mercoledì 1 settembre 2010

Viale Jenner


"Se è vero che Milano non ha bisogno di una moschea, è anche vero che Milano ha bisogno di risolvere una questione che si trascina ormai da più di venti anni". E' la richiesta contenuta in una lettera inviata oggi dal Comitato Jenner-Farini al ministro dell'Interno Roberto Maroni, a due anni di distanza dal primo incontro in prefettura con il titolare del Viminale e di fronte all'episodio del cittadino marocchino accoltellato ieri sera, secondo quanto riferiscono i residenti in seguito a una rissa avvenuta nei pressi del centro culturale islamico. Nella lettera il Comitato chiede "una soluzione definitiva per la questione centro islamico in viale Jenner", rivolgendosi anche al presidente della Regione Roberto Formigoni, al prefetto Gian Valerio Lombardi, al presidente della Provincia, Guido Podestà, al sindaco Letizia Moratti, al vicesindaco Riccardo De Corato, a Walter Locatelli, direttore generale della Asl. "Nel luglio 2008 - si legge - siamo stati ricevuti dal ministro Roberto Maroni al quale abbiamo spiegato i problemi e allo stesso tempo le possibili soluzioni per risolvere una questione che ormai è diventata un problema dell'intera Città. Il Ministro aveva dato indicazioni al prefetto Gian Valerio Lombardi e al vicesindaco De Corato per risolvere in tempi brevissimi lo spostamento della preghiera del venerdì in strada e sui marciapiedi. E per questo cogliamo l'occasione per ringraziarli ancora. Ma ciò era il punto di partenza, perché la fede islamica prevede cinque preghiere quotidiane e i disagi nel quartiere continuano. Il traguardo infatti sarebbe stato trovare una sede definitiva (a spese della Comunità interessata) dove trasferire il centro islamico, niente dunque grande moschea (che neanche i musulmani chiedono). Sono passati due anni ma la soluzione definitiva tarda a venire. E' stata risolta la 'questione' della preghiera del venerdì concedendo l'utilizzo del Palasharp e del Teatro Ciak per il Ramadam. Questi due anni di preghiera (e di 'prova') al palazzetto di Lampugnano, senza lamentele da nessuna parte, hanno evidenziato come una sede idonea dal punto di vista urbanistico (lontano dalle case, servite da mezzi pubblici e parcheggi) potesse essere la soluzione ideale". Per questo "se è vero che Milano non ha bisogno di una moschea, è anche vero che Milano ha bisogno di risolvere una questione che si trascina ormai da più di venti anni".

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