domenica 21 marzo 2010

Lazio

Lazio, il Consiglio di Stato boccia la lista del Pdl. E il vice di Marrazzo dice no al rinvio del voto

Roma - Niente da fare. Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato dal Pdl contro la mancata ammissione della lista provinciale di Roma. In base a questa decisione la lista provinciale del partito è definitivamente esclusa dalle prossime elezioni Regionali.

Montino dice no. Sfoglia la margherita con gli occhi al Consiglio di Stato Esterino Montino. Poi l'ex vice di Piero Marrazzo alla Regione Lazio e ora reggente pro tempore, dopo lo scandalo trans e le dimissioni dell'ex giornalista di Rai3, dice no al rinvio del voto all'11 aprile. Bocciata la richiesta di Vittorio Sgarbi, sottoscritta dal premier Berlusconi, dopo l'accoglimento in ritardo della lista Rete Liberal dell'ex ministro della Cultura.

Applicato il dl salvaliste. La Regione Lazio ha respinto la richiesta di rinvio del voto avanzata da Sgarbi sulla base dell’applicazione del decreto salvaliste. La valutazione dei tecnici della Regione è che, riducendo i giorni di campagna elettorale garantiti da 15 a 6, il provvedimento consente di fare rientrare l’ammissione della lista Rete liberal Sgarbi nei tempi consentiti.

Le reazioni. "Vabbè, votiamo il 28-29 marzo come peraltro previsto. Nessuna novità, buona novità". Così la candidata del Pdl alla Regione Lazio, Renata Polverini, ha commentato con i giornalisti, al termine della manifestazione del Pdl a piazza San Giovanni, il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha bocciato la riammissione della lista del Pdl e il no della Regione Lazio al rinvio delle elezioni.

Il Pdl: "Decisione singolare". La decisione del Consiglio di Stato "è singolare". È il commento, espresso a caldo dal rappresentante elettorale del Pdl e legale del partito Ignazio Abrignani, subito dopo la comunicazione della decisione dei giudici. "È singolare - ha spiegato - che i giudici amministrativi esprimano una valutazione sul fatto che i nostri delegati fossero presenti nell’ufficio elettorale con la prescritta documentazione. Quella è una cosa che può giudicare soltanto l’ufficio elettorale stesso. Aspettiamo, però, di leggere le motivazioni del provvedimento". La decisione della Regione Lazio, invece, di respingere la richiesta, avanzata da Vittorio Sgarbi di rinviare il voto, non ha sorpreso il Pdl: "Non c’erano i presupposti - ha detto Abrignani - dal momento che vige il decreto del 5 marzo che riduce i giorni di campagna elettorale a sei".

Sgarbi furibondo. "Con questo hanno perso, hanno dato la vittoria al centrodestra" ha detto Vittorio Sgarbi, candidato alla regione Lazio con la Rete Liberal. "È il fascismo globale, sono dei mascalzoni, delinquenti, peggio dei comunisti: vanno presi a calci in culo. E sono anche pedofili". Sgarbi è una furia. "Sono dei fascisti - aggiunge - hanno deciso di perdere le elezioni". Nei confronti del Pdl, la cui lista oggi il Consiglio di Stato ha deciso di non ammettere bocciando il ricorso presentato, "l’ingiustizia è di sostanza" sottolinea Sgarbi. "Nel caso nostro - conclude, riferendosi al no al rinvio delle elezioni - dove potrebbero applicare le regole non le applicano".

Bersani: "Vinciamo lo stesso". "Si è pronunciata, la Corte d’Appello, due volte il Tar, due volte il Consiglio di Stato e ancora Berlusconi dà la colpa ai comunisti e alle sinistre. Noi non abbiamo mai chiesto niente, abbiamo chiesto solo che si rispettassero le regole. Noi in Lazio vinciamo comunque, liste o non liste. Se il Consiglio di Stato ha deciso così, - ha detto ancora - noi rispettiamo la decisione e quindi si andrà a votare". Così il leader del Pd Pierluigi Bersani.

Il Pd: "Si vota il 28 e 29 marzo". "A questo punto la parola va agli elettori: non ci sono più ricorsi da fare, si va alle urne nei termini previsti, cioè il 28 e 29 marzo, senza rinvio". Così Luca Petrucci, uno dei legali del Pd che hanno seguito fin dall’inizio tutta la vicenda del caos liste nel Lazio, commenta la decisione del consiglio di Stato di respingere l’appello presentato dal Pdl per la riammissione alla competizione elettorale della lista provinciale di Roma.

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