domenica 12 settembre 2010

Bersani, il leader saggio


TORINO - Un pensiero ad Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 6 settembre, per il quale «il presidente del Consiglio non ha trovato neppure una parola». Poi, un saluto alla grande platea democratica. Pier Luigi Bersani rispolvera il «Cari compagni...» e chiude, con un lungo intervento, la Festa democratica a Torino. «Il berlusconismo - attacca il segretario del Pd dal palco - impedisce la riscossa del Paese». «Alla politica - aggiunge il numero uno dei democratici - sarebbe toccato un progetto comune. E qui sta il cuore della nostra critica. Quello che chiamiamo berlusconismo e che si aggira per l’Italia da 15 anni e che in un patto di ferro con la Lega ha governato per sette anni degli ultimi nove, ha accompagnato questo scivolamento dell’Italia, ha favorito la disarticolazione del Paese, e oggi ne impedisce la riscossa deformando i codici essenziali che reggono il senso di una comunità nazionale». Quindi un avvertimento all'esecutivo: «C'è molta tensione in giro - dice Bersani -. Se un governo accende i fuochi chi li spegnerà? Attenzione!». Per il leader Pd è necessario «riconquistare l'unità del lavoro» perché «un governo tradisce il Paese se lavora per la divisione».

«NOI NON SIAMO IN PANTOFOLE» - «Nessuno pensi di venirci a spiegare il radicamento! Abbassi la cresta chi vuole darci lezioni di territorio o farci la caricatura come fossimo un partito in pantofole. Abbiamo scarpette e scarponi e se ne accorgeranno» è l'affondo del leader del Pd. Da Torino, Bersani non risparmia critica alcuna al premier, accusandolo di avere «valori al rovescio» e «una doppia morale». «Con il "ghe pensi mi" - è la convinzione di Bersani - non è arrivato nulla di buono, di concreto nella vita degli italiani, questa è un'idea deformata di democrazia». Il Cavaliere e il leader della Lega Umberto Bossi hanno la responsabilità, secondo il numero uno del Pd, «di aver lasciato il Paese senza un'idea di futuro, di avergli rubato l'orizzonte, di aver trasformato il sogno in una favola, in una bolla di sapone». «Il nostro compito - sostiene Bersani - è aiutare l'Italia a riprendere il suo sogno, a far vivere un progetto nuovo e colleghi di uno sforzo comune in cui chi ha di più deve dare di più». I pilastri di questo progetto, secondo il leader dei democratici, sono due «il primo: più lavoro e nuovo lavoro per tornare a crescere e per vivere meglio; il secondo: una riscossa civica per tornare a crescere e per vivere meglio».

«I NOSTRI SOLDATI E I PALCHI A GHEDDAFI» - Frecciatina di Bersani anche su Gheddafi: «Mentre abbiamo soldati che rischiano la vita in Afghanistan, riduciamo una caserma dei nostri carabinieri a Roma ad un palcoscenico» per il leader libico, ha detto il segretario Pd.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Quando si dice la coerenza ... Di scarponi chiodati con cui prendere a calci De Gasperi parlò Togliatti nel 1948 e D'alema pure voleva prendere a calci Berlusconi nel 1994, oggi ci prova Bersani ... che fantasia che hanno questi comunisti !

Elly ha detto...

Ma dai, fanno troppo ridere.