lunedì 13 settembre 2010

Civiltà islamica


SRINAGAR- Tredici persone sono morte e altre 75 sono rimaste ferite nel Kashmir indiano - regione a maggioranza musulmana - durante una violenta protesta contro il falò dei Corani minacciato per l'11 settembre e poi annullato dal pastore americano Terry Jones. I manifestanti hanno assaltato e incendiato una scuola missionaria cristiana. La folla, scandendo slogan contro gli Stati Uniti e i dissacratori del libro sacro dell'Islam, ha appiccato il fuoco all'istituto scolastico privato che si trova a 45 chilometri dal capoluogo Srinagar e che appartiene a un gruppo missionario cristiano. Le forze dell'ordine sono intervenute uccidendo 5/7 persone e ferendone una ventina. La folla ha impedito ai vigili del fuoco di raggiungere l'edificio di legno, che è stato del tutto distrutto dal fuoco, poi ha preso d'assalto edifici governativi, veicoli, abitazioni e danneggiato altre proprietà governative.

In violente proteste scoppiate a Budgam, Bandipora e Saraf-e-Sharif sono morti altri dimostranti che hanno fatto salire il bilancio dei morti della giornata a un totale di 13 (12 secondo altre fonti come l'agenzia Pti, 15 per la Bbc, tra i quali anche uno studente di 12-13 anni). Fra le vittime accertate c'è un poliziotto. Con le sei vittime nelle manifestazioni contro Nuova delhi, oggi è stata la giornata più sanguinosa dall'inizio del movimento di protesta contro il governo centrale indiano tre mesi fa. Dimostranti anti-americani ieri avevano assaltato anche una chiesa nello Stato indiano del Punjab.

Dopo le proteste e l'allarme in tutto il mondo contro il rogo del Corano annunciato da Jones (era interventuo anche il presidente americano Barack Obama), il pastore aveva deciso all'ultimo momento di annullare il rogo, ma due predicatori evangelici hanno dato fuoco a due copie del Corano nel Tennessee e ci sarebbero stati anche emuli a New York. In un comunicato l'ambasciatore statunitense a New Delhi, Timothy Roemer, ha detto che gli Usa sono "costernati" per questi episodi. Il diplomatico ha condannato "l'abominevole" intenzione del pastore che non è "rappresentativa dei valori americani".

Il leader separatista Syed Ali Geelani, che ha organizzato scioperi e manifestazioni, ha lanciato un appello alla calma. "Condanniamo con forza coloro che hanno incendiato la scuola cristiana", ha detto. "Chiedo ai musulmani di proteggere le minoranze e i loro luoghi di culto", ha aggiunto. Intanto oggi il governo si era riunito per decidere la revoca parziale dello stato d'emergenza decretato in quattro distretti del Kashmir vent'anni fa nel tentativo di smorzare la tensione e porre fine alle manifestazioni. Il Jammu-Kashmir è il solo stato dell'unione indiana dove la popolazione è a maggioranza musulmana. L'altra parte del Kashmir è controllata dal Pakistan.

La parte indiana è teatro da vent'anni di una rivolta contro l'amministrazione di Nuova Delhi che ha provocato più di 47mila morti dal 1989. Le forze di sicurezza indiane da tre mesi sono impegnate a contenere le violenze innescate dalla morte di uno studente di 17 anni, ucciso dalla polizia l'11 giugno in una manifestazione anti-indiana. Negli ultimi due mesi, 70 persone sono state uccise, la maggior parte dalle forze dell'ordine che hanno aperto il fuoco sui manifestanti.

2 commenti:

Massimo ha detto...

Sai come lo chiamo l'atteggiamento dei musulmani nei nostri confronti ? Odio. E da noi c'è qualcuno che spinge per prendere in casa, dare vitto e alloggio e cure e cittadinanza e voto e moschee a chi ci odia ...

Kizzy ha detto...

Ben detto Massimo, concordo in pieno|