Napoli - La deontologia delle pompe funebri? Una materia da studiare attentamente se non si vuole turbare la suscettibilità del defunto e dei parenti schierati a lutto. Ma se si trapassa in Campania si può stare tranquilli perché da quelle parti il consiglio regionale si è preoccupato che le esequie vengano fatte in modo deontologicamente impeccabile: ha incaricato un valente legale che per la modica somma di 3mila euro si è preso la briga di controllare le «disposizioni attuative del codice deontologico delle pompe funebri». Nessun rischio che la costosa bara in radica si riveli di volgare frassino, o che l’impresa faccia la cresta sull’addobbo floreale. È la politica a misura di cittadino, vivo o deceduto che sia. Per seguire così dappresso i cittadini, i consigli regionali mettono in campo eserciti di consulenti. Quello della Campania consta di 266 esperti chiamati tra il 2008 e i primi sei mesi del 2009. Quest’anno sono già 68 gli esperti all’appello (l’ultima tornata di incarichi pochi giorni fa) per studiare le mille problematiche del popolo campano. Studi, naturalmente, che nessuno dei molti funzionari in forze all’ente regionale potrebbe mai svolgere e che costeranno 400mila euro circa, solo per il 2009. Prestazioni altamente qualificate però. Per esempio, chi altri potrebbe illuminarci sulla «Delinquenza giovanile in Campania con particolare riguardo all’emarginato», se non un dotto consulente esterno, liquidato con 3mila euro? Chi se non un chiarissimo laureato, potrebbe mai dire l’ultima parola su come «Istituire dei percorsi di educazione alla legalità e allo sviluppo dell’azione civile»? Notare che il tutto viene via a poco prezzo, 7.500 euro Iva inclusa. Solo un esimio professore poi potrebbe svelare gli arcani sulle «Modalità applicative della nuova legge elettorale» (500mila euro). Poi ci sono tre consulenti nominati dai vertici regionali lo scorso 8 giugno che per 17mila euro devono dire se le determine dei medesimi vertici regionali che li hanno nominati sono legittime. Un cane che si morde la coda. Il più delle volte però i compiti sono così specialistici che nessuno sarebbe in grado di portarli a termine, se non il prezioso consulente. Ma il più delle volte, quegli stessi compiti, risultano difficili da capire nella loro indispensabilità. Impariamo, per esempio, sfogliando le pagine del sito del Consiglio regionale dedicate (per onesta trasparenza pubblica) ai consulenti ingaggiati dall’amministrazione nell’ultimo anno, che si è ritenuto indispensabile pagare un consulente 7.000 euro per ricercare «Siti di particolare interesse storico-culturali nelle aree interne della Regione per una nuova definizione architettonica dei territori rurali». Altrettanto sorprendente è l’attenzione per la mozzarella, la cosiddetta «filiera bufalina» che il dottore incaricato pochi giorni fa (per 3mila euro) dovrà analizzare nei dettagli così da capire dove e come utilizzare i fondi comunitari per filare una bufala succulenta. Tante (indispensabili?) consulenze firmate dal Consiglio regionale campano, anche se molte meno delle miriadi (1.113 solo nel 2006) pagate dalla Regione di Bassolino (leggere per credere Bassolino, amici e compagni, edizioni Controcorrente, del giornalista «antisprechi» Mimmo Della Corte). Indispensabile conoscere la diffusione del biodiesel in Campania? Mah. Eppure l’ottava commissione consiliare, per mille euro, ha affidato il compito ad un esperto. Improrogabile avere informazioni per la «prevenzione in materia di parassitosi delle piante da frutta» di Napoli e Sorrento? Non sappiamo, ma il Consiglio campano lo sa, e ha chiamato un dottore per dire la sua (2mila euro). Non se la passa male nemmeno la giornalista cui l’ente ha offerto 7mila euro per «Monitoraggio, verifica e controllo dei rapporti di comunicazione degli enti regionali ed a partecipazione regionale con la collettività e con gli altri enti istituzionali regionali, regionali e nazionali». Che significa? Chissà, bisognerebbe monitorare, verificare e controllare. Parrebbero inevitabili i 26.400 euro liquidati ad uno studio ingegneristico per dare una risposta (tra gli altri compiti) ad un mistero che attanaglia i consiglieri campani