ROMA - In Italia il rischio terrorismo islamico è rappresentato da «cellule non organiche al Al Qaeda, dedite essenzialmente ad attività di supporto logistico, potenzialmente in grado di effettuare un salto di qualità e di passare alla fase operativa di attacco». Lo rileva la relazione 2009 al Parlamento sulla politica dell'informazione per la sicurezza. Esiste il rischio che soggetti vicini all'ideologia salafita-jihadista, impossibilitati a raggiungere i teatri di crisi possano decidere azioni ostili sul territorio nazionale. Possano convogliare sentimenti antioccidentali e antiitaliani contro «personalità istituzionali o personaggi noti ritenuti colpevoli di comportamenti dissacratori nei confronti dell'islam», si afferma nella relazione.
INTERNO - Resta «persistente» la minaccia terroristica di matrice brigatista e anarco-insurrezionalista, rileva la relazione dei servizi segreti. Il pericolo riguarda «germinazioni o contaminazioni che, quant'anche di ridotta consistenza numerica, potrebbero risultare di rinnovata e grave offensiva». Per questo il governo ha segnalato la minaccia collegata all'estremismo interno tra gli obiettivi prioritari dell'attività informativa.
0 commenti:
Posta un commento