Ci avete fatto caso? Di quell’immensa macelleria all’aperto, che è diventato il nord della Nigeria, non si parla più. Un po’ per menefreghismo vacanziero, certo. Un po’, ammettiamolo, perché discorrere su qualsiasi appendice musulmana, provoca il diffuso timore di essere tacciati di islamofobia. O, forse, anche perché ignorando il tutto, lo si esorcizza. Eppure, nell’ultima decade di luglio, il Nord-est della Nigeria è caduto in preda a violentissimi scontri (dico, a fuoco, non a sassate…), tra le forze dell’ordine e gruppi organizzati(ssimi) di ribelli islamisti. Ufficialmente sarebbero state malamente accoppate un centinaio di persone. Di fatto, negli ambienti giornalistici e diplomatici, si sussurra di oltre un migliaio di persone eliminate senza tanti complimenti. Le violenze sarebbero scoppiate a seguito dell’arresto di uno dei capi del movimento, cui era “scappata la mano” con alcuni compatrioti di fede cristiana, evidentemente poco inclini ad abbassare la testa (anche per il timore di farsela tagliare). I musulmani integralisti coinvolti, sono aderenti ad un movimento di ispirazione “talebana”. Questo movimento, denominato Boko Haram, che si dice di ispirazioni afgane, venne a suo tempo fondato da circa duecento studenti universitari (cosa che induce a seria riflessione circa la qualità degli atenei nigeriani), tra cui numerose donne. La loro “mission”? Fare del Corano il metronomo della vita sociale. In tutto il paese. Le povere anime, così devote, vorrebbero davvero poco. Solo che l’imposizione della Sharìa, già d’uso e consumo in dodici Stati del nord (a stragrande maggioranza musulmana), venga estesa a tutto il paese. Ossia anche nelle rimanenti ventiquattro province che, vale la pena sottolinearlo, sono a maggioranza cristiana o animista. Ricordiamo che la decisione di introdurre la Sharia negli Stati del nord-est, datata anno domini 2000, non fu senza conseguenze per le minoranze religiose. Perché, proprio in quanto non musulmane, queste vennero marginalizzate dalla vita sociale delle province che l’adottarono, e penalizzate nella quotidianità. Un segno di profondo rispetto per le alterità religiose che, invero, emoziona lo spirito e suscita meraviglia. Sarebbe da promuovere un immediato incontro, magari alla Sapienza di Roma, fra questi campioni del vetero-islamismo, quello della troppo enfatizzata tolleranza (zero), ed i nostri illuminati studenti sinistrorsi, che intendono il laicismo in senso monocromatico (ossia squisitamente anticristiano). Inviterei, in particolare, il capo del movimento, tale Ustaz Mohammed Yusuf che, citato da un quotidiano nigeriano, avrebbe dichiarato: "Non siamo in conflitto con la popolazione, soltanto con le autorità". Per mera deduzione, dovrebbe essere a tutti chiaro che, così come nella meravigliosa preghiera islamica dell’Aprente, il concetto del rispetto dell’”altro” è subordinato alla sua fede. E così come Allah è misericordioso, ma solo con i credenti musulmani (non con tutti, sia chiaro, eh... ), quando il nostro talebano Ustaz, parla di “popolazione” intende quella strettamente musulmana. O, in (misericordiosa) alternativa, quella che si sottomette alla Sharia. Chi vogliamo dunque incolpare per aver parlato chiaro? I musulmani integralisti? Quelli “moderati”? (che poi lo sono talmente tanto, da tacere sempre). In fondo, parrebbe che gli afro-talebani conoscano bene il millenario detto cinese che, in tema di teosofia, ci chiarisce tante cose: “Colui che nasce non protetto dagli déi, anche se cadrà all'indietro si romperà il naso”.
martedì 4 agosto 2009
Islam di violenza
Nigeria: quando anche Dio è di parte di Maurizio De Santis
Ci avete fatto caso? Di quell’immensa macelleria all’aperto, che è diventato il nord della Nigeria, non si parla più. Un po’ per menefreghismo vacanziero, certo. Un po’, ammettiamolo, perché discorrere su qualsiasi appendice musulmana, provoca il diffuso timore di essere tacciati di islamofobia. O, forse, anche perché ignorando il tutto, lo si esorcizza. Eppure, nell’ultima decade di luglio, il Nord-est della Nigeria è caduto in preda a violentissimi scontri (dico, a fuoco, non a sassate…), tra le forze dell’ordine e gruppi organizzati(ssimi) di ribelli islamisti. Ufficialmente sarebbero state malamente accoppate un centinaio di persone. Di fatto, negli ambienti giornalistici e diplomatici, si sussurra di oltre un migliaio di persone eliminate senza tanti complimenti. Le violenze sarebbero scoppiate a seguito dell’arresto di uno dei capi del movimento, cui era “scappata la mano” con alcuni compatrioti di fede cristiana, evidentemente poco inclini ad abbassare la testa (anche per il timore di farsela tagliare). I musulmani integralisti coinvolti, sono aderenti ad un movimento di ispirazione “talebana”. Questo movimento, denominato Boko Haram, che si dice di ispirazioni afgane, venne a suo tempo fondato da circa duecento studenti universitari (cosa che induce a seria riflessione circa la qualità degli atenei nigeriani), tra cui numerose donne. La loro “mission”? Fare del Corano il metronomo della vita sociale. In tutto il paese. Le povere anime, così devote, vorrebbero davvero poco. Solo che l’imposizione della Sharìa, già d’uso e consumo in dodici Stati del nord (a stragrande maggioranza musulmana), venga estesa a tutto il paese. Ossia anche nelle rimanenti ventiquattro province che, vale la pena sottolinearlo, sono a