da quel maledetto 10 gennaio 2008, quando uno strano fumo aleggiò nella sala consiliare. Gli ingegneri dovranno svelare il mistero e spiattellare quali sono le vere «Cause dell’evento verificatosi il 10 gennaio 2008». Un giallo alla Maigret. Poi, siccome gli incarichi si sommano volentieri se proprio non è vietato (tra consiglio regionale, Camera, Senato), era opportuno assegnare ad un consulente (per 2.400 euro) lo studio delle «Cause di incompatibilità tra le cariche di presidente della giunta regionale, assessore regionale e consigliere regionale con le altre cariche elettive non disciplinate dalla Costituzione». Poi ci sono due esperti che devono dare delle dritte sulla «vigilanza nelle spiagge libere». Uno dei due deve essere meno ferrato, però, se incassa solo 2mila e 400 contro i 5mila dell’altro collega. C’è anche un consulente che per 4.500 euro dà una mano per istituire la «Consulta delle confessioni religiose e del registro delle confessioni» in Campania. Ma il contrappasso dantesco, in tutto questo, è ancora nella lista delle consulenze del Consiglio (come ha scoperto il Corriere del Mezzogiorno): un pool di sette consulenti nominati nel 2008 che, per un totale di 51mila euro, dovranno analizzare le spese del consiglio e magari dire se non ci sono forse troppi consulenti. Scommettiamo che sappiamo già la risposta?
venerdì 3 luglio 2009
Napoli
La Campania paga i consulenti dei consulenti di Paolo Bracalini
Napoli - La deontologia delle pompe funebri? Una materia da studiare attentamente se non si vuole turbare la suscettibilità del defunto e dei parenti schierati a lutto. Ma se si trapassa in Campania si può stare tranquilli perché da quelle parti il consiglio regionale si è preoccupato che le esequie vengano fatte in modo deontologicamente impeccabile: ha incaricato un valente legale che per la modica somma di 3mila euro si è preso la briga di controllare le «disposizioni attuative del codice deontologico delle pompe funebri». Nessun rischio che la costosa bara in radica si riveli di volgare frassino, o che l’impresa faccia la cresta sull’addobbo floreale. È la politica a misura di cittadino, vivo o deceduto che sia. Per seguire così dappresso i cittadini, i consigli regionali mettono in campo eserciti di consulenti. Quello della Campania consta di 266 esperti chiamati tra il 2008 e i primi sei mesi del 2009. Quest’anno sono già 68 gli esperti all’appello (l’ultima tornata di incarichi pochi giorni fa) per studiare le mille problematiche del popolo campano. Studi, naturalmente, che nessuno dei molti funzionari in forze all’ente regionale potrebbe mai svolgere e che costeranno 400mila euro circa, solo per il 2009. Prestazioni altamente qualificate però. Per esempio, chi altri potrebbe illuminarci sulla «Delinquenza giovanile in Campania con particolare riguardo all’emarginato», se non un dotto consulente esterno, liquidato con 3mila euro? Chi se non un chiarissimo laureato, potrebbe mai dire l’ultima parola su come «Istituire dei percorsi di educazione alla legalità e allo sviluppo dell’azione civile»? Notare che il tutto viene via a poco prezzo, 7.500 euro Iva inclusa. Solo un esimio professore poi potrebbe svelare gli arcani sulle «Modalità applicative della nuova legge elettorale» (500mila euro). Poi ci sono tre consulenti nominati dai vertici regionali lo scorso 8 giugno che per 17mila euro devono dire se le determine dei medesimi vertici regionali che li hanno nominati sono legittime. Un cane che si morde la coda. Il più delle volte però i compiti sono così specialistici che nessuno sarebbe in grado di portarli a termine, se non il prezioso consulente. Ma il più delle volte, quegli stessi compiti, risultano difficili da capire nella loro indispensabilità. Impariamo, per esempio, sfogliando le pagine del sito del Consiglio regionale dedicate (per onesta trasparenza pubblica) ai consulenti ingaggiati dall’amministrazione nell’ultimo anno, che si è ritenuto indispensabile pagare un consulente 7.000 euro per ricercare «Siti di particolare interesse storico-culturali nelle aree interne della Regione per una nuova definizione architettonica dei territori rurali». Altrettanto sorprendente è l’attenzione per