MILANO - Dopo Tremonti, tocca a La Russa. Se ieri il ministro dell'Economia non aveva chiuso la porta alle aperture di Fini sulla cittadinanza per gli immigrati, oggi il coordinatore nazionale del Pdl, si dice d'accordo con Fini "circa la necessità di una riforma della legge sulla cittadinanza". A partire da un percorso accelerato - come auspica Fini - per i giovani figli di stranieri che sono nati in Italia. Ma poi ci pensa il ministro leghista a spazzare via ogni dibattito sul tema: la proposta del presidente della Camera: "Dare il voto agli immigrati è un attentato alla democrazia".
Le parole di La Russa. Il ministro è in controtendenza, rispetto alla quasi totalità dei vertici del Pdl, da Cicchitto a Gasparri: "Penso alla 'generazione Balotelli' - dice La Russa - ai ragazzi e ai bambini che hanno già fatto un ciclo scolastico in Italia e che hanno diritto, se amano il nostro paese, ad essere italiani". No al percorso "agevolato", invece, per gli adulti: "Mi basterebbe che dopo i 10 anni uno divenisse italiano se lo merita e se ha superato la prova di italiano e di amore per la nostra storia". Ma se i toni con Fini sono concilianti, arrivano invece le bacchettate alla proposta di legge del finiano Granata sottoscritta da 50 parlamentari di tutti i gruppi (tranne la Lega): "Fughe in avanti".
La replica di Granata. Il parlamentare vicinissimo al presidente della Camera non ci sta e replica per le rime: "Le battute da caserma nel dibattito politico sul diritto di cittadinanza agli immigrati copre l'assenza di dibattito interno al Pdl sulle scelte parlamentari e sulla priorità da dare ai disegni di legge. Si abbia il coraggio di andare in aula al più presto per votare il ddl sulla cittadinanza".
La Lega non molla. Nessun cedimento alla linea dura sull'immigrazione. "Portare avanti il modello di cittadinanza facile è sbagliato perchè vorrebbe dire attirare sul nostro territorio milioni di immigrati che noi non possiamo accogliere" dice il capogruppo Cota. Ancora più duro Calderoli: "Dare il voto agli immigrati è un attentato alla democrazia, e un esproprio della volontà popolare. L'ultima emergenza che vedo in questo momento è quella di discutere in tema di cittadinanza e di conseguente diritto al voto per gli ultimi arrivati".
Anche Rotondi non ci sta. Il ministro dell'Attuazione del programma taglia corto: "Il tema della cittadinanza è estraneo al programma del nostro governo e, dunque, non può che imporsi per via parlamentare".
2 commenti:
Ci provano , ci riprovano e ci straprovano con 'sta rottura della cittadinanza in 5 anni. Il PdL starà buonino buonino fino alle elezioni regionali che sono nel marzo prossimo (2010). Ha fiutato l'aria che tira e sa che se dice SI grazie, gli elettori li perderà in massa a favore della Lega.
POi capitolerà anche lui, perché sono tutti in cerca del cadreghino e pensano che dopottutto i numeri siano numeri. E anche quelli degli immigrati potrebbero essere decisivi per rimanere in sella.
E' stato un grande errore da parte di Berlusconi accogliere gli Aennini in un partito unico con un'unica sigla. Ora gli alieni che gli remano contro ce li ha nel suo stesso partito.
L'elettorato non si fida più del PdL e darà il voto alla Lega. Come è giusto. Chi ha le idee chiare alla fine è premiato.
Guarda Nessie che devono mettersi in testa una cosa solo i dissidenti del Pdl, che anche con la cittadinanza in 5 anni e il diritto di voto, gli immigrati non li voteranno MAI. NON riconoscono le nostre leggi e tantomeno i nostri governi. A meno che... a meno che non abbiano i loro partiti. Quindi, hai voglia ad aprire. Non sarà come pensa Fini.
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