sabato 13 marzo 2010

Lista o non lista, vinceremo...

Casini: striscioni contro Napolitano, errore politico gravissimo. L'opposizione scende in piazza a Roma. Bersani: «Vinceremo, lista o non lista». Di Pietro: «Parlo solo della deriva fascista del governo. Su informazione il centrosinistra deve chiedere scusa»

ROMA - È un'onda viola quella che ha occupato piazza del Popolo a Roma per la manifestazione organizzata dal centrosinistra contro il decreto "salva-liste". Una manifestazione per dire «sì alle regole, no ai trucchi», «per la democrazia, la legalità, il lavoro, i diritti». Duecentomila i presenti, secondo gli organizzatori (25mila per la Questura). L'ultimo a prendere la parola dal palco è il segretario del Pd Pierluigi Bersani: «Cari amici e compagni, democrazia e lavoro sono parole gemelle: lo dice la più bella Costituzione del mondo». Quindi promette la vittoria alle Regionali: «Non è una lista in più che ci preoccupa, noi vinciamo lista o non lista. Berlusconi ha voluto farsi un vestito su misura salvo poi scoprire che era sbagliato perché il sarto era ubriaco. La prossima volta le liste se la facciano fare dalla Protezione civile». Quindi continua: «L'agenda di governo è in mano a uno solo che le occupa con leggi per sé e i suoi. Berlusconi fa il capopopolo, il capopartito, il caporedattore del Tg1... fa tutto tranne il suo mestiere. Sono solo bolle di sapone. Non può più parlare al futuro del Paese, impediremo che il suo nervoso tramonto travolga nel discredito le istituzioni». Poi riferendosi a una battuta del premier (che si è definito «forte come Carnera»): «Berlusconi detto Carnera dovrebbe prendere la carriola e portare via un po' di macerie che sono all'Aquila da un anno». Quindi annuncia la «grande riscossa democratica»: «Dobbiamo cambiare l'agenda di questo Paese, mettere il lavoro, la scuola e la sanità al centro della nostra campagna regionale. Un'altra Italia è possibile».

DI PIETRO - Prima di Bersani è stato Antonio Di Pietro ad attaccare dal palco il presidente del Consiglio con parole durissime: «Un corruttore matricolato come Berlusconi non ci fermerà. È un novello Nerone che ride, se la canta e se la suona con le sue barzellette mentre l'Italia brucia. È un pidiusta che pensa solo ai suoi interessi». Quindi sottolinea di voler parlare solo del premier: «Noi oggi non affronteremo altri argomenti che non sia quello di liberare il paese dal despota Berlusconi, dalla deriva fascista del governo». Detto fatto: ra gli striscioni esposti dai manifestanti ce ne sono alcuni che prendono di mira Napolitano (guarda) e Di Pietro si dissocia: «Non chiedetelo a me, se lo hanno messo chiedetelo a loro. Parlo solo di Berlusconi». Di Pietro parla dell'informazione accusata di connivenza: «L'informazione pubblica è in mano ai Minzolini». Fischi sonori del pubblico contro il direttore del Tg1: «Sul piano giuridico decideranno i magistrati - dice l'ex pm riferendosi all'inchiesta di Trani -, ma sul piano umano se me lo trovassi davanti, un calcione nel sedere non glielo toglierebbe nessuno». Poi non risparmia una dura stilettata agli alleati sul conflitto di interessi: «Un concorso di colpa grave ce l'ha un centrosinistra che in passato ha cercato di scherzare con il fuoco e si è scottato le mani. Sarebbe bene che il responsabile di quella omissione venisse qui oggi a chiedere scusa». Ma Il leader idv ha anche fatto un appello per l'unità dei partiti di opposizione: «Dobbiamo stare uniti per battere democraticamente alle urne Berlusconi». Con una condizione: «Se ci sono delle mele marce dobbiamo metterle fuori». Al termine della manifestazione Bersani conferma l'amicizia: «Non ho mai avuto dubbi. Mi avete mai visto preoccupato?» ha risposto a chi gli chiedeva se con Di Pietro andasse tutto bene.

BONINO - Emma Bonino, candidata alla presidenza del Lazio, ha scaldato piazza del Popolo aprendo la manifestazione: «Serve un nuovo inizio a partire dalla concezione della politica. Spero di rappresentare anche chi in passato ha votato altro, ma ora sente come noi il bisogno di legalità, pulizia, rispetto delle regole, decenza e decoro istituzionale. Un mondo diverso è possibile, dipende da voi tutti ma occorre essere alternativi al vecchio e al regime da basso impero. La forza è di ogni singolo, ogni cittadino che decide che non è il momento dello sconforto ma della risposta democratica».

