venerdì 10 settembre 2010
Islam e riforme
Nell’Islam, le parole “moderato” e “radicale” sono termini relativi. Senza una loro definizione è virtualmente impossibile sconfiggere il radicalismo e sostenere quello moderato. L’Islam radicale non è limitato al solo atto di terrorismo; esso infatti include anche l’accettazione di quegli insegnamenti all’interno di una religione che promuovono odio e solo alla fine generano il terrorismo. Coloro che limitano la definizione dell’Islam radicale al terrorismo stanno in realtà ignorando – e indirettamente approvando – gli insegnamenti della Shariah che autorizzano l’uccisione degli apostati, la violenza contro le donne e i gay, e l’antisemitismo.
L’Islam moderato dovrebbe essere definito come una forma di Islam che rifiuta tali editti di violenza e discriminazione. Per di più, esso dovrebbe fornire una forte contrapposizione teologica agli insegnamenti dell’Islam tradizionale secondo cui l’umma (la nazione) musulmana deve dichiarare la guerra contro le nazioni non musulmane, diffondendo la religione e offrendo ai non-musulmani le seguenti opzioni: convertirsi, pagare una tassa umiliante o essere uccisi. Tale concetto violento alimenta i jihadisti che prendono tali insegnamenti alla lettera e accettano la responsabilità di metterli in atto nel mondo moderno.
L’Islam moderato non deve essere passivo. Invece di mettersi a selezionare accuratamente le parti pacifiche dei testi religiosi, esso ha bisogno di reinterpretare attivamente quelle violente. Ignorare i testi violenti, invece di confrontarli e di contestualizzarli, permette ai giovani musulmani di essere vulnerabili a tali insegnamenti in un altro momento della loro vita. Infine, l’Islam moderato deve rifiutare con forza le pratiche barbariche dei jihadisti. Idealmente, ciò significherebbe che i musulmani scendano in massa nelle piazze di tutto il mondo contro la violenza messa in atto in nome della loro religione.
L’Islam moderato deve essere sufficientemente onesto per ammettere che la sua religione è stata utilizzata in modo violento in varie tappe della storia per dominare gli altri. Insistere sul fatto che tutte le azioni realizzate nella storia islamica e tutti gli insegnamenti della Shariah attuali sono pacifici è un inganno che peggiora solo le cose perché non ammette l’esistenza del problema.
* Tawfik Hamid, ex membro del gruppo islamico radicale Jamma Islamiya, è un riformatore islamico e senior fellow presso il Potomac Institute for Policy Studies.
Tratto da Wall Street Journal - Traduzione di Fabrizia B. Maggi
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