sabato 11 settembre 2010

11/09/2001



Quello del pastore cristiano protestante Terry Jones che ha minacciato di bruciare i corani e’ stato solo un atto dimostrativo che denuncia un grave malessere che serpeggia nella nazione americana. Non conosciamo bene questo religioso di una piccola congregazione della Florida, ma sembra che abbia messo il dito nella piaga e ci abbia fatto ripiombare indietro nelle vicende buie in Europa di questi ultimi anni, di vendette sanguinose contro i caricaturisti danesi e olandesi, contro intellettuali, scrittori e giornalisti, e contro la “Lectio Magistralis” di Benedetto XVI. Ma contro lo stesso pastore , le reazioni dei potenti sono state immediate ed incendiarie: e’ suonata subito, a destra la tromba del presidente Obama e a sinistra lo squillo del papa, poi del generale Petraeus e giu’ ancora un coro di accusatori. Hanno dimostrato all’unisono e contro, una grande coordinazione di tipo militare, senza tentennamenti.

Obama poi, sembra averla presa come un’offesa personale dal momento che piu’ d’una volta nei suoi discorsi ha definito il Corano come sacro “The Holy Quran” . Tutti schierati contro il pastore, ma non contro il vero nemico ben piu’ potente e temibile, l’Islam bifronte moderato e radicale, visto che i radicali hanno la lingua biforcuta e possono travestirsi da moderati. Costoro hanno scelto la strada dell’accomodamento e dell’acquiescenza, dell’inchino e dell’ affarismo di fronte alla sua prepotenza, in poche parole la strada dell’appeasement. Ma dove sta il marcio! Perche’ questi signori gridano all’oltraggio dei corani da bruciarsi e non ad altri veri e piu’ seri oltraggi che avvengono nel mondo islamico e anche qui negli Stati Uniti?

Quei fanatici islamisti – quanta grazia, abbiamo persino forgiato un neologismo per distinguerli dagli islamici non fanatici - nel gennaio del 2009, proprio in Florida avevano formato un corteo che gridava, “ebrei ai forni” e cosi’ a Los Angeles e in Europa. Quella marmaglia indisturbata aveva potuto urlare slogan antisemiti senza che nessuno gridasse all’oltraggio, ne’ l’allora neoeletto presidente Obama disse una parola di riprovazione’, e nemmeno il papa una parola di condanna. Tacquero!

Ma contro il pastore Jones si mobilitano tutti, tutti infieriscono, gli danno dell’ ”idiotic”, “dangerous”, “disrespectful”, “unAmerican”... mobilitano i loro cannoni per sparare ad un moscerino. Temono rappresaglie ma sembra che gli ammazzamenti e le mutilazioni, nonche’ i roghi di bibbie e di bandiere avvengano tutti i giorni e avverranno sempre con o senza il pastore Jones, solo che non se ne sono ancora accorti!

In giro purtroppo non ci sono leaders come Churchill ma moltissimi Chamberlain. La prosopopea dell’attuale classe dirigente al potere non ha limiti. Questi “benpensanti” acculturati giocano al ribaltamento dei ruoli e ci fanno fessi. I carnefici sarebbero le povere vittime perseguitate e chi tenta di sbarrare loro la strada sarebbero fanatici dementi e per giunta illetterati che si fregiano di titoli di studio che non hanno. E’ la sorte che e’ toccata al pastore Jones, come ad altri pastori cristiani - svillaneggiati e vilipesi da tutti, solo perche’ hanno espresso la volonta’ di non voler sopportare piu’ l’arroganza del potere.

Mentre l’elite e i politici accettano e incoraggiano l’arroganza di quell’imam, Feisal Abdul Rauf che ci risulta tutt’altro che moderato se si e’ rifiutato di condannare Hamas, e che imperterrito non vuole riconsiderare il suo progetto di costruire quella dannata moschea vicino a Ground Zero, nemmeno se l’70% degli Americani non la vuole costruita la’, e poi vorrebbe sfacciatamente inaugurarla proprio nell’anniversario dell’11 settembre del prossimo anno.

Ma nessuno parla e nessuo grida all’oltraggio! Come nessuno ha gridato allo scandalo quando la sinistra ha proposto per la Casa Bianca un candidato come Barack Obama che ha frequentato per 20 anni una chiesa razzista e antisemita. Obama e company credono che l’America non sia una nazione civilizzata e che non rispetti la liberta’ di culto e di religione, si sbaglia di grosso perche' l’America e’ una civilissima nazione e, proprio per questo ha una dignita’ da difendere che i governanti non hanno.

Obama parla a proposito di irresponsabilita’, ma la sua e’ la vera irresponsabilita’, come presidente si e’ schierato insensibilmente a favore della costruzione della megamoschea vicino a Ground Zero quando avrebbe dovuto tacere, ma lo ha fatto sia perche’ e’ filo-arabo e per ingraziarsi i signori del petrolio, guadagnandosi anche gli elogi sperticati del re saudita Abdullah che si e’ spellato le mani dagli applausi per questa sua presa di posizione .

L’imam e il presidente americano hanno una voce ingannevole come quella delle sirene, e bisognerebbe sciogliersi della cera nelle orecchie o farsi legare ad un palo come fece Ulisse per non cedere alle lusinghe della loro voce, tanto e’ melodiosa, soprattutto per gli studenti quando fanno appello alla Costituzione, alla liberta’ di religione e di culto, e alle tante belle vacue parole che ovviamente tutti condividono.

Le stesse belle parole che il presidente Obama, oggi 11 settembre, proprio nell’anniversario di “September 11”, ha usato nel suo discorso alla nazione: come c’era da aspettarselo ha ribadito per la terza volta il suo appoggio alla moschea da costruirsi proprio li’, a Ground Zero, noncurante anche della parte del suo elettorato che ne chiede lo spostamento. Se effettivamente, come dicono loro, l’Islam e’ una religione di pace e di dialogo, questo sarebbe il momento opportuno di dimostrarlo. Ma Islam significa sottomissione.

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