BERSANI TRA LA FOLLA - Per Bersani è stato anche u bagno di folla: il segretario del Pd si è lanciato a stringere mani tanto che da suscitare un coro da stadio: «Bersani, Bersani». E lui commenta: «Basta vedere questa piazza, dimostra che le cose cambiano». Di Pietro la chiama «una chiamata alle armi democratica. Berlusconi sfida questa piazza e noi lo sfidiamo a partire dalle Regionali, che sono soltanto il primo passo». L'ex pm commenta anche la notizia del falso allarme bomba sull'aereo del premier: «Bisogna creare una notizia falsa per coprire quella vera che è la nostra manifestazione, la nostra piazza». Poi, Di Pietro chiosa: «Ne avrà parlato con Minzolini». E Bersani: «Allarmi bomba? Quanti ne avremo, quanti ne avremo...».

SLOGAN E BANDIERE - Piazza del Popolo era gremita. «Sì alle regole no ai trucchi» si legge nei pannelli messi ai lati del palco, sullo sfondo la scritta: «Per la democrazia, la legalità, il lavoro, i diritti». Molte le bandiere di partito: Pd, Idv, Comunisti italiani, Sinistra ecologia e libertà. Per la prima volta dopo molto tempo i militanti della sinistra ormai extraparlamentare sono in piazza insieme al Pd. C'è anche il Popolo viola, rigorosamente vestito del colore simbolo con scarpe e magliette. Molti palloncini galleggiano sulla piazza, da quelli dei Verdi che reggono uno striscione con su scritto: «Fermiamo il nucleare» a quelli della Cgil a quelli dell'Italia dei Valori. Tutto intorno ci sono i gazebo "Emma Bonino presidente". «Resistenza contro il telefascismo» recita uno degli striscioni esposto dai manifestanti, mentre su un pupazzo che riproduce il premier Silvio Berlusconi alla fine della piazza si legge «A Berlusconi interessa solo non essere processato».

VENDOLA: TAPPA IMPORTANTE - Nichi Vendola risponde alle affermazioni del premier che ha criticato duramente la manifestazione: «Altro che ammucchiata! È una tappa importante della politica che ritrova la piazza e della piazza che ritrova la politica» afferma il governatore della Puglia. A chi gli chiede se si tratti della nuova versione dell'Unione, Vendola risponde: «Sei sigle di partito non sono ancora sufficienti, bisogna espandersi e coinvolgere tutta la società civile». Per il portavoce della Federazione della sinistra Paolo Ferrero «il problema è di fare uscire dalla manifestazione un movimento di massa contro Berlusconi». Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: «Berlusconi ha definito questa piazza un'ammucchiata, ma non è il lettone di Putin, è una piazza che dà una grande prova di democrazia». Tra gli ospiti sul palco, applauditissimo il rapper Frankie Hi-Nrg Mc, che dopo aver letto l'articolo 3 della Costituzione ha lanciato un messaggio chiaro: «L'Italia deve essere una nazione che rispetta le regole, non un puttanaio». Sugli striscioni contro Napolitano è intervenuto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, attaccando la manifestazione: «Una piazza che recupera l'Ulivo e dove si esibiscono cartelli oltraggiosi nei confronti del capo dello Stato è un errore politico gravissimo e un aiuto insperato a Berlusconi nel momento in cui il premier deve dare risposta sulle cose che non ha fatto».

PDL: «CLIMA D'ODIO» - Il portavoce del Pdl Daniele Capzzone se la prende con Di Pietro: «Le parole incendiarie pronunciate dal signor Di Pietro contro Berlusconi diffondono il seme dell'odio contro quello che viene presentato non come un avversario ma come un nemico da abbattere. Ed è questa semina che può istigare altri Tartaglia». E su Bersani: «Ormai è un assistente di Di Pietro». Per il vice capogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino «è incomprensibile il senso della manifestazione: non si è capito perché hanno manifestato e contro che cosa. Abbiamo il timore che l'unico motivo sia l'odio verso Berlusconi e il centrodestra imposto da Di Pietro». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti parla di flop: «In piazza del Popolo c'erano appena un decimo dei manifestanti dichiarati a gran voce da Di Pietro e dai suoi amici. La chiamata democratica alle armi contro il regime è stata un flop clamoroso». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa parla dell'allarme bomba sull'aereo di Berlusconi: «Un allarme è sempre tale, non è mai falso. E le cose come quella di oggi, per fortuna senza conseguenze, nascono da un clima di odio». La manifestazione odierna, ha aggiunto, «ha dato prova di una sola cosa: l'odio verso Berlusconi».

CARLOMAGNO CI RIPROVA - Durante la manifestazione non è mancato un piccolo fuori-programma: Rocco Carlomagno, dopo il blitz alla conferenza stampa del premier e la lite con il ministro La Russa, si è presentato anche in piazza del Popolo, dove ha provato a entrare nello spazio riservato ai leader politici. Gli uomini del servizio d'ordine del Pd hanno parato il colpo spedendolo via senza troppi giri di parole. Carlomagno è quindi tornato in piazza tra i manifestanti.

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