«È giustizia questa? Gli assassini di mio fratello sono stati scarcerati, uno dopo 24 ore, il secondo 20 giorni dopo. Possibile che il Riesame non abbia tenuto conto del fatto che uno dei due è clandestino, pregiudicato per armi e rapina, con decreti di espulsione mai eseguiti e che è fuggito dopo l’incidente senza prestare aiuto?». Simone Frisoni, 30 anni, fratello di Alessandro, il 23enne falciato sulla via Ostiense mentre andava all’Università, urla il suo dolore. Con lui la madre. Da più di due mesi aspettano la verità. «Non ci hanno ancora dato i risultati dell’autopsia - continuano -. L’indagine è aperta e i periti della Procura non hanno consegnato la relazione. Oggi siamo a Ponte Milvio per manifestare la nostra rabbia uniti al Comitato vittime della strada. Abbiamo mille idee e progetti per ricordare Ale». Mamma Tita vorrebbe istituire una borsa di studio per i laureandi che, come il figlio, studiano per diventare critici d’arte. «Quella mattina maledetta Ale doveva sostenere l’ultimo esame, poi sarebbe diventato il nostro Vittorio Sgarbi. Come possiamo sentirci tutelati se rimettono in giro i delinquenti che l’hanno abbandonato sanguinante in mezzo a una strada? Questo perché non è stato stabilito con certezza chi era al volante. Sono di nuovo liberi di fuggire, visto che non hanno un’abitazione». Angel Del Jesus De Los Santos, domenicano di 24 anni, viene arrestato dopo 48 ore per omicidio colposo, omissione di soccorso e falso. È lui a consegnare ai carabinieri il passeggero, José Eiel Serrano Yepez, venezuelano di 23 anni. Questo, accusato degli stessi reati in concorso, dopo il fermo viene rilasciato. Angel lo segue tre settimane dopo. Gli inquirenti non avrebbero chiarito chi guidava la Fiat 600 intestata a un ignaro 30enne, con l’assicurazione stipulata a un prestanome. Quanto basta per rilasciare gli indagati con l’obbligo restare a disposizione delle autorità. «Sono senza fissa dimora - conclude Simone - come si fa a scarcerarli? In più uno dei due è clandestino, per legge dovrebbe restare in galera». Sono le 9,30 dell’8 luglio: «Picici», in sella a uno scooter 125, sta andando a Roma. Sulla Ostiense all’altezza di Vitinia una Nissan Micra che proviene in senso opposto si ferma al centro della carreggiata in attesa di svoltare per via Sarsina. Dietro a questa la 600 con gli stranieri: i due si accorgono della macchina ferma solo all’ultimo, la superano ma piombano su Ale. Il ragazzo sfonda il parabrezza della 600, un istante dopo i pirati sono già lontani.
giovedì 24 settembre 2009
Scarcerazioni facili
«Mio fratello è morto e i suoi assassini sono già liberi» di Stefano Vladovich
«È giustizia questa? Gli assassini di mio fratello sono stati scarcerati, uno dopo 24 ore, il secondo 20 giorni dopo. Possibile che il Riesame non abbia tenuto conto del fatto che uno dei due è clandestino, pregiudicato per armi e rapina, con decreti di espulsione mai eseguiti e che è fuggito dopo l’incidente senza prestare aiuto?». Simone Frisoni, 30 anni, fratello di Alessandro, il 23enne falciato sulla via Ostiense mentre andava all’Università, urla il suo dolore. Con lui la madre. Da più di due mesi aspettano la verità. «Non ci hanno ancora dato i risultati dell’autopsia - continuano -. L’indagine è aperta e i periti della Procura non hanno consegnato la relazione. Oggi siamo a Ponte Milvio per manifestare la nostra rabbia uniti al Comitato vittime della strada. Abbiamo mille idee e progetti per ricordare Ale». Mamma Tita vorrebbe istituire una borsa di studio per i laureandi che, come il figlio, studiano per diventare critici d’arte. «Quella mattina maledetta Ale doveva sostenere l’ultimo esame, poi sarebbe diventato il nostro Vittorio Sgarbi. Come possiamo sentirci tutelati se rimettono in giro i delinquenti che l’hanno abbandonato sanguinante in mezzo a una strada? Questo perché non è stato stabilito