domenica 26 settembre 2010

Criminali


Per impossessarsi dei 60 euro che aveva nel portafoglio lo hanno massacrato di botte e lasciato agonizzante in mezzo alla strada, alla Magliana. Lui, Ennio Casale, un barista romano di 63 anni che lavorava in un caffè in piazza Santa Maria Maggiore, da quel 7 settembre non si è più ripreso dal coma. Ora, per lo meno, quattro dei suoi aggressori sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta di quattro romeni di 22, 27, 28 e 30 anni incastrati dalla telecamera di un bar che li ha ripresi mentre si allontanavano subito dopo il pestaggio. Sono senza fissa dimora, dormivano nei vagoni dei treni, negli alberghi a Termini o nei campi nomadi e sono accusati di rapina e tentato omicidio. Ma il cerchio non è ancora chiuso. Gli investigatori stanno cercando due complici. Erano in sei, infatti, i balordi immortalati dalla telecamera di un bar di via della Magliana. Il proprietario ha visto quelle immagini sconvolgenti: «È stato un vero e proprio agguato - racconta - Erano in sei e uno di loro si vede che aveva anche un braccio ingessato. Si erano divisi, due erano dietro il barista, due lo aspettavano davanti, mentre un altro ha scavalcato una ringhiera e gli si è affiancato. Poi, dopo il pestaggio, sono andati via separatamente». È stato grazie al particolare del braccio ingessato che i carabinieri sono riusciti a risalire al gruppo di romeni. È bastata una piccola ricerca negli ospedali per individuare il primo giovane, quello di 27 anni, pregiudicato per furto. Una settimana prima dell'aggressione era stato coinvolto in una rissa e si era fatto medicare. I militari lo hanno pedinato, hanno visto chi frequentava, poi lo hanno fermato per interrogarlo. E lui ha confessato e messo gli inquirenti sulle tracce dei complici. Alcuni di loro hanno precedenti, uno è stato identificato anche grazie ai suoi numerosi tatuaggi e la corporatura tarchiata. Il proprietario del bar le cui telecamere hanno ripreso il pestaggio parla di violenza gratuita e malvagità: «Il problema - commenta - è che se commettono in Italia i reati le pene sono minori rispetto a quelle nel loro paese. Qualche anno in carcere e poi di nuovo liberi. Mi viene da dire che questi meriterebbero di essere fucilati per quanta violenza ci hanno messo. E poi per cosa? Per 40-60 euro? È assurdo».

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