Professor Baldassarre, lei si presenta a Terni con una lista civica sostenuta dal Pdl: deduciamo che ha fatto un falò dei suoi vecchi ideali di uomo di sinistra... «Non ho tradito io. Sono stati gli uomini a tradire me. Vede, io sono stato ingraiano quando ero giovanissimo, poi ho avuto riferimenti importanti come Napolitano, come Natta. Persone di un’onestà cristallina, da cui imparare. Adesso chi ho davanti? Nessuno. Perché la sinistra non esiste più e - sia a livello nazionale sia locale - è incapace di produrre uomini della levatura di un tempo, teste pensanti in grado di parlare alla gente di problemi veri e di capire dalla gente, ascoltandola, quali sono le priorità. È una sinistra senza idee e senza teste». Resta il fatto che lei, presidente emerito della Corte costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione, dall’indebitamento finanziario, dall’inquinamento». Corruzione è una parola grossa... «Eppure è l’unica parola che si può usare per il comportamento scandaloso di un’amministrazione municipale di sinistra che, in una roccaforte rossa per tradizione, ha agito con impunità. Per esempio, a Terni c’è una grande disoccupazione giovanile ma la colpa non è della crisi economica. È di un sistema di potere clientelare e corrotto che privilegia solo coloro che appartengono a determinate famiglie e a un certo partito. Il sindaco è stato più volte condannato dalla Corte dei Conti per uso illegale di denaro pubblico, c’è stata un’indagine penale. E il Comune è finito sul lastrico con 200 milioni di debito per favorire le cooperative rosse». Quindi i giovani di Terni sono discretamente inferociti... «Se dovessero votare solo i giovani vinceremmo con dieci punti di vantaggio. In ogni caso, con questi giovani di Terni che vogliono lavorare per il bene della città e per ridarle dignità, sono sicuro che formeremo, nei prossimi cinque anni, una classe politica nuova». Parla come se fosse già sindaco... «Non ho ancora vinto, ma confido di vincere. Confido nell’onestà e nella voglia di cambiamento della gente di Terni. Che è stanca anche del clima intimidatorio creato dalla sinistra. Il Pd, a livello locale, è fatto di gente che cerca di arraffare soldi perché non ha mai lavorato in vita sua e di aiutare i parenti. Terni è una parentopoli». Anche «intimidatorio» è pesante... «Eppure è un’altra verità. Pensi che sono stati in molti a supportare il mio programma teso a spazzare via questa cappa di oligarchi che soffocano la città, creano discriminazione e frenano lo sviluppo. Tanti imprenditori e artigiani hanno dato contributi sostanziosi al mio comitato. Ma mi hanno pregato di non fare il nome altrimenti avrebbero subìto conseguenze. Conseguenze pesanti. Come accade in altre terre d’Italia. Mi sono spiegato?». Tre priorità che ha in animo per salvare Terni prima che sia troppo tardi. «Creare condizioni per lo sviluppo delle imprese e creare posti di lavoro per i giovani. Ridurre l’inquinamento perché non accada più che un sindaco, come è successo qui, ignori deliberatamente dodici allarmi radioattivi. Riorganizzare l’amministrazione pubblica che ha sperperato il denaro dei contribuenti con imprese fallimentari. Il centro multimediale, le farmacie comunali che, uniche in Italia, sono in rosso, i reparti ospedalieri creati non per soddisfare l’interesse dei cittadini ma quelli dei primari, le consulenze inventate con progetti fantasiosi per distribuire laute prebende».
domenica 7 giugno 2009
Terni
«Io, ingraiano, sfido una sinistra senza teste» di Gabriele Villa
Professor Baldassarre, lei si presenta a Terni con una lista civica sostenuta dal Pdl: deduciamo che ha fatto un falò dei suoi vecchi ideali di uomo di sinistra... «Non ho tradito io. Sono stati gli uomini a tradire me. Vede, io sono stato ingraiano quando ero giovanissimo, poi ho avuto riferimenti importanti come Napolitano, come Natta. Persone di un’onestà cristallina, da cui imparare. Adesso chi ho davanti? Nessuno. Perché la sinistra non esiste più e - sia a livello nazionale sia locale - è incapace di produrre uomini della levatura di un tempo, teste pensanti in grado di parlare alla gente di problemi veri e di capire dalla gente, ascoltandola, quali sono le priorità. È una sinistra senza idee e senza teste». Resta il fatto che lei, presidente emerito della Corte costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione, dall’indebitamento finanziario, dall’inquinamento». Corruzione è una parola grossa... «Eppure è l’unica parola che si può usare per il comportamento scandaloso di un’amministrazione municipale di sinistra che, in una roccaforte rossa per tradizione, ha agito con impunità. Per esempio, a Terni c’è una grande disoccupazione giovanile ma la colpa non è della crisi economica. È di un sistema di potere clientelare e corrotto che privilegia solo coloro che appartengono a determinate famiglie e a un certo partito. Il sindaco è stato più volte condannato dalla Corte dei Conti per uso illegale di denaro pubblico, c’è stata un’indagine penale. E il Comune è finito sul lastrico con 200 milioni di debito per favorire le cooperative rosse». Quindi i giovani di Terni sono discretamente inferociti... «Se dovessero votare solo i giovani vinceremmo con dieci punti di vantaggio. In ogni caso, con questi giovani di Terni che vogliono lavorare per il