mercoledì 10 marzo 2010

Donne islamiche

Arrestata la prima jihadista americana

Colleen LaRose, una donna di 46 anni della Pennsylvania, già nota agli inquirenti con il nomignolo "Jihad Jane" e "Fatima LaRose", è stata arrestata con l'accusa di reclutare terroristi, soprattutto donne, anche su Internet, in grado di organizzare attentati in Europa e in Asia meridionale. Si tratta del filone americano delle stesse indagini che hanno portato ieri alla cattura in Irlanda di sette musulmani, quattro uomini e tre donne. Il loro obiettivo più clamoroso era uccidere Lars Vilks, il disegnatore satirico svedese che nel 2007 pubblicò una vignetta di Maometto con il corpo di un cane. All'epoca Vilks ricevette minacce di morte e Al Qaida offrì una ricompensa di 100mila dollari a chi lo avesse fatto fuori. Alta, bionda, occhi chiari, Colleen era convinta che suo aspetto decisamente anglosassone le avrebbe permesso di portare a termine di suoi piani senza essere scoperta. La sua affiliazione alla rete terrorista, spiegano gli inquirenti, è abbastanza recente, tutta attraverso la rete. Qualche anno fa cominciò a postare su Youtube e su altri siti web i suoi messaggi in cui esprimeva il "disperato desiderio di aiutare in qualche modo i musulmani". I poliziotti hanno cominciato a tenerla d'occhio seguendo le sue mosse sul web. Più tardi rintracciarono il suo profilo anche Su Myspace. Con il soprannome "Jihad Jane", la donna mostrava foto di violenza e di torture nel Medio Oriente con scritte come "Palestina, siamo con te", o "Simpatizziamo con Gaza". All'inizio del 2009 le prime mail compromettenti con anonimi interlocutori stranieri, in Europa e nel sud dell'Asia, in cui cominciava a parlare di attacchi suicidi "contro gli infedeli occidentali". Sino a quel periodo sembra che il suo ruolo era soprattutto aiutare logisticamente persone sotto copertura, fornire loro soldi, appoggi sicuri, esplosivo e passaporti regolari in grado di farli viaggiare dagli Usa all'Europa senza problemi. Questo, sino al maggio 2009, quando uno scambio di mail provò che alcuni terroristi l'avevano scelta per compiere un attentato in Svezia, forse proprio contro il vignettista anti-Maometto. "Sono pronta a morire - rispose allora sempre on-line - pur di raggiungere il mio scopo". Parole che fecero scattare l'allarme degli agenti che l'interrogarono. Lei negò l'evidenza, smentendo di aver mai avuto questo tipo di contatti. Più tardi, secondo il capo d'accusa, Colleen accettò perfino di sposarsi con uno dei suoi complici per ottenere la residenza in un paese europeo. Ma ormai era tardi e le prove della sua pericolosità erano tali da permettere al Fbi di arrestarla.

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