E te pareva che mancasse l'ennesimo scarto di fabbrica: sgozzallah, come la madre amorevole degli imbecilli, produce in serie pezzi intercambiabili e buoni per ogni macellazione del suo premiato mattatoio; certi personaggi te li trovi raccolti assieme, per sostanza e contenuto: cambia solo il colore della sacca della raccolta differenziata, ma sempre immondizia ci trovi, in quel budello, che di uomo si fregia immeritato titolo. Questa volta si va a rovistare nella carcassa putrida di El Ketawi Dafani, padre di Sanaa; ieri era Mohammed Saleem, il "padrone" di Hina ma, visto uno visti tutti, gli adoratori del nuovo dio sgozzallah. Spesso di derivazione intellettuale bovara o pecoreccia, questi personaggi hanno una paura boia delle donne: coscienti della propria nullità e incapacità a gestire un mondo che, correndo, se li è lasciati alle spalle, non accettano la naturale selezione, che all'estinzione destina appunto i capi inutili, e sono a motivare il proprio attaccamento all'esistenza nell'affrancamento in una dottrina che ne legittima superiorità e conseguente diritto di supremazia; le donne, in tante culture e nello scorrere dei tempi, sono state scippate di un diritto paritario, ma i più hanno superato lo scoglio e, non per nulla hanno fatto ammenda, ed oggi chiamano la propria compagna con un tenero appellativo: l'altra metà del cielo. Ancora tante scorie galleggiano in superficie, intossicando il tessuto sociale, ma sono alla berlina, indicati al pubblico disprezzo, sempre più destinati a diventare come l'acqua della lavatrice, quando se ne esce dallo scarico con lo sporco. E la legge prevede e provvede alla livella; e le donne, sempre più, sono a risalire la china che per tanto le ha viste sul fondo. Non abbiamo la perfezione, ancora: ma la perfettibilità è sempre al lavoro. Gli sgozzallah invece, no: il suo campione col pisello, già dall'avere quel batacchio tra le gambe si sente diritto di menarlo come un bastone; pure il più scemo tra gli scemi pretende primeggiare, solo perché fa la pipì con la cannuccia! Fosse solo il sistema idraulico, a farci migliori, allora il dio sgozzallah, che cazzo ha fatto esemplari senza la prolunga: che dio dei miei stivali è, se c'ha fatto la ciambella con il buco e s'è poi accorto che avrebbe preferito il cono gelato? Da un deficiente simile, è ovvio che i suoi lombi erano destinati a riempire i villaggi, di scemi. Come Mohammed Saleem. Come El Ketawi Dafani. Questi Bingo-bongo arrivano dalla tribù a noi, e vorrebbero continuare a fare in casa d'altri i padroni, come abituati nella propria; ci disprezzano, per nostri usi e costumi, ci sopportano, meditano vendette e punizioni, e il prossimo loro ha sembianze da pecora, che obbedisce e si scanna alla bisogna; e attendono, pazientemente, subdolamente, incarniti come un'unghia, ma pronti a formare branco e cacciare, appena se ne presenta l'occasione. Sono quelli che sciamano, occupano e bloccano marciapiedi e strade, perché devono pregare, e lo devono fare proprio tra i coglioni nostri; oppure, composta la mandria, mostrano maschia virilità, occupando piazze dove, l'odiato che li ospita ha cattedrali che si affacciano, a dimostrazione del proprio, di religione e credo. Importa una mazza: quando cambierà il vento, sapranno bene cosa farci; intanto fanno le prove, saggiano l'avversario, ne tastano il ventre, per capire quanto è molle e, quando la massa burrosa lo permette, affondano i colpi. Beninteso: sto sempre parlando dei figli di sgozzallah, che sono quelli a cui dobbiamo spuntare le unghie e limare i denti. Cervelli grippati dalla sabbia del deserto, scuciono la gola senza esitazione alle proprie figlie; - «Lo meritano; non seguono i precetti di dio, frequentano gli infedeli, gli impuri: scimmie, cani e porci!» No, stronzi: sono l'esempio di una crescita, evoluzione ed integrazione che ogni dio, che sia veramente "Padre" e non "padrone", vorrebbe dai propri figli: altrimenti, sarebbe solo un deuccio da quattro soldi, creato ad immagine e somiglianza di esseri primitivi e involuti, alla Mohammed Saleem o El Ketawi Dafani. "Amore" è parola che non conoscono, non comprendono, a saper coniugare solo «Il padrone sono me!» Sanaa come Hina, e quante le hanno precedute e seguiranno, sono la speranza, il futuro, soffocate in culla dalla bestiale ignoranza, figlia di madre sempre incinta e degli sgozzallah. I Mohammed Saleem e gli El Ketawi Dafani non sono buoni neppure per fare il pastone ai maiali. Tanto più quando escono dai confini della tribù dei Binngo-bongo. El Ketawi Dafani: una mente malata, putrida... malSanaa.