maggioranza cristiana o animista. Ricordiamo che la decisione di introdurre la Sharia negli Stati del nord-est, datata anno domini 2000, non fu senza conseguenze per le minoranze religiose. Perché, proprio in quanto non musulmane, queste vennero marginalizzate dalla vita sociale delle province che l’adottarono, e penalizzate nella quotidianità. Un segno di profondo rispetto per le alterità religiose che, invero, emoziona lo spirito e suscita meraviglia. Sarebbe da promuovere un immediato incontro, magari alla Sapienza di Roma, fra questi campioni del vetero-islamismo, quello della troppo enfatizzata tolleranza (zero), ed i nostri illuminati studenti sinistrorsi, che intendono il laicismo in senso monocromatico (ossia squisitamente anticristiano). Inviterei, in particolare, il capo del movimento, tale Ustaz Mohammed Yusuf che, citato da un quotidiano nigeriano, avrebbe dichiarato: "Non siamo in conflitto con la popolazione, soltanto con le autorità". Per mera deduzione, dovrebbe essere a tutti chiaro che, così come nella meravigliosa preghiera islamica dell’Aprente, il concetto del rispetto dell’”altro” è subordinato alla sua fede. E così come Allah è misericordioso, ma solo con i credenti musulmani (non con tutti, sia chiaro, eh... ), quando il nostro talebano Ustaz, parla di “popolazione” intende quella strettamente musulmana. O, in (misericordiosa) alternativa, quella che si sottomette alla Sharia. Chi vogliamo dunque incolpare per aver parlato chiaro? I musulmani integralisti? Quelli “moderati”? (che poi lo sono talmente tanto, da tacere sempre). In fondo, parrebbe che gli afro-talebani conoscano bene il millenario detto cinese che, in tema di teosofia, ci chiarisce tante cose: “Colui che nasce non protetto dagli déi, anche se cadrà all'indietro si romperà il naso”.
Ci avete fatto caso? Di quell’immensa macelleria all’aperto, che è diventato il nord della Nigeria, non si parla più. Un po’ per menefreghismo vacanziero, certo. Un po’, ammettiamolo, perché discorrere su qualsiasi appendice musulmana, provoca il diffuso timore di essere tacciati di islamofobia. O, forse, anche perché ignorando il tutto, lo si esorcizza. Eppure, nell’ultima decade di luglio, il Nord-est della Nigeria è caduto in preda a violentissimi scontri (dico, a fuoco, non a sassate…), tra le forze dell’ordine e gruppi organizzati(ssimi) di ribelli islamisti. Ufficialmente sarebbero state malamente accoppate un centinaio di persone. Di fatto, negli ambienti giornalistici e diplomatici, si sussurra di oltre un migliaio di persone eliminate senza tanti complimenti. Le violenze sarebbero scoppiate a seguito dell’arresto di uno dei capi del movimento, cui era “scappata la mano” con alcuni compatrioti di fede cristiana, evidentemente poco inclini ad abbassare la testa (anche per il timore di farsela tagliare). I musulmani integralisti coinvolti, sono aderenti ad un movimento di ispirazione “talebana”. Questo movimento, denominato Boko Haram, che si dice di ispirazioni afgane, venne a suo tempo fondato da circa duecento studenti universitari (cosa che induce a seria riflessione circa la qualità degli atenei nigeriani), tra cui numerose donne. La loro “mission”? Fare del Corano il metronomo della vita sociale. In tutto il paese. Le povere anime, così devote, vorrebbero davvero poco. Solo che l’imposizione della Sharìa, già d’uso e consumo in dodici Stati del nord (a stragrande maggioranza musulmana), venga estesa a tutto il paese. Ossia anche nelle rimanenti ventiquattro province che, vale la pena sottolinearlo, sono a maggioranza cristiana o animista. Ricordiamo che la decisione di introdurre la Sharia negli Stati del nord-est, datata anno domini 2000, non fu senza conseguenze per le minoranze religiose. Perché, proprio in quanto non musulmane, queste vennero marginalizzate dalla vita sociale delle province che l’adottarono, e penalizzate nella quotidianità. Un segno di profondo rispetto per le alterità religiose che, invero, emoziona lo spirito e suscita meraviglia. Sarebbe da promuovere un immediato incontro, magari alla Sapienza di Roma, fra questi campioni del vetero-islamismo, quello della troppo enfatizzata tolleranza (zero), ed i nostri illuminati studenti sinistrorsi, che intendono il laicismo in senso monocromatico (ossia squisitamente anticristiano). Inviterei, in particolare, il capo del movimento, tale Ustaz Mohammed Yusuf che, citato da un quotidiano nigeriano, avrebbe dichiarato: "Non siamo in conflitto con la popolazione, soltanto con le autorità". Per mera deduzione, dovrebbe essere a tutti chiaro che, così come nella meravigliosa preghiera islamica dell’Aprente, il concetto del rispetto dell’”altro” è subordinato alla sua fede. E così come Allah è misericordioso, ma solo con i credenti musulmani (non con tutti, sia chiaro, eh... ), quando il nostro talebano Ustaz, parla di “popolazione” intende quella strettamente musulmana. O, in (misericordiosa) alternativa, quella che si sottomette alla Sharia. Chi vogliamo dunque incolpare per aver parlato chiaro? I musulmani integralisti? Quelli “moderati”? (che poi lo sono talmente tanto, da tacere sempre). In fondo, parrebbe che gli afro-talebani conoscano bene il millenario detto cinese che, in tema di teosofia, ci chiarisce tante cose: “Colui che nasce non protetto dagli déi, anche se cadrà all'indietro si romperà il naso”.
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