venerdì 19 giugno 2009

L'antidemocrazia

Gli antidemocratici muovono un'altra volta i carri armati in toga di Maria Giovanna Maglie

Non ci cascate più, che siate elettori del centrodestra o del centrosinistra, anzi se siete di centrosinistra, non fatevi mortificare nella vostra libera scelta politica da questi patetici tentativi di golpe riciclato. Riflettete che l'opposizione al governo non solo commette l'errore tremendo di non riconoscere il voto della maggioranza dei cittadini, fa di peggio, pur di attaccare, colpire, ammazzare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, se ne infischia della situazione del Paese. Non sono democratici, tutto qui. Di voi, della crisi economica, della necessità di un governo autorevole che governi l'emergenza, che è poi un’emergenza mondiale, delle richieste che anche ieri ha autorevolmente e giustificatamente avanzato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, non gli importa. Questo film l'ho già visto, correva l'anno 1993, il pentapartito aveva il cinquantatré virgola due per cento, lavoravo alla Rai, ero la prima corrispondente donna, a New York dopo otto mesi di fatiche, rischi, super lavoro, tra Bagdad, Amman, Gerusalemme. Ero popolare e apprezzata, lavoravo duro. Da un giorno all'altro diventai ladra, imbrogliona, ambasciatrice di Bettino Craxi e perciò stesso non credibile e criminale; certi servi, come l'allora direttore del tg2, Alberto La Volpe, si liberarono di frustrazioni ataviche, un delizioso killer come Pierluigi Celli, lo dico perché lui per primo lo ha scritto, dichiarato, ammesso, mi fecero fuori con tali argomenti infami e tali accuse pretestuose, eppure rimbalzanti su qualunque quotidiano moltiplicate per cento anche rispetto alla bugia iniziale, che cedetti e me ne andai. Peggio per me, me l'avevano mandato per tempo a dire di fare il Giuda e salvarmi la pelle. Quando sei mesi dopo finì con un'archiviazione, gli stessi giornali che mi avevano concesso l'onore ripetuto della prima pagina, scelsero un trafiletto a fine giornale. Avevano allora deciso di scoprire che i partiti si finanziavano illecitamente, in realtà il finanziamento illecito alla politica era sempre esistito. Il Partito comunista, poi ribattezzato, i soldi li prendeva dall'Unione Sovietica, oltre che dalle tangenti nostrane della Coop, ma questo alle Procure di rosso togate (che errore fu lasciare ai comunisti reclutati i concorsi in magistratura per un paio di decenni) non sembrò rilevante. Gli Stati Uniti ambivano ai mercati dell'Est post comunista, c'era anche un oscuro magistrato che aveva frequentato molto, e molto si era accreditato, o provato a farlo, tale Antonio Di Pietro. Cito questo modesto ricordo personale solo per spiegare che di complotti e complottini siamo in molti a ricordare la storia, non perché mi voglia ergere a protagonista, ho sempre pensato che mi fosse caduta addosso solo una tegola del tetto della prima Repubblica, niente di più, ho sempre coltivato per qualche minuto al giorno il perseguimento della vendetta, ho sempre tenuto nel mio cuore l'apprezzamento, e il dolore per la fine di Bettino Craxi. Massimo D'Alema è uno dei suoi assassini. Forse con lui hanno ammazzato anche se stessi, le loro possibilità di farsi socialdemocratici, riformisti, blairisti prima di Tony Blair, ma non lo hanno mai capito. Tanto è vero che ci riprovarono nel 1994, dopo che il Cav ci aveva salvato, e da allora non hanno mai smesso, oggi stanno sparando a raffica, uno sparo per ogni voto perso. Non importa che Silvio Berlusconi abbia il partito più grande della storia d'Italia. Non contano le regole democratiche, pensateci bene. Oggi ripartono da Bari, anzi dall'intera Puglia. Leggete la storia con tutti i suoi dettagli che vi racconta Gianmarco Chiocci, controllate e paragonate i nomi dei magistrati, a partire proprio da Michele Emiliano, sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, dalle sue indagini sulla missione Arcobaleno, una roba scottante per Massimo D'Alema. Finì in niente, lui però diventò sindaco. Io non so se il presidente del Consiglio inviti nelle sue dimore o barche, tutte guadagnate con le sue attività imprenditoriali, troppe ragazze, forse ha questo debole, condiviso con molti maschi italiani. Il mio giudizio morale non riveste valore politico. Voglio però sapere se questa debolezza ha qualcosa a che vedere con il governo del Paese. Se, come me, credete che non debba essere così, fatelo capire al senza macchia, o no, Massimo D'Alema.

Da leggere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Superbo esempio di multiculturalismo che ci arriva da Milano.

Una ragazza marocchina di 17 anni rincasa tardi per cena. Mamma, sorella e fratello la picchiano al punto che finisce in ospedale, dove le vengono diagnosticate lesioni con prognosi di dieci giorni. È accaduto a Milano in un appartamento in via Forze Armate. S.S. è stata affidata al servizi sociali del Comune. A dare l'allarme alla polizia sono stati i medici dell'ospedale San Carlo, dove la ragazzina è arrivata accompagnata intorno alle 23 da mamma e sorella sostenendo di essere caduta in casa. I medici, però, si sono resi conto subito che oltre a un gomito particolarmente gonfio, la 17enne aveva lividi su tutto il corpo difficilmente compatibili con una caduta. Hanno dunque chiamato la polizia: quando la ragazza è rimasta sola con gli agenti, ha ammesso la verità.

La ragazza è tornata a casa alle 20.30 quando i suoi familiari erano già seduti a tavola. Subito si sono levate grida di rimprovero, poi la sorella, F. S., di 24 anni, ha chiuso a chiave la porta dell'ingresso e l'ha spinta in camera. Qui ha cominciato a picchiarla con schiaffi e calci e a frustarla con una cintura. Poco dopo la mamma, Z. K. Di 43 anni, ha dato il cambio alla figlia maggiore, continuando nello stesso trattamento. Infine è arrivato l'altro figlio, M. S., di 22 anni, che l'ha presa per i capelli, facendola rovinare sul pavimento e provocandole l'ulteriore botta al gomito. Dopo la 17enne stava talmente male che alla fine i famigliari si sono risolti ad accompagnarla in ospedale. Sono stati denunciati.



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Anonimo ha detto...

e spero che paghino per quello che hanno fatto e che non trovino il solido giudice buonista, pronto a giustificarli in nome della loro cultura (?) e usanze.
Artemisia

Elly ha detto...

Antikom, proprio superbo. Da prendere ad esempio ed emulare.

Ma figurati. Scommettiamo?