«L’unica strada veramente umana nelle politiche migratorie è quella dell’integrazione». Dopo la polemica dei giorni scorsi, scatenata dalle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi in visita a Milano giovedì scorso per la campagna elettorale, che ha definito il capoluogo lombardo «Città africana», l’arcivescovo della città meneghina Dionigi Tettamanzi interviene riprendendo l’argomento degli stranieri e di una possibile integrazione. «Quando si parte dal concetto di dignità umana - ha dichiarato il cardinale Tettamanzi - allora è possibile affrontare tutti i problemi e anche quello del coordinamento tra le istanze di sicurezza e quelle dell’accoglienza. Soprattutto si tratta di iniziare con lungimiranza, con saggezza ma anche con coraggio l’unica strada veramente umana che è quella dell’integrazione». Ma l’arcivescovo di Milano non ha parlato soltanto di integrazione, ma ha voluto anche ampliare la propria riflessione, soffermandosi ad analizzare anche il tema del lavoro, argomento particolarmente sentito in questo momento di recessione.Il cardinale ha messo in guardia dal rischio che con la perdita della professione, un cittadino possa perdere anche la propria dignità personale. «Io vedo tanti segni di speranza - ha proseguito Dionigi Tettamanzi - perché anche le persone povere si rendono conto che certe difficoltà si possono superare. Così come vedo che la preoccupazione a cuore di tante persone non è semplicemente la preoccupazione di perdere il lavoro, ma che con il lavoro possa venire meno la dignità».
domenica 7 giugno 2009
De intellighenzia kattokomunista
Stranieri Tettamanzi: «L’integrazione è l’unica strada»
«L’unica strada veramente umana nelle politiche migratorie è quella dell’integrazione». Dopo la polemica dei giorni scorsi, scatenata dalle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi in visita a Milano giovedì scorso per la campagna elettorale, che ha definito il capoluogo lombardo «Città africana», l’arcivescovo della città meneghina Dionigi Tettamanzi interviene riprendendo l’argomento degli stranieri e di una possibile integrazione. «Quando si parte dal concetto di dignità umana - ha dichiarato il cardinale Tettamanzi - allora è possibile affrontare tutti i problemi e anche quello del coordinamento tra le istanze di sicurezza e quelle dell’accoglienza. Soprattutto si tratta di iniziare con lungimiranza, con saggezza ma anche con coraggio l’unica strada veramente umana che è quella dell’integrazione». Ma l’arcivescovo di Milano non ha parlato soltanto di integrazione, ma ha voluto anche ampliare la propria riflessione, soffermandosi ad analizzare anche il tema del lavoro, argomento particolarmente sentito in questo momento di recessione.Il cardinale ha messo in guardia dal rischio che con la perdita della professione, un cittadino possa perdere anche la propria dignità personale. «Io vedo tanti segni di speranza - ha proseguito Dionigi Tettamanzi - perché anche le persone povere si rendono conto che certe difficoltà si possono superare. Così come vedo che la preoccupazione a cuore di tante persone non è semplicemente la preoccupazione di perdere il lavoro, ma che con il lavoro possa venire meno la dignità».
«L’unica strada veramente umana nelle politiche migratorie è quella dell’integrazione». Dopo la polemica dei giorni scorsi, scatenata dalle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi in visita a Milano giovedì scorso per la campagna elettorale, che ha definito il capoluogo lombardo «Città africana», l’arcivescovo della città meneghina Dionigi Tettamanzi interviene riprendendo l’argomento degli stranieri e di una possibile integrazione. «Quando si parte dal concetto di dignità umana - ha dichiarato il cardinale Tettamanzi - allora è possibile affrontare tutti i problemi e anche quello del coordinamento tra le istanze di sicurezza e quelle dell’accoglienza. Soprattutto si tratta di iniziare con lungimiranza, con saggezza ma anche con coraggio l’unica strada veramente umana che è quella dell’integrazione». Ma l’arcivescovo di Milano non ha parlato soltanto di integrazione, ma ha voluto anche ampliare la propria riflessione, soffermandosi ad analizzare anche il tema del lavoro, argomento particolarmente sentito in questo momento di recessione.Il cardinale ha messo in guardia dal rischio che con la perdita della professione, un cittadino possa perdere anche la propria dignità personale. «Io vedo tanti segni di speranza - ha proseguito Dionigi Tettamanzi - perché anche le persone povere si rendono conto che certe difficoltà si possono superare. Così come vedo che la preoccupazione a cuore di tante persone non è semplicemente la preoccupazione di perdere il lavoro, ma che con il lavoro possa venire meno la dignità».
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4 commenti:
Ma dove è scritto che per rispettare la dignità altrui noi si debba rinunciare alle nostre tradizioni, alla nostra identità, alla nostra sicurezza e alla nostra terra ?
E alla nostra di dignità?
è quando senti uscite del genere, ma anche di Sciortino (Short-ino, un nome un programma) da Fanghiglia SCristiana, Marchetto e vari modernisti, che ti rendi conto del danno incommensurabile del Concilio Vaticano II, con cui il comunismo e la conseguente vacua fuffa ecumenica-mondialista son entrati anche in Chiesa: ora pare comandino in chiesa un po' l'Onu, un po' l'opinione qualunquista che va per la maggiore, un po' di sinistrismo, per quanto B XVI in parte, solo in parte abbia provato a riportare qualche disciplina e sostanza.
Si ma mai mettersi in primis nei panni degli italiani indigenti? Possibile che la "dignità" e il resto ruotano solo attorno a quei cazzo di extracomunitari?
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