ROMA — Sono tesi i rapporti tra il capo della Procura di Trani e il pubblico ministero che indaga sulle pressioni che sarebbero state esercitate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su Agcom per fermare alcuni programmi televisivi, in particolare Annozero. Lo scontro è esploso negli ultimi giorni e riguarda i provvedimenti da prendere nei confronti degli indagati. Il sostituto Michele Ruggiero vuole infatti sollecitare l'emissione della misura cautelare dell'interdizione dai pubblici uffici per gli indagati. L'istanza nei confronti del componente dell'Agenzia per le comunicazioni Giancarlo Innocenzi sarebbe già stata inviata al giudice non escludendo di poter procedere ad un'analoga richiesta anche nei confronti del capo del governo. Il problema riguarda a questo punto la controfirma del procuratore Carlo Maria Capristo che avrebbe manifestato in maniera esplicita la propria contrarietà. Se vorrà utilizzare le telefonate di Berlusconi, Ruggiero dovrà sollecitare l'autorizzazione della Camera. Si tratta infatti di conversazioni intercettate in maniera indiretta (cioè sull'apparecchio di persone indagate, che per tale motivo era stato messo sotto controllo) e dunque soltanto il via libera del Parlamento consente di trasformarle in un elemento d'accusa. È l'intenzione del pubblico ministero, ma pure per intraprendere questa strada è necessario il «visto» del procuratore. E al momento non sarebbe stato raggiunto alcun accordo. La mediazione potrebbe passare proprio per l'esame della posizione di Innocenzi da parte del giudice delle indagini preliminari, anche se le perplessità non appaiono del tutto fugate. I dubbi del capo dell'ufficio riguarderebbero tra l'altro la «discovery» delle carte processuali che deriverebbe dall'emissione della misura interdittiva. Per sollecitare un provvedimento è infatti necessario affidare al giudice tutti gli atti necessari a sostenerne la fondatezza. Diventerebbero così pubbliche le telefonate del funzionario indagato intercettate nelle ultime settimane, comprese quelle con il premier. Non a caso le indiscrezioni filtrate ieri accreditano la tesi che eventuali ordinanze dovevano essere sollecitate dopo le elezioni del 28 marzo, per non influire sulla campagna elettorale. La fuga di notizie sull'esistenza del fascicolo avrebbe impresso quindi una svolta inattesa, convincendo il pubblico ministero sulla necessità di procedere con urgenza per non pregiudicare l'esito di eventuali nuovi accertamenti. Il calendario già fissato per il proseguimento dell'inchiesta prevedeva la convocazione di numerosi testimoni. Tra loro, lo stesso conduttore di Annozero Michele Santoro che dovrebbe essere interrogato martedì prossimo anche per ricostruire che cosa è accaduto prima della messa in onda di alcune puntate del suo programma che poi sono state oggetto di contestazione. In alcuni casi si è rischiata la cancellazione — come avvenne quando l'ufficio legale diede parere negativo all'intervista a Patrizia D'Addario — anche se poi questo provvedimento estremo è stato sempre scongiurato. Il pubblico ministero vuole comunque verificare il «dietro le quinte» e sapere direttamente da Santoro quale atteggiamento sia stato tenuto in queste occasioni dai vertici della Rai.
Fiorenza Sarzanini
Ma... AnnoZero è andato sempre in onda e sempre coi peggiori argomenti, ossia, l'antiberlusconismo. E per quale tipo di reato sarebbe indagato il dittatore? Spiegatecelo vi prego. O dobbiamo continuare a pensare che allora, si, è vero che "certe" toghe sono rosse? E che ha ragione il dittatore?
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