martedì 7 settembre 2010

Eurabia


In nome dell’islamicamente corretto una catena francese di fast food sforna hamburger rigorosamente halal, per soli clienti musulmani. Carne trattata secondo i precetti dell’Islam, tacchino affumicato al posto della pancetta e così via è il nuovo affare del menù rispettoso del Corano lanciato in grande stile da Quick, una catena d’Oltralpe con 346 fast food. I vecchi e un po’ malsani hamburgher alti un palmo, delizia di grandi e piccini, di pura carne «infedele» rischiano di passare in seconda fila. I rivali francesi di McDonald hanno deciso di lanciare 22 fast food esclusivamente halal non a caso durante il Ramadan, il mese di digiuno islamico dall’alba al tramonto. Le vendite stanno raddoppiando, ma la polemica impazza, sia a destra che a sinistra. In molti denunciano una «discriminazione al contrario», perché nei fast food halal il menù è solo islamico. A parte la carne di maiale, proibita dall’Islam, il sapore dell’hamburger musulmano sembra non essere granché diverso da quello cristiano. Quello che cambia è la macellazione. Il bovino deve morire dissanguato con un taglio secco della giugulare e la carne va trattata senza sostanze impure, a cominciare dall’alcol. Halal è un termine arabo che significa lecito, l’opposto di haram, che rappresenta le proibizioni dell’Islam.

L'idea di servire hamburger musulmani è iniziata a gennaio con un progetto pilota in solo 8 fast food francesi. A fine febbraio il sindaco di Roubaix aveva lanciato la prima pietra denunciando la catena Quick nella sua città per «discriminazione», nei confronti dei non musulmani. La società si è giustificata spiegando che per mantenere la «purezza» della carne islamica non si può mescolare con altri piatti «impuri» nello stesso locale. In realtà c’è dietro anche un discorso economico sull'organizzazione delle forniture. Sulla faccenda erano intervenuti alcuni deputati dell'Ump, il partito di governo in Francia, proponendo un boicottaggio della Quick. Negli ultimi giorni, con il lancio in grande stile dei fast food halal, la polemica è esplosa. Marine Le Pen ha bollato l'operazione come «uno scandalo». La figlia del famoso leader dell'ultra destra francese sostiene «che i clienti versano una tassa alle organizzazioni islamiche di certificazione». Per esporre il marchio halal nei fast food dev'essere presente alla macellazione della carne un esperto islamico, che certifichi, a pagamento, la liceità del trattamento.

L’assurdo è che sheik Al Sid Sheik, assistente alla moschea di Parigi, ha già contestato la purezza halal degli hamburger francesi. Tutti gli altri ingredienti del fast food, a cominciare dalla maionese e dell'olio per friggere le patatine dovrebbero venir certificati con il timbro dell’islamicamente puro. Per non parlare del fatto che con l’hamburger halal il cliente può ordinarsi una birra, severamente proibita dal Corano. Nella laica Francia, dove sono molte sentite e dibattute le battaglie pro o contro il velo, anche la sinistra storce il naso di fronte ai fast food con il menù solo musulmano. Stephane Gatignon sindaco ambientalista di Sevran, sobborgo di Parigi, dove non vivono solo musulmani, sostiene «che tutti devono trovare i loro piatti preferiti». I francesi doc, soprattutto più anziani, che vivono in aree ad alta densità islamica, si lamentano di non trovare più la carne di maiale o i giornali nella loro lingua, che vanno cercati con la lente fra quelli scritti in arabo. Anche i musulmani più attenti temono una specie di effetto boomerang. La polemica sul fast food halal rischia di aggiungersi alle proteste per le moschee e al pericolo dell'espansione dell'Islam in Europa. Un altro nodo del contendere è che la Quick, seconda catena di fast food in Francia, è controllata al 94% da una banca di stato.

A molti sembra una contraddizione proibire il velo a scuola ed allo stesso tempo investire in ristoranti popolari con menù esclusivamente islamico. La catena Quick probabilmente farà spallucce alle polemiche e guarderà solo ai conti di un attraente mercato. In Francia vivono circa 5 milioni di musulmani. Il business dell’halal nel 2010 si aggirerà attorno ai 5,5 miliardi di euro, il 22% in più rispetto all’anno scorso.

2 commenti:

Kizzy ha detto...

Meno male che in Italia Quick non c'è... e cmq, di sicuro non ci metterei mai piede!

Elly ha detto...

Aaaaaaah, e manco io. Figurati. Solo che il business scavalca qualunque altra cosa.