venerdì 10 settembre 2010

Barack Hussein Obama l'impavido


MILANO - Catturare o uccidere Osama Bin Laden, il cervello degli attentati dell'11 settembre 2001, e con lui i suoi più stretti collaboratori, a partire da Al Zawahiri, «è estremamente importante» e rimane «una delle priorità assolute» dell'amministrazione Usa. Lo ha indicato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca alla vigilia dell'anniversario degli attentati a New York e Washington da cui venne poi originato l'intervento militare in Afghanistan.

«NON SIAMO CONTRO L'ISLAM» - Obama ha precisato che l’America non è in guerra contro l’Islam, ma contro il terrorismo. E ha aggiunto che la maggioranza degli americani crede nella tolleranza religiosa, e sa bene quali siano i veri nemici degli Stati Uniti. L'intervento è in relazione alle tensioni religiose che hanno investito gli States dopo il controverso progetto di aprire un Centro islamico a pochi isolati da Ground Zero, che Obama non osteggia. «Siamo una sola nazione davanti a Dio - ha detto -. E non importa quale sia il nome di questo Dio». Per questo motivo, ha evidenziato, «nessuno riuscirà a farci del male con divisioni basate su differenze religiose o etniche». Il presidente non ha fatot un espresso riferimento al pastore della Florida che ha minacciato di bruciare il Corano. Tuttavia ha voluto ribadire che gli Usa «non sono mai stati in guerra con l'Islam, ma con i terroristi di Al Qaeda», i quali «hanno fatto molte più vittime tra i musulmani».

I NEGOZIATI IN MEDIO ORIENTE - Obama ha parlato anche del Medio Oriente e ha detto di prevedere «enormi ostacoli» sui colloqui di pace in corso. Ma comunque, ha aggiunto, vale la pena rischiare. I colloqui della scorsa settimana, ha detto ancora il capo della Casa Bianca, «sono andati oltre le aspettative» e sia Netanyahu che Abu Mazen «sono arrivati al tavolo con grossa serietà e cordialità, oltre ogni aspettativa».

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