domenica 7 giugno 2009

Milano

Violenza: È il caso numero 27 dall’inizio dell’anno. Stupro dopo la discoteca a Milano Preso un clandestino già espulso. La vittima è una ragazza marocchina

MILANO — «Tu di dove sei?». «Io sono di Beni Mel­lal». «Anch’io sono di Beni Mellal».
È cominciata così la serata di una ragazza maroc­china, 20 anni, che vive in Ve­neto ed era venuta a Milano con alcune amiche per passa­re una nottata in discoteca. È finita con uno stupro, a cui è seguita anche una rapina. Erano da poco passate le 4 di notte del primo giugno. Gra­zie alla memoria di ferro del­la giovane e di un detective del commissariato di polizia Mecenate, l’aggressore è sta­to identificato e arrestato. Si tratta di un clandestino di 28 anni, Mohamed E.Y., con pre­cedenti, già espulso dall’Ita­lia, spacciatore a tempo pie­no. È già a San Vittore. Lo stupro — il 27esimo dall’inizio dell’anno a Mila­no, il 94 per cento compiuto da stranieri — è avvenuto nella notte di domenica scor­sa. Mouna (nome di fanta­sia) era andata al Karma, una discoteca di via Fabio Massi­mo, a Nosedo. In pista con le amiche ha conosciuto un connazionale. Chiacchera do­po chiacchera, gli ha rivelato che stava cercando un’auto usata, per andare al lavoro. «Se ti interessa — è stata la risposta del ragazzo — ti fac­cio vedere la mia, che è par­cheggiata qui fuori». Mouna si è fidata di Mohamed. Sono saliti sull’autovettura, una Golf blu, e sono partiti. Po­che centinaia di metri, sino al Parco delle Rose. La faccia di Mohamed ha cambiato espressione. Dopo aver im­pugnato un punteruolo, il nordafricano l’ha costretta a spogliarsi e l’ha stuprata. Poi l’ha anche rapinata di soldi e cellulare. Infine l’ha abbando­nata al bordo della strada. È stato un camionista a soccorrere la ragazza e a chia­mare la polizia. Erano le 4,30. Mouna è finita alla clini­ca Mangiagalli (dove hanno confermato la violenza) e poi al commissariato Mece­nate. Davanti al vicequestore Francesca Fusto, ha tirato fuori tutto il suo coraggio e ha spiegato nei dettagli cosa era successo. Fornendo due particolari determinanti: «Mi ricordo che mi ha fatto salire su una Golf blu e che aveva al collo una catena d’oro a maglie grosse, con una strana medaglia». Un particolare captato da un de­tective che seguiva l’interro­gatorio. La macchina apparte­neva a uno spacciatore della zona fermato più volte. Addi­rittura un anno fa, mentre tentava una rapina a un’altra donna. In commissariato hanno tirato fuori un album fotografico. Mouna ha rico­nosciuto il suo aggressore. I poliziotti l’hanno arrestato a un indirizzo già in archivio, a Legnano. Sotto casa la Golf blu, nell’appartamento il cel­lulare della ragazza, al collo la catena d’oro.

Alberto Berticelli

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