con certezza chi era al volante. Sono di nuovo liberi di fuggire, visto che non hanno un’abitazione». Angel Del Jesus De Los Santos, domenicano di 24 anni, viene arrestato dopo 48 ore per omicidio colposo, omissione di soccorso e falso. È lui a consegnare ai carabinieri il passeggero, José Eiel Serrano Yepez, venezuelano di 23 anni. Questo, accusato degli stessi reati in concorso, dopo il fermo viene rilasciato. Angel lo segue tre settimane dopo. Gli inquirenti non avrebbero chiarito chi guidava la Fiat 600 intestata a un ignaro 30enne, con l’assicurazione stipulata a un prestanome. Quanto basta per rilasciare gli indagati con l’obbligo restare a disposizione delle autorità. «Sono senza fissa dimora - conclude Simone - come si fa a scarcerarli? In più uno dei due è clandestino, per legge dovrebbe restare in galera». Sono le 9,30 dell’8 luglio: «Picici», in sella a uno scooter 125, sta andando a Roma. Sulla Ostiense all’altezza di Vitinia una Nissan Micra che proviene in senso opposto si ferma al centro della carreggiata in attesa di svoltare per via Sarsina. Dietro a questa la 600 con gli stranieri: i due si accorgono della macchina ferma solo all’ultimo, la superano ma piombano su Ale. Il ragazzo sfonda il parabrezza della 600, un istante dopo i pirati sono già lontani.
«È giustizia questa? Gli assassini di mio fratello sono stati scarcerati, uno dopo 24 ore, il secondo 20 giorni dopo. Possibile che il Riesame non abbia tenuto conto del fatto che uno dei due è clandestino, pregiudicato per armi e rapina, con decreti di espulsione mai eseguiti e che è fuggito dopo l’incidente senza prestare aiuto?». Simone Frisoni, 30 anni, fratello di Alessandro, il 23enne falciato sulla via Ostiense mentre andava all’Università, urla il suo dolore. Con lui la madre. Da più di due mesi aspettano la verità. «Non ci hanno ancora dato i risultati dell’autopsia - continuano -. L’indagine è aperta e i periti della Procura non hanno consegnato la relazione. Oggi siamo a Ponte Milvio per manifestare la nostra rabbia uniti al Comitato vittime della strada. Abbiamo mille idee e progetti per ricordare Ale». Mamma Tita vorrebbe istituire una borsa di studio per i laureandi che, come il figlio, studiano per diventare critici d’arte. «Quella mattina maledetta Ale doveva sostenere l’ultimo esame, poi sarebbe diventato il nostro Vittorio Sgarbi. Come possiamo sentirci tutelati se rimettono in giro i delinquenti che l’hanno abbandonato sanguinante in mezzo a una strada? Questo perché non è stato stabilito con certezza chi era al volante. Sono di nuovo liberi di fuggire, visto che non hanno un’abitazione». Angel Del Jesus De Los Santos, domenicano di 24 anni, viene arrestato dopo 48 ore per omicidio colposo, omissione di soccorso e falso. È lui a consegnare ai carabinieri il passeggero, José Eiel Serrano Yepez, venezuelano di 23 anni. Questo, accusato degli stessi reati in concorso, dopo il fermo viene rilasciato. Angel lo segue tre settimane dopo. Gli inquirenti non avrebbero chiarito chi guidava la Fiat 600 intestata a un ignaro 30enne, con l’assicurazione stipulata a un prestanome. Quanto basta per rilasciare gli indagati con l’obbligo restare a disposizione delle autorità. «Sono senza fissa dimora - conclude Simone - come si fa a scarcerarli? In più uno dei due è clandestino, per legge dovrebbe restare in galera». Sono le 9,30 dell’8 luglio: «Picici», in sella a uno scooter 125, sta andando a Roma. Sulla Ostiense all’altezza di Vitinia una Nissan Micra che proviene in senso opposto si ferma al centro della carreggiata in attesa di svoltare per via Sarsina. Dietro a questa la 600 con gli stranieri: i due si accorgono della macchina ferma solo all’ultimo, la superano ma piombano su Ale. Il ragazzo sfonda il parabrezza della 600, un istante dopo i pirati sono già lontani.
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