bene della città e per ridarle dignità, sono sicuro che formeremo, nei prossimi cinque anni, una classe politica nuova». Parla come se fosse già sindaco... «Non ho ancora vinto, ma confido di vincere. Confido nell’onestà e nella voglia di cambiamento della gente di Terni. Che è stanca anche del clima intimidatorio creato dalla sinistra. Il Pd, a livello locale, è fatto di gente che cerca di arraffare soldi perché non ha mai lavorato in vita sua e di aiutare i parenti. Terni è una parentopoli». Anche «intimidatorio» è pesante... «Eppure è un’altra verità. Pensi che sono stati in molti a supportare il mio programma teso a spazzare via questa cappa di oligarchi che soffocano la città, creano discriminazione e frenano lo sviluppo. Tanti imprenditori e artigiani hanno dato contributi sostanziosi al mio comitato. Ma mi hanno pregato di non fare il nome altrimenti avrebbero subìto conseguenze. Conseguenze pesanti. Come accade in altre terre d’Italia. Mi sono spiegato?». Tre priorità che ha in animo per salvare Terni prima che sia troppo tardi. «Creare condizioni per lo sviluppo delle imprese e creare posti di lavoro per i giovani. Ridurre l’inquinamento perché non accada più che un sindaco, come è successo qui, ignori deliberatamente dodici allarmi radioattivi. Riorganizzare l’amministrazione pubblica che ha sperperato il denaro dei contribuenti con imprese fallimentari. Il centro multimediale, le farmacie comunali che, uniche in Italia, sono in rosso, i reparti ospedalieri creati non per soddisfare l’interesse dei cittadini ma quelli dei primari, le consulenze inventate con progetti fantasiosi per distribuire laute prebende».
Professor Baldassarre, lei si presenta a Terni con una lista civica sostenuta dal Pdl: deduciamo che ha fatto un falò dei suoi vecchi ideali di uomo di sinistra... «Non ho tradito io. Sono stati gli uomini a tradire me. Vede, io sono stato ingraiano quando ero giovanissimo, poi ho avuto riferimenti importanti come Napolitano, come Natta. Persone di un’onestà cristallina, da cui imparare. Adesso chi ho davanti? Nessuno. Perché la sinistra non esiste più e - sia a livello nazionale sia locale - è incapace di produrre uomini della levatura di un tempo, teste pensanti in grado di parlare alla gente di problemi veri e di capire dalla gente, ascoltandola, quali sono le priorità. È una sinistra senza idee e senza teste». Resta il fatto che lei, presidente emerito della Corte costituzionale, ex presidente della Rai e docente universitario, adesso si va a mettere in gioco per fare il sindaco di Terni. Perché? «Perché non me la sento di stare a guardare mentre la mia città sta morendo. Affossata dalla corruzione, dall’indebitamento finanziario, dall’inquinamento». Corruzione è una parola grossa... «Eppure è l’unica parola che si può usare per il comportamento scandaloso di un’amministrazione municipale di sinistra che, in una roccaforte rossa per tradizione, ha agito con impunità. Per esempio, a Terni c’è una grande disoccupazione giovanile ma la colpa non è della crisi economica. È di un sistema di potere clientelare e corrotto che privilegia solo coloro che appartengono a determinate famiglie e a un certo partito. Il sindaco è stato più volte condannato dalla Corte dei Conti per uso illegale di denaro pubblico, c’è stata un’indagine penale. E il Comune è finito sul lastrico con 200 milioni di debito per favorire le cooperative rosse». Quindi i giovani di Terni sono discretamente inferociti... «Se dovessero votare solo i giovani vinceremmo con dieci punti di vantaggio. In ogni caso, con questi giovani di Terni che vogliono lavorare per il bene della città e per ridarle dignità, sono sicuro che formeremo, nei prossimi cinque anni, una classe politica nuova». Parla come se fosse già sindaco... «Non ho ancora vinto, ma confido di vincere. Confido nell’onestà e nella voglia di cambiamento della gente di Terni. Che è stanca anche del clima intimidatorio creato dalla sinistra. Il Pd, a livello locale, è fatto di gente che cerca di arraffare soldi perché non ha mai lavorato in vita sua e di aiutare i parenti. Terni è una parentopoli». Anche «intimidatorio» è pesante... «Eppure è un’altra verità. Pensi che sono stati in molti a supportare il mio programma teso a spazzare via questa cappa di oligarchi che soffocano la città, creano discriminazione e frenano lo sviluppo. Tanti imprenditori e artigiani hanno dato contributi sostanziosi al mio comitato. Ma mi hanno pregato di non fare il nome altrimenti avrebbero subìto conseguenze. Conseguenze pesanti. Come accade in altre terre d’Italia. Mi sono spiegato?». Tre priorità che ha in animo per salvare Terni prima che sia troppo tardi. «Creare condizioni per lo sviluppo delle imprese e creare posti di lavoro per i giovani. Ridurre l’inquinamento perché non accada più che un sindaco, come è successo qui, ignori deliberatamente dodici allarmi radioattivi. Riorganizzare l’amministrazione pubblica che ha sperperato il denaro dei contribuenti con imprese fallimentari. Il centro multimediale, le farmacie comunali che, uniche in Italia, sono in rosso, i reparti ospedalieri creati non per soddisfare l’interesse dei cittadini ma quelli dei primari, le consulenze inventate con progetti fantasiosi per distribuire laute prebende».
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento