Roma - Per il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, è una "questione di civiltà, capire l’importanza della questione della cittadinanza per i bambini" figli di immigrati. "Come si fa a non capire che aspettare il 18esimo anno d’età per riconoscere la cittadinanza a bambini nati qui o arrivati piccolissimi, significa esporre loro e noi al rischio che si sentano dire: 'Tu sei altro'", ha affermato Fini intervenendo alla presentazione dell’11esimo rapporto sulla famiglia del Cisf, nella sede dell’Edizione Sanpaolo a Milano.
L'appello di Fini. Il rischio, per questi minori, ha avvertito Fini, è quello di essere esposti presto "alla predicazione di qualche cattivo maestro", perché la "scarsa consapevolezza della propria identità" può portare "attrazione verso identità opposte a quella occidentale". "Vogliamo negare loro il diritto di sentirsi orgogliosamente italiani, soltanto perché, nel secolo scorso, vigeva la 'legge del sangue e suolo?'", ha chiesto la terza carica dello Stato con riferimento alla normativa in vigore nel periodo fascista. Per Fini, il riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, o arrivati piccolissimi nel nostro Paese, è particolarmente importante, perché, ha osservato, quelle "creature sono nei nostri asili con i nostri figli, parlano il dialetto, tengono la stessa squadra dei nostri figli".
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