MILANO — Azouz Marzouk si è risposato. In Tunisia, il 18 giugno, ha preso in moglie Michela Lovo, la ragazza che aveva conosciuto un anno fa in un bar di Lecco. Il racconto della cerimonia è un’esclusiva dell’ultimo numero di Gente. «Me lo sono venuta a riprendere — racconta Michela all’inviata di Gente —. Sono pronta a seguirlo ovunque. Voglio una vita normale, una famiglia, dei figli. Vorremmo un maschio e ovviamente lo chiameremo Youssef». Dopo il matrimonio davanti a un notaio del Comune di Zaghouan, 50 chilometri a sud della Capitale, Azouz e Michela per la legge tunisina sono marito e moglie. Ma non per quella italiana, almeno finché il matrimonio non verrà registrato. Le nozze, forse, potrebbero accelerare la procedura per la richiesta della cittadinanza italiana per Azouz, che in questo momento è colpito da decreto di espulsione in quanto «soggetto socialmente pericoloso». L’espulsione è stata decisa il 29 maggio dal gup dopo una condanna per droga, e resa definitiva dalla Cassazione. Marzouk, che ha perso la moglie Raffaella e il figlio Youssef nella strage di Erba il 21 dicembre 2006, aveva patteggiato a settembre del 2008 una condanna a 13 mesi di reclusione per 360 episodi di spaccio di stupefacenti. Il patteggiamento prevedeva anche la pena accessoria dell’espulsione in quanto la sentenza del 2008 si è cumulata con una precedente pena inflitta a Marzouk nel 2005, sempre per droga.
domenica 28 giugno 2009
Vedovo inconsolabile
Strage di Erba. Azouz si è sposato in Tunisia. La moglie conosciuta a Lecco. «Così ricomincio»
MILANO — Azouz Marzouk si è risposato. In Tunisia, il 18 giugno, ha preso in moglie Michela Lovo, la ragazza che aveva conosciuto un anno fa in un bar di Lecco. Il racconto della cerimonia è un’esclusiva dell’ultimo numero di Gente. «Me lo sono venuta a riprendere — racconta Michela all’inviata di Gente —. Sono pronta a seguirlo ovunque. Voglio una vita normale, una famiglia, dei figli. Vorremmo un maschio e ovviamente lo chiameremo Youssef». Dopo il matrimonio davanti a un notaio del Comune di Zaghouan, 50 chilometri a sud della Capitale, Azouz e Michela per la legge tunisina sono marito e moglie. Ma non per quella italiana, almeno finché il matrimonio non verrà registrato. Le nozze, forse, potrebbero accelerare la procedura per la richiesta della cittadinanza italiana per Azouz, che in questo momento è colpito da decreto di espulsione in quanto «soggetto socialmente pericoloso». L’espulsione è stata decisa il 29 maggio dal gup dopo una condanna per droga, e resa definitiva dalla Cassazione. Marzouk, che ha perso la moglie Raffaella e il figlio Youssef nella strage di Erba il 21 dicembre 2006, aveva patteggiato a settembre del 2008 una condanna a 13 mesi di reclusione per 360 episodi di spaccio di stupefacenti. Il patteggiamento prevedeva anche la pena accessoria dell’espulsione in quanto la sentenza del 2008 si è cumulata con una precedente pena inflitta a Marzouk nel 2005, sempre per droga.
MILANO — Azouz Marzouk si è risposato. In Tunisia, il 18 giugno, ha preso in moglie Michela Lovo, la ragazza che aveva conosciuto un anno fa in un bar di Lecco. Il racconto della cerimonia è un’esclusiva dell’ultimo numero di Gente. «Me lo sono venuta a riprendere — racconta Michela all’inviata di Gente —. Sono pronta a seguirlo ovunque. Voglio una vita normale, una famiglia, dei figli. Vorremmo un maschio e ovviamente lo chiameremo Youssef». Dopo il matrimonio davanti a un notaio del Comune di Zaghouan, 50 chilometri a sud della Capitale, Azouz e Michela per la legge tunisina sono marito e moglie. Ma non per quella italiana, almeno finché il matrimonio non verrà registrato. Le nozze, forse, potrebbero accelerare la procedura per la richiesta della cittadinanza italiana per Azouz, che in questo momento è colpito da decreto di espulsione in quanto «soggetto socialmente pericoloso». L’espulsione è stata decisa il 29 maggio dal gup dopo una condanna per droga, e resa definitiva dalla Cassazione. Marzouk, che ha perso la moglie Raffaella e il figlio Youssef nella strage di Erba il 21 dicembre 2006, aveva patteggiato a settembre del 2008 una condanna a 13 mesi di reclusione per 360 episodi di spaccio di stupefacenti. Il patteggiamento prevedeva anche la pena accessoria dell’espulsione in quanto la sentenza del 2008 si è cumulata con una precedente pena inflitta a Marzouk nel 2005, sempre per droga.
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1 commenti:
Che la signora Michela Lovo, poi, non si metta a frignare se le cose non andranno come pensa e, soprattutto, che nessuna ambasciata o ministero degli esteri spenda tempo e denaro per lei.
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