Il malore di Sarkozy? Una vendetta di Allah per la legge anti-burqa di Simona Verrazzo
Secondo la stampa araba. È la vendetta di Allah. Così i fondamentalisti islamici hanno definito il malore che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha avuto domenica mentre faceva jogging. Come in altre occasioni i jihadisti parlano di punizione verso l’infedele per uno sgarro fatto all’islam. Nel caso del capo dell’Eliseo, l’offesa è la legge contro il burqa. La notizia arriva dal quotidiano panarabo con base a Londra, Al-Quds Al-Arabi, che riporta le “convinzioni” della maggioranza della popolazione dell’Arabia Saudita, paese culla della religione islamica. «Colpire il Malvagio Sarkozy con problemi di salute in modo che lasci in pace le povere donne musulmane nel suo paese». Questa sarebbe stata la preghiera fatta “in massa” da molte saudite, obbligate a casa loro a portare il velo integrale. Che sia un segnale “divino” a “un malvagio” per gli esperti islamici fondamentalisti, citati da Al-Quds Al-Arabi, non ci sono dubbi. La prova è nel posto dove il presidente francese ha avuto il malore: il parco di Versailles, lo stesso dove lo scorso 22 giugno ha tenuto uno storico discorso davanti alle Camere riunite. È lì che Sarkozy ha pronunciato la frase blasfema: «Il burqa è un segno di avvilimento e non è il benvenuto sul territorio francese». Anatemi contro la Francia già circolavano da un po’ su internet. La CNN, il 1° luglio, ha riportato un post lasciato sul forum on-line del sito di Al Qaida nel Maghreb Islamico: «La Francia è la madre di tutte le ipocrisie. Ha lanciato una guerra su vasta scala contro le nostre figlie e sorelle velate. Ci prenderemo la vendetta, finché non cesserà con l’aggressione contro la nostra fede». Il copione è purtroppo già visto. Soltanto poche settimane fa c’era stato l’inneggiamento all’influenza A, quando ancora veniva chiamata influenza suina. Sui siti internet jihadisti si leggevano dei pareri “medici” secondo i quali il virus aveva fatto ammalare chi mangiava la carne impura di maiale. E si meritava dunque una punizione virale. Anche il sisma che ha colpito lo scorso 6 aprile l’Abruzzo è una vendetta divina, secondo i jihadisti. «Allah, manda loro il terremoto e le disgrazie, maledici l’Europa, Israele e gli Stati Uniti», così si leggeva su internet nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. La “prima” punizione di Allah, in questa sfida alle disgrazie chiamate, è stato l’uragano Katrina, che si abbatté nel Golfo del Messico nell’agosto del 2005. Gli Stati Uniti contarono oltre 1.800 morti, con New Orleans completamente rasa al suolo. Per i fondamentalisti islamici quella fu la vendetta contro il presidente George Bush e la guerra in Iraq.
Bhe, ma non si può pretendere che imparino ad usare i neuroni che hanno (se li hanno). Daltronde molti di loro credono all'esistenza delle Sirene e si chiedono se mangiare la loro carne sia "halal" o "haram". Quindi, probabilmente è lecito mangiare carne di sirena perchè essa vive in mare. E tutte le creature del mare, sono lecite da mangiare. Non ci credete, vero? E fate male... qui la prova.
Secondo la stampa araba. È la vendetta di Allah. Così i fondamentalisti islamici hanno definito il malore che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha avuto domenica mentre faceva jogging. Come in altre occasioni i jihadisti parlano di punizione verso l’infedele per uno sgarro fatto all’islam. Nel caso del capo dell’Eliseo, l’offesa è la legge contro il burqa. La notizia arriva dal quotidiano panarabo con base a Londra, Al-Quds Al-Arabi, che riporta le “convinzioni” della maggioranza della popolazione dell’Arabia Saudita, paese culla della religione islamica. «Colpire il Malvagio Sarkozy con problemi di salute in modo che lasci in pace le povere donne musulmane nel suo paese». Questa sarebbe stata la preghiera fatta “in massa” da molte saudite, obbligate a casa loro a portare il velo integrale. Che sia un segnale “divino” a “un malvagio” per gli esperti islamici fondamentalisti, citati da Al-Quds Al-Arabi, non ci sono dubbi. La prova è nel posto dove il presidente francese ha avuto il malore: il parco di Versailles, lo stesso dove lo scorso 22 giugno ha tenuto uno storico discorso davanti alle Camere riunite. È lì che Sarkozy ha pronunciato la frase blasfema: «Il burqa è un segno di avvilimento e non è il benvenuto sul territorio francese». Anatemi contro la Francia già circolavano da un po’ su internet. La CNN, il 1° luglio, ha riportato un post lasciato sul forum on-line del sito di Al Qaida nel Maghreb Islamico: «La Francia è la madre di tutte le ipocrisie. Ha lanciato una guerra su vasta scala contro le nostre figlie e sorelle velate. Ci prenderemo la vendetta, finché non cesserà con l’aggressione contro la nostra fede». Il copione è purtroppo già visto. Soltanto poche settimane fa c’era stato l’inneggiamento all’influenza A, quando ancora veniva chiamata influenza suina. Sui siti internet jihadisti si leggevano dei pareri “medici” secondo i quali il virus aveva fatto ammalare chi mangiava la carne impura di maiale. E si meritava dunque una punizione virale. Anche il sisma che ha colpito lo scorso 6 aprile l’Abruzzo è una vendetta divina, secondo i jihadisti. «Allah, manda loro il terremoto e le disgrazie, maledici l’Europa, Israele e gli Stati Uniti», così si leggeva su internet nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. La “prima” punizione di Allah, in questa sfida alle disgrazie chiamate, è stato l’uragano Katrina, che si abbatté nel Golfo del Messico nell’agosto del 2005. Gli Stati Uniti contarono oltre 1.800 morti, con New Orleans completamente rasa al suolo. Per i fondamentalisti islamici quella fu la vendetta contro il presidente George Bush e la guerra in Iraq.
Bhe, ma non si può pretendere che imparino ad usare i neuroni che hanno (se li hanno). Daltronde molti di loro credono all'esistenza delle Sirene e si chiedono se mangiare la loro carne sia "halal" o "haram". Quindi, probabilmente è lecito mangiare carne di sirena perchè essa vive in mare. E tutte le creature del mare, sono lecite da mangiare. Non ci credete, vero? E fate male... qui la prova.
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