domenica 5 settembre 2010

I passaporti magici


Il passaporto europeo è diventato una chimera ma centinaia di migliaia di cittadini, formalmente al di fuori di confini dell'Unione, lo hanno già ottenuto o potrebbero riceverlo per motivi storici e politici. L'Ungheria è pronta a concedere il passaporto a 300mila connazionali che vivono nella provincia autonoma della Vojvodina, nel nord della Serbia. Un retaggio storico, come i 160mila ungheresi in Ucraina. Consistenti minoranze che scalpitano per poter viaggiare e cercare lavoro liberamente in Europa, grazie all'ingresso della madrepatria nella Ue. Il quotidiano inglese «Times» ha stilato la lista lanciando l'allarme. I bulgari stanno preparando i passaporti per 300mila turchi espulsi dal regime comunista di Todor Zhivkov negli anni Ottanta. E si sta discutendo dell'ipotesi di cittadinanza a 1,4 milioni di bulgari che vivono in Macedonia, una delle repubbliche più povere dell'ex Jugoslavia.

Nel nostro piccolo già da anni gli italiani della minoranza rimasta in Istria, Fiume e Dalmazia alla fine della seconda guerra mondiale hanno diritto alla doppia cittadinanza. In gran parte vivono in Croazia, che a differenza della Slovenia non è ancora entrata nell'Unione europea. Giusti motivi storici e politici hanno permesso a circa 9mila italiani in Istria e Dalmazia croata di ottenere il passaporto italiano, che permette di girare nell'Europa comunitaria.

Secondo il «Times» il caso più allarmante riguarda la Romania entrata in Europa nel 2007. Fin dal 1991 il governo aveva deciso di concedere la cittadinanza ai vicini moldavi che sostenevano di averne diritto. In otto anni sono stati rilasciati 120mila passaporti a chi vive in Moldavia, uno dei paesi più disgraziati d'Europa. Con l'ingresso di Bucarest nella Ue le richieste si sono impennate. Quest'anno sono state registrate 53mila nuove domande e le autorità romene hanno già consegnato 17mila passaporti ai moldavi. Anche in questo caso la «politica dei passaporti» fa i conti con la storia. Nel 1940 Stalin mise le grinfie su territori romeni inglobando poi la Moldavia nell'Urss.

Secondo il «Times» la nuova ondata di cittadini europei acquisiti dall'Est potrebbe «essere un problema per i Paesi più ricchi dell'Unione europea occidentale». Un milione di moldavi, un quarto della popolazione, cerca un posto all'estero per mantenere la propria famiglia. «Molti di loro lavorano illegalmente per periodi brevi dai tre ai sei mesi. - scrive il quotidiano di Londra - Se diventassero cittadini europei, quello che adesso è illecito sarà legale e avranno il diritto di accedere a sussidi di disoccupazione e benefici». I moldavi puntano all'Inghilterra, ma pure alla Grecia, la Spagna e l'Italia. Un altro problema è costituito dai delinquenti e dallo sfruttamento della prostituzione, che utilizza le moldave buttandole sui marciapiedi delle città europee, comprese le nostre. I passaporti, per fortuna, non vengono rilasciati in massa, ma gradualmente. Per i moldavi i tempi tecnici di attesa sarebbero di almeno due anni.

Ai confini orientali dell'Unione europea lo scacchiere geopolitico potrebbe riservare ulteriori sorprese. La Transnistria è un piccolo paese fantasma pressato fra la Moldavia e l'Ucraina, che sopravvive grazie all'aiuto russo. Non si esclude che un accordo diplomatico possa riportarla sotto gli ucraini, che a loro volta cederebbero una fetta di territorio. Il risultato di questi cambiamenti è che la Moldavia potrebbe federarsi con la Romania entrando di fatto nell'Unione europea. Mosca non sta a guardare e gioca la sua partita dei passaporti rilasciandoli alla minoranza etnica nei paesi baltici, che sono tutti e tre membri della Ue. E lo stesso fa con la Transnistria.

I conti con la storia influenzano pure la Germania. Berlino ha accelerato le procedure per concedere la cittadinanza agli israeliani che ne fanno richiesta. Molti giovani dello stato ebraico puntano al passaporto europeo per girare senza quello con la stella di David, che pone problemi in molti paesi islamici. Il caso più eclatante evidenziato dal «Times» riguarda la Spagna. Madrid concede il passaporto ai discendenti dei comunisti che furono costretti all'esilio dal generalissimo Franco in America Latina o a Cuba. In un solo anno la Spagna ha ricevuto 161.463 richieste rilasciando oltre 80mila passaporti validi per tutta l'Unione europea.

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