano di essersi rivolto alla magistratura per bloccare falsità e violenze con cui cercano di sbarazzarsi di lui». Se il buongiorno si vede dal mattino, non si può certo dire che all’Europarlamento sarà una legislatura costruttiva. No? «Pensavo l’altro giorno che, a 20 anni dalla caduta del muro, la sinistra riscopre la strategia leninista. Si punta al discredito per ottenere l’annichilimento dell’avversario né più né meno come si è fatto per tanti decenni in Urss. Ma lo sa che Schulz, nel suo incontro con Barroso, gli ha chiesto di ridurre al silenzio Berlusconi? Volevo replicare con durezza. Poi, ci ho ripensato: da quando guida i socialisti europei Schulz gli ha fatto perdere un 10%. Detto questo non è che davanti al proseguire dell’offensiva potremo continuare a rimanere zitti. Il voto è democrazia, non le accuse strumentali di chi vuole cambiarne l’esito!».
Roma - «Spero che Barroso e Buzek, il neopresidente dell’Europarlamento, se ne rendano conto: in gioco non c’è il governo italiano, come spera la sinistra, ma la credibilità stessa dell’Unione Europea. Perché un conto è esprimere critiche legittime, altro è cercare di demonizzare uno dei Paesi membri con false accuse, seguendo un canovaccio strumentale messo a punto da Italia dei valori e alleati. Se pensano di replicare l’attacco all’Austria di Heider hanno sbagliato indirizzo... ma soprattutto si devono rendere conto che questo potrebbe essere devastante per le istituzioni Ue». Non usa giri di parole Mario Mauro, già vice-presidente a Strasburgo e ora capogruppo del Popolo della libertà al Parlamento europeo, per confutare l’ennesimo attacco al governo Berlusconi che si tenta attraverso il dibattito sulla libertà di stampa nel nostro Paese messo in calendario per il 7 ottobre prossimo. Ritiene Mauro che il «giochino mostri ormai la corda». Lo scopo? Chiarissimo: quello di cercare di utilizzare l’articolo 7 dei trattati (libertà e democrazia negli Stati membri) «per costruire l’alibi con cui si tenterebbe di rimettere in discussione il risultato elettorale». Ma, segnala lui, occorre che si faccia attenzione. Molta attenzione. Il castello europeo rischia di crollare, data la crescente sfiducia di moltissimi europei nelle politiche di Bruxelles.Una minaccia, Mauro? «Una constatazione. Che deriva del resto da un esame delle cose: era il 16 luglio di quest’anno. Buzek era stato eletto alla presidenza da un paio d’ore che è partita la prima richiesta, a firma del Pd Crocetta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla mafia il cui scopo neanche troppo nascosto era mettere sotto accusa il nostro governo. Poco più tardi è stata la volta di Sonia Alfano, Italia dei Valori, a reclamare chiarimenti sulla sospensione del diritto penale nel nostro Paese e sul fatto che Berlusconi, assieme al ministro della Giustizia e ad altri, avesse incontrato a cena due giudici della Corte Suprema. Il bello è che si fa riferimento al presidente del Consiglio, ma non alle altre alte cariche - capo dello Stato e presidenti dei due rami del Parlamento - che sono coinvolti nella sospensione dell’azione legale per il tempo del loro mandato. E si dice che l’Italia è l’unico Paese a concedere tale immunità, il che non è vero...». Insomma è un attacco studiato a puntino con cui colpire il nostro governo... «È così ed è peggio di così. Ogni occasione diviene un pretesto buono per delegittimare un esecutivo liberamente eletto dal popolo. Il 3 settembre, si torna alla carica con la strage dei profughi nel Mediterraneo. Non si chiedono chiarimenti o indicazioni di come la Ue intenda affrontare la questione: sempre la Alfano vuole sapere “quali sono le responsabilità del governo italiano” nella tragedia. E per fortuna la presidenza di turno svedese fa sapere che da tempo Frattini ha sollevato il problema del reinsediamento dei profughi in tutti e 27 i Paesi membri». Certo, fa pensare l’attacco ripetuto e centrato solo sul ruolo del governo italiano... «È un gioco scoperto, cui alcuni stranieri si prestano volentieri anche per cercare di stoppare quello che il nostro esecutivo va facendo di questi tempi: gli accordi con la Libia e coi russi per Southstream, la difesa dei nostri interessi nazionali, l’allargamento dell’influenza nei Paesi arabi mediterranei... Di ragioni ce ne sono parecchie che inducono la sinistra europea a tener bordone all’Idv e a un Pd che gli arranca dietro per il terrore di esser scavalcato da Di Pietro. Ma proprio per questo le istituzioni dovrebbero ragionare. Non è in questo modo che si garantisce autentica democrazia in Europa: non è scandagliando la stampa italiana - dove si scrive di tutto - che si tasta la libertà di un Paese. Senza contare poi come paia buffo che coloro i quali accusano Berlusconi di non voler andare sotto giudizio, siano gli stessi che gli rimproverano di essersi rivolto alla magistratura per bloccare falsità e violenze con cui cercano di sbarazzarsi di lui». Se il buongiorno si vede dal mattino, non si può certo dire che all’Europarlamento sarà una legislatura costruttiva. No? «Pensavo l’altro giorno che, a 20 anni dalla caduta del muro, la sinistra riscopre la strategia leninista. Si punta al discredito per ottenere l’annichilimento dell’avversario né più né meno come si è fatto per tanti decenni in Urss. Ma lo sa che Schulz, nel suo incontro con Barroso, gli ha chiesto di ridurre al silenzio Berlusconi? Volevo replicare con durezza. Poi, ci ho ripensato: da quando guida i socialisti europei Schulz gli ha fatto perdere un 10%. Detto questo non è che davanti al proseguire dell’offensiva potremo continuare a rimanere zitti. Il voto è democrazia, non le accuse strumentali di chi vuole cambiarne l’esito!».
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento