MILANO - Una donna sudamericana di 29 anni, madre di tre figli, ha denunciato uno stupro che sarebbe avvenuto su un treno del Passante ferroviario, in un tratto del centro di Milano. La versione della donna è ritenuta credibile, ma sono in corso precisi accertamenti per valutare e ricostruire l’intera dinamica dell’episodio, che secondo quanto denunciato sarebbe avvenuto giovedì scorso, 29 gennaio, intorno alle 22. La denuncia è stata formalizzata lunedì pomeriggio.
«PARLAVANO ARABO» - Gli aggressori sarebbero quattro, presumibilmente nordafricani. La donna si trovava a bordo di un treno del Passante ferroviario, un interregionale partito dalla stazione di Milano Certosa e diretto a Novara. La donna ha raccontato agli agenti che mentre si trovava sul vagone si è addormentata, a causa di alcuni farmaci che deve assumere per curare le sue crisi epilettiche. La donna ha spiegato di essersi improvvisamente svegliata perché una mano le tappava la bocca; a quel punto si è trovata di fronte quattro individui di cui uno le ha puntato un coltello alla gola ordinandole di chiudere gli occhi. A questo punto due dei quattro uomini avrebbero abusato di lei, costringendola a due rapporti completi. La donna ha dettagliato il suo racconto spiegando che i quattro parlavano arabo ed erano quindi presumibilmente cittadini nordafricani.
PROVE CANCELLATE - Subito dopo la violenza i quattro, di cui due non hanno partecipato attivamente alla violenza sessuale, si sono dileguati scendendo a Rho, la fermata prima di quella della vittima, Vittuone. E’ sempre la donna a raccontare ai poliziotti di aver avuto una offerta di aiuto da parte di un passante, ma di averla rifiutata, e di essere andata a casa a lavarsi, cancellando purtroppo così possibili elementi di prova. Il giorno dopo la 29enne è andata al lavoro, ma ancora sotto shock si è sentita male ed è svenuta. Ha raccontato l'episodio a una amica, che l'ha convinta ad andare a farsi visitare al Centro violenze sessuali della clinica Mangiagalli. Erano passate oltre 24 ore dallo stupro, e i medici non hanno più trovato tracce per inchiodare i responsabili. Inoltre, le gravidanze avute dalla donna impediscono di trovare riscontri certi della violenza. La donna è stata comunque valutata «in forte stato di choc», e per questo trattenuta in ospedale per alcune ore. I medici hanno ritenuto che il suo stato psicofisico fosse tale da sconsigliare un colloquio immediato con la polizia. Solo nella serata di lunedì si è arrivati alla denuncia. Ora l’inchiesta passerà alla Polizia ferroviaria competente, perché la violenza si è consumata su un treno del Passante ferroviario milanese. La Polfer effettuerà controlli sulle telecamere della stazione per individuare il gruppo.
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