lunedì 13 settembre 2010
Regali
Assegno di 400mila euro al pd che va a escort di Felice Manti
C’è un ex detenuto in attesa di giudizio che ad agosto si stava fregando le mani dalla gioia. Aveva appena incassato un maxi assegno da 10mila euro lorde di pensione e una buonuscita record che sfiora i 400mila euro (anche se 152mila euro li aveva già prelevati in anticipo). Il suo nome è Sandro Frisullo, ex potentissimo vicepresidente Pd della vendoliana Regione Puglia, arrestato il 18 marzo scorso con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta con contorno di presunte tangenti nella sanità in cambio di qualche escort a buon mercato, anzi praticamente gratis. Frisullo è a piede libero dal 17 luglio, dopo che il gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola ha revocato gli arresti domiciliari. Ma 21 giorni di cella se li è fatti tutti, dall’arresto all’ 8 aprile, perché «accusato di aver utilizzato il suo peso politico - questa la tesi della Procura barese - per far vincere l’amico, il re della sanità Gianpi Tarantini in cambio di soldi e favori». Quanti e quali? Per l’accusa circa 12mila euro al mese, tre escort della scuderia a totale disposizione, automobile con autista, capi firmati e persino una donna delle pulizie gratis. Dall’assegno di Gianpi a quello da pensionato il passo è breve e la decurtazione leggera, da 12mila nette a 10mila lorde. La cosa bizzarra è che per avere questi soldi dalla Regione Puglia Frisullo non ha violato alcuna legge. Anzi, ne ha approfittato. La norma che consentirà a lui (e ad altri quaranta ex consiglieri regionali pugliesi) di riuscire a mettere dignitosamente insieme il pranzo con la cena, anche senza fare più politica, porta la firma di Mario De Cristofaro. L’ex presidente del Consiglio regionale pugliese nel 2003, quando a governare la Puglia era l’attuale ministro Raffaele Fitto, non fece fatica a far approvare una legge che prevede, oltre a un sontuoso vitalizio pari al 90% dell’indennità da consigliere di 11.190,89 euro, un assegno di fine mandato pari a un anno pieno di indennità (oltre 129mila euro per ogni legislatura al servizio dei pugliesi, tre nel caso di Frisullo). La solerzia degli impiegati regionali (ministro Brunetta, prenda appunti...) ha consentito ai pensionati di lusso, molti dei quali rigorosamente under 60 come lo stesso Frisullo ( che di anni ne ha 55) di ottenere bonus e pensione in piena estate. I mandati di pagamento sono partiti dagli uffici della Regione il 25 agosto scorso. Per le casse pugliesi è un salasso da 8 milioni di euro, di cui 3,5 erogati subito come un generoso bancomat. Ma, almeno per quanto riguarda l’ex vicepresidente Pd, tutto era iniziato 45 giorni prima, il 14 luglio, tre giorni prima della sua definitiva scarcerazione preventiva, quando il dirigente del Servizio amministrazione e risorse umane della regione Francescopaolo Digiesi aveva firmato le determinazioni necessarie a sbloccare i soldi. Nel prospetto allegato alla determinazione 166 del 25agosto scorso vengono snocciolate le cifre: l’assegno lordo finale è di 389mila euro meno qualche spicciolo, di cui 152mila e rotti già incassati grazie all’articolo 57 della legge 1/2004, che prevede appunto di richiedere un anticipo fino all’80%dell’assegno di fine rapporto. Tolte le tasse, per l’ex vicepresidente Pd accusato di essere al soldo di Gianpaolo Tarantini detto Gianpi in cambio di qualche appalto milionario nella sanità si tratta di 174.647,24 euro nette, da aggiungere alla pensione di anzianità. Diecimila euro lorde di pensione ogni mese, generosamente elargiti in una soleggiata mattina dell’estate pugliese, basteranno a uno come Frisullo che secondo l’accusa ha bisogno di fare una certa vita? È uno dei tanti interrogativi che il processo sul verminaio della sanità pugliese è destinato a sciogliere. Forse.
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