giovedì 2 luglio 2009

Immigrazione

Ddl sicurezza, incassata l'ultima fiducia Avanti con espulsioni e ronde "soft"

Roma - Con 161 si, 124 no, 2 astenuti il governo incassa la terza fiducia, dopo le due di ieri, al ddl sicurezza. Presenti 287, votanti 286 maggioranza 144, il Senato dice sì alle tre fiducie messe ieri dal governo su altrettanti articoli del provvedimento. Alle 11,45 con l’anticipo di 15 minuti sulla tabella di marcia decisa ieri dalla Conferenza dei capigruppo, inizieranno le dichiarazioni di voto, verso le 13 il voto finale sul provvedimento che diventa legge dello Stato. "La maggioranza è orgogliosa di aver portato a termine il ddl", ha commentato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl.

Il reato di clandestinità. Fra le norme contenute nel pacchetto il reato di clandestinità. Lo straniero illegalmente in Italia, recita il testo, non rischia la reclusione ma un’ammenda da 5 mila a 10 mila euro e l’espulsione. I rilievi dell’Ue e il rischio di una nuova emergenza carceri hanno pesato nell’esclusione della detenzione dalle pene previste. Inoltre, gli immigrati dovranno pagare un "contributo" di soggiorno che avrà un importo di un minimo di 80 euro e di un massimo di 200. Si pagherà per il rinnovo del permesso di soggiorno ma non se questo è per asilo e per la richiesta di asilo, per la protezione sussidiaria e per motivi umanitari. Infine, è prolungata dagli attuali 60 giorni a 180 giorni la permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, degli immigrati clandestini.

No ai medici spia. Abrogate alla Camera le norme su medici e presidi spia, resta nel testo l’obbligo di esibire agli uffici della pubblica amministrazione il permesso di soggiorno non solo ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse ma anche per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all’accesso ai pubblici servizi. Con questa norma, accusa l’opposizione, sarà impossibile per i figli dei clandestini essere iscritti all’anagrafe. Vengono inoltre istituite le cosiddette ronde. I sindaci, previa intesa con il prefetto, possano avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare alle forze di polizia o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale. Tali associazioni sono iscritte "in un apposito elenco tenuto a cura del prefetto" che sente anche il parere del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Tra le associazioni di cittadini i sindaci si avvalgono "in via prioritaria" di quelle costituite da ex appartenenti alle Forze dell’ordine, alle Forze Armate e agli altri corpi dello Stato.

Fini e la stretta sull'immigrazione. Tutte queste norme, comunque, paiono non convincere fino in fondo il presidente della Camera Gianfranco Fini. "Non si può pensare di risolvere il tema dell’immigrazione - ha detto oggi a un convegno a Roma - solo con politiche domestiche sulla sicurezza. Sarebbe come mettere un francobollo su una parete grande migliaia di chilometri. Proviamo a pensare in modo globale non solo a questioni connesse all’economia ma anche alla cultura politica e alla qualità del dibattito culturale. Proviamo a farlo con due punti di riferimento, una maggiore distribuzione della ricchezza e una maggiore coesione tra Nord e Sud del mondo. Se non lo si fa - è la riflessione di Fini - non ci si deve poi meravigliare se fa capolino non solo l’immigrazione biblica ma anche lo scontro di civiltà tra Islam e Occidente". Eppure, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si dice convinto che la maggioranza stia andando nella direzione giusta. "Dopo un anno di discussione - ha detto oggi dopo la richiesta di fiducia da parte dell’esecutivo in Senato - la fiducia sottolinea, con il pieno consenso della maggioranza, la priorità di un ddl che rappresenta uno dei capisaldi dell’azione di governo del centrodestra".

2 commenti:

100% Antikomunista ha detto...

Ormai questo buffone parla come Ferrero...

Elly ha detto...

Fini più parla e più vorrei prenderlo a calci nel sedere.