MILANO - L'Atm si difende: nessuna discriminazione verso gli extracomunitari, ma una comprensibile limitazione per motivi di sicurezza. Questo in sintesi, come riferisce l'agenzia Omnimilano, il contenuto della memoria stilata dai legali dell'azienda, gli avvocati Alberto Rho e Claudia Muro, in vista dell'udienza di mercoledì davanti al Tribunale del lavoro. Si discute del ricorso presentato da un marocchino 18enne, elettricista diplomato, che vorrebbe presentare il proprio curriculum all'azienda ma sa che è inutile perché il Regio decreto 148 del 1931, articolo 10, limita le assunzioni a chi ha la cittadinanza italiana o di altro paese dell'Unione europea. Un decreto contro il quale a fine marzo si era espresso con chiarezza lo stesso presidente e ad di Atm, Elio Catania: «Potrebbe valer la pena di rivederlo, visto che ha più di settant'anni. È superato, antistorico e totalmente inadatto a gestire aziende moderne orientate all'efficienza per erogare servizi ai cittadini».
«RISCHIO ATTENTATI» - Marcia indietro, invece, nella corposa memoria stilata dai legali di Atm, che argomentano: «Non v'è chi non veda che il servizio di pubblico trasporto involga delicati aspetti di sicurezza pubblica, ed è particolarmente esposto, ad esempio, a rischi di attentati. E' proprio di questi giorni (del 5 giugno 2009) la notizia, apparsa sulle maggiori testate giornalistiche, che cinque terroristi maghrebini avrebbero organizzato un attentato nella metropolitana milanese che avrebbe dovuto realizzarsi prima delle elezioni del 2006». Secondo loro, «si può comprendere, dunque, se il Legislatore italiano ha ritenuto di limitare l'accesso all'impiego nel settore dettando determinati requisiti, tra i quali quello della cittadinanza, ritenendo - forse - che il legame personale del cittadino allo Stato dia maggiori garanzie in relazione alla sicurezza e incolumità pubblica».
LE ASSOCIAZIONI - Il giovane marocchino, nel suo ricorso, chiede che venga dichiarato il carattere discriminatorio del comportamento della società e che venga ordinato all'Atm di esaminare le domande di assunzione presentate da extracomunitari legalmente residenti in Italia. Accanto all'operaio si sono schierate l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e Avvocati per niente onlus (Apn), che parlano di «comportamento illegittimo e discriminatorio ai sensi del Testo unico sull'immigrazione». I legali di Atm ribattono che l'azienda non ha negato l’assunzione al lavoratore, il quale non ha mai neanche presentato la domanda, e chiedono quindi al giudice di rigettare tutte le richieste e di imporre la pubblicazione della notizia di smentita del carattere discriminatorio del comportamento di Atm.
SPATARO: NESSUN RISCHIO NEL 2006 - Il procuratore aggiunto Armando Spataro, interpellato da Omnimilano, commenta: «Non intendo entrare nel merito delle argomentazioni oggetto della controversia, anche se personalmente trovo discriminatorio che una legge neghi possibilità di lavoro a chicchessia solo in ragione della sua cittadinanza, ma intendo comunque ricordare che la metropolitana milanese non ha corso alcun rischio nel 2006 poiché, più che un piano per un attentato, l'inchiesta della Procura di Milano ha posto in luce solo l'esistenza di un vago progetto, mai entrato neppure nella fase preparatoria».
ATM: FAVOREVOLI A REVISIONE COSTRUTTIVA - Atm in una nota precisa che la sua posizione «rimane sempre la stessa: disponibili ad una revisione costruttiva del Regio Decreto che possa aprire il mercato del lavoro anche a soggetti extracomunitari per dare la possibilità, ad esempio, ad un cittadino giapponese di lavorare in un Atm Point per dare supporto madrelingua agli ospiti nel periodo dell'Expo. Atm ribadisce il pieno e totale rispetto di tutte le leggi vigenti. Il ricorso e l'anticipazione sono solo strumentalizzazioni ad uso mediatico che producono pericolose distorsioni della realtà». A proposito della memoria preparata dai legali, Atm precisa: «E' un documento tecnico che ha come obiettivo quello di dimostrare l'azione temeraria contro l'azienda, rea secondo l'accusa di non aver assunto una persona senza che questa ne abbia mai fatto domanda. La memoria contiene alcuni riferimenti alla sicurezza del servizio di trasporto e cita esempi giurisprudenziali (...). Non a caso il Regio Decreto prevede che i dipendenti possano svolgere funzioni di pubblico ufficiale, strettamente legate alla cittadinanza. È il caso limite degli operatori delle sale operative delle metropolitane, chiamati a funzioni delicatissime e in siti ad alto rischio terrorismo, per i quali Atm applica criteri di selezione e controllo severissimi. A supporto della citazione giurisprudenziale, la memoria legale ha richiamato alcuni articoli di quotidiani nei quali si faceva riferimento alle metropolitane come obiettivi di attacchi».
2 commenti:
In Marocco, un operaio italiano, e magari CRISTIANO, può lavorare alle dipendenze dello Stato? Sarebbe il caso di interrogarci su questo, prima di pensare al terrorismo o alla discriminazione.
A parte le bombe, il tizio deve restare a casa perchè con la crisi ci sono migliaia di elettricisti italiani che si ritrovano in mezzo alla strada!
O 10 MILIONI DI ITALIANI DEVONO RESTARE DISOCCUPATI PER PERMETTERE AGLI STRANIERI DI CONTINUARE A VIVERE QUI?
(che poi i soldi li mandano a casa loro, e neanche rilanciano l'economia con i consumi...)
Ma soprattutto, io vorrei chiedere a chi già parla di "atto razzista": se io, responsabile di questa azienda, per non sentirmi dare del razzista assumo il tizio marocchino, chi verrà massacrato verbalmente, mediaticamente e penalmente semmai accadesse un attentato e l'immigrato in questione si rivelasse essere uno degli organizzatori? Ci andrei di mezzo io, e la stampa urlerebbe "avevano irresponsabilmente assunto uno dei terroristi". Ma intanto urlano "non vogliono assumere un povero marocchino perchè sono razzisti".
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