lunedì 28 settembre 2009
Da Io secondo me (2)
mente malSanaa
E te pareva che mancasse l'ennesimo scarto di fabbrica: sgozzallah, come la madre amorevole degli imbecilli, produce in serie pezzi intercambiabili e buoni per ogni macellazione del suo premiato mattatoio; certi personaggi te li trovi raccolti assieme, per sostanza e contenuto: cambia solo il colore della sacca della raccolta differenziata, ma sempre immondizia ci trovi, in quel budello, che di uomo si fregia immeritato titolo. Questa volta si va a rovistare nella carcassa putrida di El Ketawi Dafani, padre di Sanaa; ieri era Mohammed Saleem, il "padrone" di Hina ma, visto uno visti tutti, gli adoratori del nuovo dio sgozzallah. Spesso di derivazione intellettuale bovara o pecoreccia, questi personaggi hanno una paura boia delle donne: coscienti della propria nullità e incapacità a gestire un mondo che, correndo, se li è lasciati alle spalle, non accettano la naturale selezione, che all'estinzione destina appunto i capi inutili, e sono a motivare il proprio attaccamento all'esistenza nell'affrancamento in una dottrina che ne legittima superiorità e conseguente diritto di supremazia; le donne, in tante culture e nello scorrere dei tempi, sono state scippate di un diritto paritario, ma i più hanno superato lo scoglio e, non per nulla hanno fatto ammenda, ed oggi chiamano la propria compagna con un tenero appellativo: l'altra metà del cielo. Ancora tante scorie galleggiano in superficie, intossicando il tessuto sociale, ma sono alla berlina, indicati al pubblico disprezzo, sempre più destinati a diventare come l'acqua della lavatrice, quando se ne esce dallo scarico con lo sporco. E la legge prevede e provvede alla livella; e le donne, sempre più, sono a risalire la china che per tanto le ha viste sul fondo. Non abbiamo la perfezione, ancora: ma la perfettibilità è sempre al lavoro. Gli sgozzallah invece, no: il suo campione col pisello, già dall'avere quel batacchio tra le gambe si sente diritto di menarlo come un bastone; pure il più scemo tra gli scemi pretende primeggiare, solo perché fa la pipì con la cannuccia! Fosse solo il sistema idraulico, a farci migliori, allora il dio sgozzallah, che cazzo ha fatto esemplari senza la prolunga: che dio dei miei stivali è, se c'ha fatto la ciambella con il buco e s'è poi accorto che avrebbe preferito il cono gelato? Da un deficiente simile, è ovvio che i suoi lombi erano destinati a riempire i villaggi, di scemi. Come Mohammed Saleem. Come El Ketawi Dafani. Questi Bingo-bongo arrivano dalla tribù a noi, e vorrebbero continuare a fare in casa d'altri i padroni, come abituati nella propria; ci disprezzano, per nostri usi e costumi, ci sopportano, meditano vendette e punizioni, e il prossimo loro ha sembianze da pecora, che obbedisce e si scanna alla bisogna; e attendono, pazientemente, subdolamente, incarniti come un'unghia, ma pronti a formare branco e cacciare, appena se ne presenta l'occasione. Sono quelli che sciamano, occupano e bloccano marciapiedi e strade, perché devono pregare, e lo devono fare proprio tra i coglioni nostri; oppure, composta la mandria, mostrano maschia virilità, occupando piazze dove, l'odiato che li ospita ha cattedrali che si affacciano, a dimostrazione del proprio, di religione e credo. Importa una mazza: quando cambierà il vento, sapranno bene cosa farci; intanto fanno le prove, saggiano l'avversario, ne tastano il ventre, per capire quanto è molle e, quando la massa burrosa lo permette, affondano i colpi. Beninteso: sto sempre parlando dei figli di sgozzallah, che sono quelli a cui dobbiamo spuntare le unghie e limare i denti. Cervelli grippati dalla sabbia del deserto, scuciono la gola senza esitazione alle proprie figlie; - «Lo meritano; non seguono i precetti di dio, frequentano gli infedeli, gli impuri: scimmie, cani e porci!» No, stronzi: sono l'esempio di una crescita, evoluzione ed integrazione che ogni dio, che sia veramente "Padre" e non "padrone", vorrebbe dai propri figli: altrimenti, sarebbe solo un deuccio da quattro soldi, creato ad immagine e somiglianza di esseri primitivi e involuti, alla Mohammed Saleem o El Ketawi Dafani. "Amore" è parola che non conoscono, non comprendono, a saper coniugare solo «Il padrone sono me!» Sanaa come Hina, e quante le hanno precedute e seguiranno, sono la speranza, il futuro, soffocate in culla dalla bestiale ignoranza, figlia di madre sempre incinta e degli sgozzallah. I Mohammed Saleem e gli El Ketawi Dafani non sono buoni neppure per fare il pastone ai maiali. Tanto più quando escono dai confini della tribù dei Binngo-bongo. El Ketawi Dafani: una mente malata, putrida... malSanaa.
E te pareva che mancasse l'ennesimo scarto di fabbrica: sgozzallah, come la madre amorevole degli imbecilli, produce in serie pezzi intercambiabili e buoni per ogni macellazione del suo premiato mattatoio; certi personaggi te li trovi raccolti assieme, per sostanza e contenuto: cambia solo il colore della sacca della raccolta differenziata, ma sempre immondizia ci trovi, in quel budello, che di uomo si fregia immeritato titolo. Questa volta si va a rovistare nella carcassa putrida di El Ketawi Dafani, padre di Sanaa; ieri era Mohammed Saleem, il "padrone" di Hina ma, visto uno visti tutti, gli adoratori del nuovo dio sgozzallah. Spesso di derivazione intellettuale bovara o pecoreccia, questi personaggi hanno una paura boia delle donne: coscienti della propria nullità e incapacità a gestire un mondo che, correndo, se li è lasciati alle spalle, non accettano la naturale selezione, che all'estinzione destina appunto i capi inutili, e sono a motivare il proprio attaccamento all'esistenza nell'affrancamento in una dottrina che ne legittima superiorità e conseguente diritto di supremazia; le donne, in tante culture e nello scorrere dei tempi, sono state scippate di un diritto paritario, ma i più hanno superato lo scoglio e, non per nulla hanno fatto ammenda, ed oggi chiamano la propria compagna con un tenero appellativo: l'altra metà del cielo. Ancora tante scorie galleggiano in superficie, intossicando il tessuto sociale, ma sono alla berlina, indicati al pubblico disprezzo, sempre più destinati a diventare come l'acqua della lavatrice, quando se ne esce dallo scarico con lo sporco. E la legge prevede e provvede alla livella; e le donne, sempre più, sono a risalire la china che per tanto le ha viste sul fondo. Non abbiamo la perfezione, ancora: ma la perfettibilità è sempre al lavoro. Gli sgozzallah invece, no: il suo campione col pisello, già dall'avere quel batacchio tra le gambe si sente diritto di menarlo come un bastone; pure il più scemo tra gli scemi pretende primeggiare, solo perché fa la pipì con la cannuccia! Fosse solo il sistema idraulico, a farci migliori, allora il dio sgozzallah, che cazzo ha fatto esemplari senza la prolunga: che dio dei miei stivali è, se c'ha fatto la ciambella con il buco e s'è poi accorto che avrebbe preferito il cono gelato? Da un deficiente simile, è ovvio che i suoi lombi erano destinati a riempire i villaggi, di scemi. Come Mohammed Saleem. Come El Ketawi Dafani. Questi Bingo-bongo arrivano dalla tribù a noi, e vorrebbero continuare a fare in casa d'altri i padroni, come abituati nella propria; ci disprezzano, per nostri usi e costumi, ci sopportano, meditano vendette e punizioni, e il prossimo loro ha sembianze da pecora, che obbedisce e si scanna alla bisogna; e attendono, pazientemente, subdolamente, incarniti come un'unghia, ma pronti a formare branco e cacciare, appena se ne presenta l'occasione. Sono quelli che sciamano, occupano e bloccano marciapiedi e strade, perché devono pregare, e lo devono fare proprio tra i coglioni nostri; oppure, composta la mandria, mostrano maschia virilità, occupando piazze dove, l'odiato che li ospita ha cattedrali che si affacciano, a dimostrazione del proprio, di religione e credo. Importa una mazza: quando cambierà il vento, sapranno bene cosa farci; intanto fanno le prove, saggiano l'avversario, ne tastano il ventre, per capire quanto è molle e, quando la massa burrosa lo permette, affondano i colpi. Beninteso: sto sempre parlando dei figli di sgozzallah, che sono quelli a cui dobbiamo spuntare le unghie e limare i denti. Cervelli grippati dalla sabbia del deserto, scuciono la gola senza esitazione alle proprie figlie; - «Lo meritano; non seguono i precetti di dio, frequentano gli infedeli, gli impuri: scimmie, cani e porci!» No, stronzi: sono l'esempio di una crescita, evoluzione ed integrazione che ogni dio, che sia veramente "Padre" e non "padrone", vorrebbe dai propri figli: altrimenti, sarebbe solo un deuccio da quattro soldi, creato ad immagine e somiglianza di esseri primitivi e involuti, alla Mohammed Saleem o El Ketawi Dafani. "Amore" è parola che non conoscono, non comprendono, a saper coniugare solo «Il padrone sono me!» Sanaa come Hina, e quante le hanno precedute e seguiranno, sono la speranza, il futuro, soffocate in culla dalla bestiale ignoranza, figlia di madre sempre incinta e degli sgozzallah. I Mohammed Saleem e gli El Ketawi Dafani non sono buoni neppure per fare il pastone ai maiali. Tanto più quando escono dai confini della tribù dei Binngo-bongo. El Ketawi Dafani: una mente malata, putrida... malSanaa.
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3 commenti:
Bellissimi 'sti due articoli, li hai scritti tu?? Da incorniciare!
No, no, nel titolo c'è il link all'autore.
Ah si, ho visto :P, ho commentato pure da lui. :)
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