la mozzarella, la cosiddetta «filiera bufalina» che il dottore incaricato pochi giorni fa (per 3mila euro) dovrà analizzare nei dettagli così da capire dove e come utilizzare i fondi comunitari per filare una bufala succulenta. Tante (indispensabili?) consulenze firmate dal Consiglio regionale campano, anche se molte meno delle miriadi (1.113 solo nel 2006) pagate dalla Regione di Bassolino (leggere per credere Bassolino, amici e compagni, edizioni Controcorrente, del giornalista «antisprechi» Mimmo Della Corte). Indispensabile conoscere la diffusione del biodiesel in Campania? Mah. Eppure l’ottava commissione consiliare, per mille euro, ha affidato il compito ad un esperto. Improrogabile avere informazioni per la «prevenzione in materia di parassitosi delle piante da frutta» di Napoli e Sorrento? Non sappiamo, ma il Consiglio campano lo sa, e ha chiamato un dottore per dire la sua (2mila euro). Non se la passa male nemmeno la giornalista cui l’ente ha offerto 7mila euro per «Monitoraggio, verifica e controllo dei rapporti di comunicazione degli enti regionali ed a partecipazione regionale con la collettività e con gli altri enti istituzionali regionali, regionali e nazionali». Che significa? Chissà, bisognerebbe monitorare, verificare e controllare. Parrebbero inevitabili i 26.400 euro liquidati ad uno studio ingegneristico per dare una risposta (tra gli altri compiti) ad un mistero che attanaglia i consiglieri campani da quel maledetto 10 gennaio 2008, quando uno strano fumo aleggiò nella sala consiliare. Gli ingegneri dovranno svelare il mistero e spiattellare quali sono le vere «Cause dell’evento verificatosi il 10 gennaio 2008». Un giallo alla Maigret. Poi, siccome gli incarichi si sommano volentieri se proprio non è vietato (tra consiglio regionale, Camera, Senato), era opportuno assegnare ad un consulente (per 2.400 euro) lo studio delle «Cause di incompatibilità tra le cariche di presidente della giunta regionale, assessore regionale e consigliere regionale con le altre cariche elettive non disciplinate dalla Costituzione». Poi ci sono due esperti che devono dare delle dritte sulla «vigilanza nelle spiagge libere». Uno dei due deve essere meno ferrato, però, se incassa solo 2mila e 400 contro i 5mila dell’altro collega. C’è anche un consulente che per 4.500 euro dà una mano per istituire la «Consulta delle confessioni religiose e del registro delle confessioni» in Campania. Ma il contrappasso dantesco, in tutto questo, è ancora nella lista delle consulenze del Consiglio (come ha scoperto il Corriere del Mezzogiorno): un pool di sette consulenti nominati nel 2008 che, per un totale di 51mila euro, dovranno analizzare le spese del consiglio e magari dire se non ci sono forse troppi consulenti. Scommettiamo che sappiamo già la risposta?
Napoli - La deontologia delle pompe funebri? Una materia da studiare attentamente se non si vuole turbare la suscettibilità del defunto e dei parenti schierati a lutto. Ma se si trapassa in Campania si può stare tranquilli perché da quelle parti il consiglio regionale si è preoccupato che le esequie vengano fatte in modo deontologicamente impeccabile: ha incaricato un valente legale che per la modica somma di 3mila euro si è preso la briga di controllare le «disposizioni attuative del codice deontologico delle pompe funebri». Nessun rischio che la costosa bara in radica si riveli di volgare frassino, o che l’impresa faccia la cresta sull’addobbo floreale. È la politica a misura di cittadino, vivo o deceduto che sia. Per seguire così dappresso i cittadini, i consigli regionali mettono in campo eserciti di consulenti. Quello della Campania consta di 266 esperti chiamati tra il 2008 e i primi sei mesi del 2009. Quest’anno sono già 68 gli esperti all’appello (l’ultima tornata di incarichi pochi giorni fa) per studiare le mille problematiche del popolo campano. Studi, naturalmente, che nessuno dei molti funzionari in forze all’ente regionale potrebbe mai svolgere e che costeranno 400mila euro circa, solo per il 2009. Prestazioni altamente qualificate però. Per esempio, chi altri potrebbe illuminarci sulla «Delinquenza giovanile in Campania con particolare riguardo all’emarginato», se