ROMA - Lucia Annunziata, senti: quando Massimo D’Alema ti ha detto che c’è da aspettarsi una maggioranza attraversata da «scosse», tu a che genere di scosse hai pensato? «Non ci ho pensato. Ho, anzi, reagito d’istinto. Nella frazione di un secondo. Come ti sarai accorto, l’ho infatti subito incalzato, chiedendogli: 'D’Alema, il termine scossa sta per...?'». (Lucia Annunziata, giornalista al manifesto, a Repubblica, al Corriere, dall’agosto del 1996 al giugno del 1998 alla guida del Tg3, poi presidente della Rai, attualmente editorialista de La Stampa, ieri ha intervistato su Raitre, nel suo programma di informazione 'In Mezz’Ora', il suo vecchio amico Massimo D’Alema: un’amicizia vera, che i giornali tendono sempre a rappresentare con una foto d’epoca, datata 1976, in cui lei, Walter Veltroni — 'ancora senza certe profonde stempiature' — Fabio Mussi e, appunto, D’Alema — 'capelli folti tipo afro' — sono all’università di Roma La Sapienza in attesa di un intervento di Giorgio Amendola). D’Alema ti ha risposto, un po’ vago, che per «scosse» si intendono «momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono, come dire? un’opposizione in grado di assumersi le proprie responsabilità»...». «Senti, io con D’Alema non ho parlato né prima, né dopo la trasmissione...». Dai, direttore... «Giuro. Né prima, né dopo. Non è mia abitudine farlo con gli ospiti, e certo non ho fatto eccezione con Massimo, che pure conosco da una vita. Detto questo...». Ecco, detto questo? «Provo a intuire, a dedurre». Dai, prova. «Io penso che Massimo, in fondo, abbia riassunto un pensiero abbastanza diffuso all’interno del centrosinistra». Sarebbe? «La sensazione che la stagione di Berlusconi stia entrando in un grave momento di debolezza... da cui potrebbe scaturire, o deflagrare, fai tu, una crisi più ampia». Genere di crisi? «Istituzionale». Spiegati. Cosa potrebbe innescare questo genere di crisi? «Non lo so. E suppongo non lo sappia, di preciso, neppure Massimo. Io sospetto l’arrivo di altri scandali, di altre foto spiacevoli... temo storie torbide... credo che l’immagine internazionale di Berlusconi, già complicata nei rapporti con l’amministrazione Obama, nel volgere di un tempo non lunghissimo, possa risultare ulteriormente danneggiata». Berlusconi parla di «piano eversivo». «D’Alema non crede all’ipotesi del complotto. Con me, in trasmissione, è stato piuttosto chiaro. D’Alema, se posso aggiungere, è anzi più sottile: e dice che quando il Cavaliere parla di complotto, parla ai suoi. Gli spiega la scena dell’accerchiamento». Per questo poi... «Arrivano in difesa Calderoli e Cicchitto, certo. Annusano, anche loro, il pericolo». Francesco Cossiga, sul Giornale, insinua che sia già pronta la successione al Cavaliere... «Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi? Se è per questo, girano anche altri nomi... No, io dico che la situazione è molto in evoluzione». Direttore, sembri molto informata. «Ragiono, leggo, parlo, faccio questo mestiere da una vita. Ma puoi escludere che D’Alema m’abbia detto qualcosa». Anche in privato? Senti: cosa ti ha detto sul congresso del Pd? «Ne ha parlato in trasmissione. Ha ribadito di tenere per Bersani. Poi, se vuoi la mia idea...». Certo. Qual è? «Si profilasse davvero una crisi grave, strategica, istituzionale per il Paese... beh, io penso che D’Alema non esiterebbe a tornare in campo. Ma oltre il Pd». Oltre, scusa, in che senso? «Sarebbe pronto a rimettersi in gioco da statista tra gli statisti...».
Fabrizio Roncone
1 commenti:
I soliti maiali hanno in mente di cuocersi il Berlusca a puntino da qui al G8 dove l'Italia presiederà al turno all'Aquila. L'Annunziata mi sta sulle scatole, ma temo che stavolta abbia detto la verità .
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