martedì 3 febbraio 2009

Puniteli

«Punite quei mostri, non sono persone»

È grande il dolore che ci accompagna da quel maledetto giovedì notte in cui i nostri cuori sono stati spezzati così come la vita dei nostri figli e di chi gli sta vicino. Quella notte doveva essere una notte come tante, vissuta liberamente con la spensieratezza della loto età, ma questi due giovani ragazzi sono stati aggrediti, umiliati, seviziati e privati della loro dignità. Hanno dovuto subire l’aggressione più vile e vigliacca che esista per un uomo e per la sua donna. Nonostante tutte le parole che sono state spese per questa triste vicenda, niente può descrivere le atrocità di cui sono stati capaci questi mostri che non possono essere definite persone. I nostri figli sono costretti a farsi coraggio per affrontare le loro paure in ogni momento, perché quando chiudono gli occhi è ancora vivo il ricordo di quel terribile incubo. Lei ha ancora davanti agli occhi l’immagine di quei mostri che accanendosi sul suo corpo ne approfittavano con violenza e lui sente ancora le urla e l’impotenza di non poter fermare così vili atrocità. La loro voglia di vita li porta a essere uniti in questo calvario per cercare di riprendersi il loro futuro. Ogni giorno anche noi cerchiamo di esser loro vicini, cerchiamo di trovare «il modo giusto» per andare avanti in questa brutta realtà, bruscamente segnata dalla cattiveria e dalla malvagità. Noi non sappiamo come comportarci, perché quello che è successo è talmente crudele e fa così male che rende impotenti anche noi e ci fa sentire nauseati dalla società che ci circonda. Una società in cui non c’è più rispetto per la dignità umana e nella quale non avremmo mai immaginato potesse accadere quello che è successo. Niente potrà mai sopire il dolore che quotidianamente portiamo dentro. Ma vogliamo che sia fatta giustizia, che quel che è successo non vada dimenticato, sarebbe troppo doloroso subire anche questo affronto.Vogliamo che nessuno dimentichi, perché quello che è successo ai nostri ragazzi poteva succedere ai figli, ai fratelli, alle sorelle, ai papà e alle mamme di tutti voi. Vogliamo che questa società cambi. Vogliamo che le istituzioni prendano provvedimenti affinché ciò che è accaduto non succeda più. Vogliamo che il Legislatore cambi le leggi perché questi reati vengano puniti più severamente. Vogliamo che la magistratura punisca gravemente chiunque si macchi di questi atroci reati. Vogliamo che le amministrazioni adottino i provvedimenti per assistere tali violenze. Vogliamo che chi ha sbagliato abbia una pena esemplare. Non vogliamo essere abbandonati. Cio che ci rattrista di più è che chi ha fatto del male era ben consapevole di ciò che stava facendo. Di conseguenza non possiamo che gridare con tutta la nostra rabbia: Giustizia! Speriamo che anche tutte le altre persone che hanno subito ingiustizie simili trovino la forza per denunciare l’accaduto affinché nessun crimine del genere resti impunito. Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri che in tempi molto rapidi ha catturato quei mostri che hanno rovinato le nostre vite (...) Non si può perdonare un atto talmente criminoso e spietato (...) Confidiamo nella giustizia italiana. Aggrediti a Guidonia

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