mercoledì 15 settembre 2010
Sarkò vs Ue
MILANO - Non accenna a diminuire la polemica tra Francia e Ue sulla questione dell'espulsione dei rom verso la Romania. Il ministro francese per gli affari europei, Pierre Lellouche, ha definito «inopportuna» la «scivolata» del commissario europeo alla giustizia Viviane Reding (che aveva già annunciato la procedura d'infrazione da parte dell'Ue verso i transalpini) che ha fatto un parallelismo tra la situazione dei Rom in Francia e la Seconda guerra mondiale. E il capo dell'Eliseo, Nicolas Sarkozy, secondo quanto riferito alcuni senatori dell'Ump al termine di una colazione con il presidente francese, ha avuto un moto di stizza replicando alla Reding che se proprio ci tiene i rom potrebbero essere ospitati dal Paese di origine della commissaria, il Lussemburgo.
LA POLEMICA - «Questa specie di gaffe che ha fatto è indecorosa», ha dichiarato Lellouche alla radio Rtl. «Basta con il suo tono, la mia pazienza ha un limite», ha affermato il ministro riecheggiando le parole della Reding, «non è questo il modo di rivolgersi a un grande Paese». Al Commissario Ue che aveva sostenuto che non si sarebbe aspettata di rivivere situazioni simili «dopo la fine della Seconda guerra mondiale», Lellouche ha risposto indignato: «Come ministro francese, come cittadino francese e come figlio di un combattente nella resistenza contro i nazisti, non posso lasciare che la signora Reding affermi che la Francia del 2010 ha un governo come quello di Vichy». Il riferimento è all'esecutivo collaborazionista che durante la Seconda guerra mondiale avviò ai campi di concentramento migliaia di ebrei, zingari e Rom. «Una somma di denaro in contanti e un biglietto aereo verso il Paese di origine non sono la stessa cosa dei campi di sterminio o delle camere a gas», ha osservato Lellouche, augurandosi che nella Reding «la passione abbia avuto il sopravvento sul pensiero».
INTERVIENE L'ELISEO - «Non si tratta di fare polemica, nè con la Commissione nè con il Parlamento - ha fatto sapere la presidenza della Repubblica francese alla vigilia del vertice Ue di Bruxelles - tuttavia certe affermazioni sono semplicemente inaccettabili». L'Eliseo, ricordando le precedenti sortite sull'argomento, definite «moderate», del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e della stessa Reding, ha attribuito l' «inabituale» esternazione della commissaria alla polemica suscitata dalla circolare del ministero degli Interni. «Questa circolare del 5 agosto - ha precisato la presidenza - è stata sostituita da quella del 13 settembre che il ministro degli Interni stesso ha firmato. Ora è tempo di un dialogo pacifico per trattare il fondo degli argomenti. C'è la volontà di trattare le cose sul fondo e non lasciarsi trascinare in sterili polemiche». Sull'eventualità che il problema dei rom sia sollevato giovedì con Sarkozy a Bruxelles, l'Eliseo ha precisato che la questione «non è all'ordine del giorno» del vertice.
LA PRECISAZIONE DELLA COMMISSIONE - A difesa della posizione politica della Reding è intervenuta ancora una volta la Commissione Ue, che però non è entrata nella polemica relativa ai paragoni tra il governo Sarkozy e quello di Vichy. La portavoce della Commissione Ue ha confermato che la posizione della Reding sulle espulsioni dei rom dalla Francia è quella dell'esecutivo di Bruxelles. La portavoce però ha precisato che «la Commissione lavora collegialmente» e che «nessuna decisione è ancora stata presa», preannunciandola comunque «entro le prossime due settimane». La portavoce non esclude invece che il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso possa affrontare la questione con il presidente Sarkozy giovedì, a margine del vertice Ue.
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