WASHINGTON – Da Mogadiscio a Kabul passando per l’Indonesia. Regioni diverse ma unite dalla partita mortale che oppone terroristi ed intelligence. Dunque raid, attentati, rappresaglie, agguati.
LA SOMALIA – Il movimento islamista Shebab, molto vicino ad Al Qaeda, ha attaccato questa mattina la base delle Forze di pace africane a Mogadiscio. I militanti hanno usato un paio di veicoli-bomba camuffati da mezzi delle Nazioni Unite. Almeno due le vittime, per ora non identificate. L’attentato è una risposta indiretta all’eliminazione di Alì Saleh Nabhan, scovato e ucciso lunedì nel sud della Somalia dalle unità speciali americane. L’estremista era ricercato per una lunga serie di attentati compiuti in Kenya e Tanzania a partire dal 1998. Negli ultimi due anni, Nabhan aveva coordinato i militanti jihadisti alleati al movimento Shebab.
L’INDONESIA – La polizia indonesiana ha annunciato di aver ucciso durante uno scontro a fuoco del super ricercato Noordin Top. Capo scissionista della Jemaa Islamya, coinvolto nelle stragi di Bali e Giakarta, guidava un piccolo gruppo terroristico di ispirazione qaedista. Le forze dell’ordine hanno individuato il suo covo nella città di Solo, a Giava. Durante la battaglia sono morte altre quattro persone e tre militanti sono finiti in manette. Le autorità sostengono di aver identificato Top dalle impronte digitali, ma eseguiranno – per sicurezza – il test del Dna. Già in passato era stata annunciata la morte del terrorista che invece era ricomparso, sia pure braccato dall’intelligence. Top, che aveva sposato tecniche e ideologia qaedista, ha organizzato tra gli altri i due attentati di Bali (nel 2002 e nel 2005) costati la vita a 222 persone, in gran parte stranieri.
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