Un articolo contro Geert Wilders, pieno di menzogne sul suo conto. Wilders non è islamofobo. Semplicemente ha descritto l'islam per ciò che è. E se Offeddu avesse visto Fitna, prima di scrivere al riguardo, saprebbe che non istiga all'odio contro l'islam. Ciò che fa Fitna è mostrare il messaggio dell'islam per l'occidente, riportando pezzi del Corano, con immagini e titoli di articoli di giornale che descrivono fatti accaduti in Olanda e nel resto dell'Europa, come l'assassinio del regista Van Gogh per mano di fondamentalisti islamici. Wilders è uno dei pochi politici europei che riconosce la minaccia del fondamentalismo islamico e che cerca di arginarla. Per questo è costretto a vivere blindato, gli è stato vietato il visto d'ingresso in Gran Bretagna. 'Dettagli', giudicati trascurabili da Offeddu, troppo concentrato a criticare Wilders per la sua posizione nei riguardi dell'islam e per il colore dei capelli. Nel finale dell'articolo un breve accenno al processo che sta subendo, a torto, per incitamento all'odio razziale, senza commenti. Il titolo dell'articolo, poi, è assurdo. Se Wilders vincesse le elezioni in Olanda, ci sarebbe solo da rallegrarsi. Uno Stato europeo contro l'islamizzazione.
BRUXELLES— Ai suoi ultimi comizi, lo ha accompagnato sul palco la musica del film Rocky. E come il campione impersonato da Sylvester Stallone, che spesso cade e mai si arrende, Geert Wilders sta oggi ai bordi dei tre ring forse più importanti della sua vita: 3 marzo, elezioni locali in Olanda, lui con il suo partito è dato per vincitore in un paio di grosse città e come secondo piazzato a L’Aja, la capitale; 6 marzo, Camera dei Lord a Londra, visita ufficiale dello stesso Wilders e proiezione del suo film Fitna che paragona il Corano al Mein Kampf di Hitler, e che solo un anno fa gli costò l’espulsione dalla Gran Bretagna; infine, 9 giugno, ancora elezioni in Olanda, ma questa volta voto politico anticipato per la formazione del nuovo governo con almeno un paio di sondaggi che accreditano Wilders come futuro primo ministro, sull’onda delle sue tonanti campagne contro l’immigrazione musulmana, e tutti gli altri che lo dipingono in ogni caso come il vero ago della bilancia. Quattro partiti, con ogni probabilità, saranno chiamati a formare la coalizione di governo: e secondo le previsioni il Pvv, il Partito della Libertà fondato da Wilders, dovrebbe balzare dagli attuali 17 a 25 seggi, piazzandosi subito dopo il partito cristiano-democratico, e sopra i laburisti, accreditati di 21 seggi. Allora, partiranno le trattative, quelle vere, quelle toste. EWilders tirerà fuori dalla manica uno di quei suoi assi che gli consentono regolarmente di sparigliare, di rovesciare i tavoli della politica tradizionale. L’ultimo esempio lo ha dato proprio in questi giorni, con la campagna per le elezioni municipali a L’Aja e dintorni, dove Wilders ha già posto una condizione preliminare ai cristiano-democratici, che avranno quasi certamente bisogno del suo appoggio per governare: «Bisognerà vietare il velo a tutte le donne che lavorano negli uffici pubblici o in qualunque associazione o impresa che percepisca un solo euro dalle casse del Comune». Potenzialmente, una bomba: perché Wilders non si riferisce solo al burka o al velo islamico più integrale, ma anche al velo che copre solo i capelli («quello straccetto musulmano», lo ha chiamato una volta); e perché, soprattutto, ha precisato che il divieto non si applicherà ai copricapi ebrei o ai simboli cristiani «perché fanno tutti parte della nostra cultura olandese». Così, alcune associazioni musulmane hanno preannunciato proteste e ricorsi giudiziari. Ne ha fatta di strada, il deputato dal ciuffo color oro che il Consiglio dei musulmani di Gran Bretagna definisce «incessante predicatore dell’odio», che i pastori protestanti d’Olanda additano come un candidato proibito agli elettori cristiani per via delle sue idee, e che il tribunale di Amsterdam ha chiamato in giudizio per incitamento all’odio razziale. Nonostante tutto questo, o forse proprio per questo, Wilders è oggi il politico più amato e più detestato dei Paesi Bassi: condannato a morte 6 anni fa da un gruppo islamico, vive sotto scorta, assicura di dormire ogni notte in un luogo diverso, e di vedere la moglie una volta alla settimana. Ma non parla solo dell’Islam, nei suoi comizi: oltre che al Corano, ha dichiarato guerra anche ai progetti di ritocco dell’età pensionistica. E questo, forse, gli ha guadagnato un po’ di voti degli immigrati, e delle loro mogli che portano sui capelli «quello straccetto musulmano».
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