non un dotto consulente esterno, liquidato con 3mila euro? Chi se non un chiarissimo laureato, potrebbe mai dire l’ultima parola su come «Istituire dei percorsi di educazione alla legalità e allo sviluppo dell’azione civile»? Notare che il tutto viene via a poco prezzo, 7.500 euro Iva inclusa. Solo un esimio professore poi potrebbe svelare gli arcani sulle «Modalità applicative della nuova legge elettorale» (500mila euro). Poi ci sono tre consulenti nominati dai vertici regionali lo scorso 8 giugno che per 17mila euro devono dire se le determine dei medesimi vertici regionali che li hanno nominati sono legittime. Un cane che si morde la coda. Il più delle volte però i compiti sono così specialistici che nessuno sarebbe in grado di portarli a termine, se non il prezioso consulente. Ma il più delle volte, quegli stessi compiti, risultano difficili da capire nella loro indispensabilità. Impariamo, per esempio, sfogliando le pagine del sito del Consiglio regionale dedicate (per onesta trasparenza pubblica) ai consulenti ingaggiati dall’amministrazione nell’ultimo anno, che si è ritenuto indispensabile pagare un consulente 7.000 euro per ricercare «Siti di particolare interesse storico-culturali nelle aree interne della Regione per una nuova definizione architettonica dei territori rurali». Altrettanto sorprendente è l’attenzione per la mozzarella, la cosiddetta «filiera bufalina» che il dottore incaricato pochi giorni fa (per 3mila euro) dovrà analizzare nei dettagli così da capire dove e come utilizzare i fondi comunitari per filare una bufala succulenta. Tante (indispensabili?) consulenze firmate dal Consiglio regionale campano, anche se molte meno delle miriadi (1.113 solo nel 2006) pagate dalla Regione di Bassolino (leggere per credere Bassolino, amici e compagni, edizioni Controcorrente, del giornalista «antisprechi» Mimmo Della Corte). Indispensabile conoscere la diffusione del biodiesel in Campania? Mah. Eppure l’ottava commissione consiliare, per mille euro, ha affidato il compito ad un esperto. Improrogabile avere informazioni per la «prevenzione in materia di parassitosi delle piante da frutta» di Napoli e Sorrento? Non sappiamo, ma il Consiglio campano lo sa, e ha chiamato un dottore per dire la sua (2mila euro). Non se la passa male nemmeno la giornalista cui l’ente ha offerto 7mila euro per «Monitoraggio, verifica e controllo dei rapporti di comunicazione degli enti regionali ed a partecipazione regionale con la collettività e con gli altri enti istituzionali regionali, regionali e nazionali». Che significa? Chissà, bisognerebbe monitorare, verificare e controllare. Parrebbero inevitabili i 26.400 euro liquidati ad uno studio ingegneristico per dare una risposta (tra gli altri compiti) ad un mistero che attanaglia i consiglieri campani da quel maledetto 10 gennaio 2008, quando uno strano fumo aleggiò nella sala consiliare. Gli ingegneri dovranno svelare il mistero e spiattellare quali sono le vere «Cause dell’evento verificatosi il 10 gennaio 2008». Un giallo alla Maigret. Poi, siccome gli incarichi si sommano volentieri se proprio non è vietato (tra consiglio regionale, Camera, Senato), era opportuno assegnare ad un consulente (per 2.400 euro) lo studio delle «Cause di incompatibilità tra le cariche di presidente della giunta regionale, assessore regionale e consigliere regionale con le altre cariche elettive non disciplinate dalla Costituzione». Poi ci sono due esperti che devono dare delle dritte sulla «vigilanza nelle spiagge libere». Uno dei due deve essere meno ferrato, però, se incassa solo 2mila e 400 contro i 5mila dell’altro collega. C’è anche un consulente che per 4.500 euro dà una mano per istituire la «Consulta delle confessioni religiose e del registro delle confessioni» in Campania. Ma il contrappasso dantesco, in tutto questo, è ancora nella lista delle consulenze del Consiglio (come ha scoperto il Corriere del Mezzogiorno): un pool di sette consulenti nominati nel 2008 che, per un totale di 51mila euro, dovranno analizzare le spese del consiglio e magari dire se non ci sono forse troppi consulenti. Scommettiamo che sappiamo già la risposta?
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