giovedì 17 settembre 2009

Eurabia

In crisi i corsi nelle scuole pubbliche. In Francia ormai l'arabo si studia (solo) in moschea di Costantino Pistilli

L’insegnamento dell’arabo nelle scuole pubbliche delude gli studenti francesi di seconda generazione che scelgono di studiarlo nelle moschee. Negli ultimi anni, secondo un rapporto del ministero dell’istruzione d’Oltralpe, il numero di liceali che studiano arabo si è dimezzato dal 1970, così come è diminuita la frequenza ai corsi, tanto che in molti istituti l'insegnamento della lingua è stato soppresso. In compenso fioriscono i corsi dentro le moschee.

L’insegnamento dell’arabo nelle scuole pubbliche delude gli studenti francesi di seconda generazione che scelgono di studiarlo nelle moschee. Negli ultimi anni, secondo un rapporto del ministero dell’istruzione d’Oltralpe, il numero di liceali che studiano arabo si è dimezzato dal 1970, così come è diminuita la frequenza ai corsi, tanto che in molti istituti l'insegnamento della lingua è stato soppresso. Questi corsi, affidati ai paesi di origine ma controllati dalla Francia, si svolgono nelle ore non scolastiche e questo ne ha segnato il declino; se poi lo paragoniamo ad altre lingue (come il cinese, il portoghese, il russo o l'ebraico) l'arabo attira sempre meno studenti nelle scuole pubbliche. Così, nonostante i corsi nelle università se la passino meglio che nelle scuole, i metodi di insegnamento dell’arabo sono considerati obsoleti e senza legami con i paesi di origine. Per gli studenti che non vogliono tagliare i ponti con le proprie origini, allora, si prospetta una sola soluzione: imparare lingua e cultura del Levante nelle moschee. Sul suolo francese di questi centri culturali, che non sono solo mere sale di preghiera, se ne contano più di duemila e vanno ormai considerate come suolo islamico. Ma oltre alla massiccia presenza sul territorio si distinguono per l’efficienza: è possibile ricevere notizie, versetti del Corano, nuovi hadit e l’indirizzo della moschea più vicina, con un semplice sms. Un esempio per avere il polso della situazione è l'istituto Al-Ihsane a Val d'Argenteuil in Val-d'Oise che vanta 635 iscritti tra i 6 e i 16 anni (nella stessa città un’altra moschea accoglie 400 alunni ) e 28000 fedeli dal 1997, anno della fondazione. Il presidente di questo centro islamico è Abdel Kader Achebouche, conosciuto nelle cronache parigine per aver tradotto, pubblicato e distribuito 10.000 copie del libro A l'ombre du Coran dell’egiziano Sayed Qutb, uno dei pensatori chiave del moderno fondamentalismo islamico, caro a Zawahiri, il neurone egiziano di al Qaeda. Achebouche ora vuole ampliare il centro culturale e aspetta solo i fondi per edificare nuove strutture sul terreno di 5200 metri quadrati, già acquistato par l’institute. Fondi che arriveranno dalle donazioni dei fedeli (Nous ne laissons pas perdre la récompense de celui qui fait le bien, come recita il Corano), ma anche dall’erario pubblico. I progetti in cantiere sono considerevoli: ampliare gli spazi divenuti troppo stretti ad accogliere i numerosi fedeli, compresi gli studenti di lingua araba, e fondare un’università islamica in grado di garantire al futuro dell’Islam in Francia – oltre al suolo, professori, imam, quadri dirigenti che sappiano insegnare la Legge islamica. In arabo naturalmente.

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