mercoledì 17 marzo 2010

La sinistra e il burqa

La sinistra vuole fare una legge per consentire alle donne islamiche di portare il burqa

L’articolo 5 della legge 22 maggio 1975, numero 152, dice che “.. è vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo o indumento atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.” Se passasse invece la proposta di legge 3205 presentata ieri alla Camera dai deputati del Pd Giachetti, Giulietti, Orlando, Vassallo, Bordo, Bossa, Minniti, Mogherini, Rebesano, Parisi, Pes, Sarubbi, Schirru, Siragusa e Tocci ci sarebbe un’eccezione: quella che riguarda il burqa e il niqab. Infatti a questo comma ne verrebbe aggiunto un altro: “..ai fini del divieto di cui al comma 1, costituisce giustificato motivo la circostanza che l’uso di indumenti che coprono il volto sia motivato da ragioni di natura religiosa o etnico-culturale. In tali casi, ove richiesto da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio per motivate e specifiche esigenze di pubblica sicurezza la persona deve tempestivamente consentire di essere riconosciuta mostrando il volto, al fine della momentanea identificazione.” E’ bene precisare che il “burqa” non ha niente a che vedere con l’Islam. Ma con le mode politically correct dei giorni nostri sì e si capisce che per un bel pezzo del gruppo Pd alla Camera il richiamo della “Foresta Amazzonica” è stato più forte. E i deputati del Pd motivano così la loro trovata: “Noi riteniamo che se si vuole meglio tutelare la libertà individuale delle donne si deve intervenire con programmi che contrastino sul piano culturale gli arcaismi da cui esse sono eventualmente oppresse e con norme che sanzionino in modo più deciso le eventuali violenze private di cui sono vittime..” Nessun divieto di portare il burqa in giro per strada quindi, neanche negli uffici pubblici. Libero burqa, in libero stato, si potrebbe dire. Pertanto, sostengono i deputati Pd, “la presente proposta di legge, seguendo la linea argomentativa esposta dal Consiglio di Stato, modifica l’articolo 5 della legge numero 152 del 1975, specifica che tra le ipotesi di giustificato motivo che consentono la copertura del volto rientra espressamente la circostanza che l’uso di indumenti che coprono il volto sia motivato da ragioni di natura religiosa o etnico-culturale”. Il Pd, poi, si nasconde dietro le gonnelle del clero francese che avrebbe tenuto analoga posizione con Sarkozy. Per le donne del Maghreb cui nessuno a casa propria impone alcun velo, venire in Italia fra un po’ diventerà un incubo.

3 commenti:

Ecce Crucem Domini! ha detto...

Sia questo sufficente a mandarli via. L'Islam con l'occidente non c'entra nulla.

Maria Luisa ha detto...

vergognoso!

Siamo in Italia non in arabia saudita o paesi simili, che se ne tornino al loro paesello e con loro i sinistrati che hanno proposto questo orrore.
Maria Luisa

Nessie ha detto...

1) In primis il burqa è una pratica tribale alla stessa stregua dell'infibulazione e non c'entra nulla né con l'Islam né coi decantati e magnificati "motivi religiosi". Perciò nel PD sono pure ignoranti come capre.

2) In secondo luogo, visto che i comunisti sono sempre stati dei mangiapreti anticlericali, dovrebbero caldeggiare la legge "laicista" alla francese di Sarkò.

Temo che la loro preoccupazione nasconda dell'altro:
a) vogliono fare i ruffiani con le popolozioni arabe cercando di accaparrarsi il loro voto b) nei loro progetti di "integrazione" hanno sicuramente ONLUS e ONG targate di rosso.