ROMA - Amnesty International boccia il Piano nomadi di Roma. «Discriminazione», la parola più ricorrente nelle osservazioni dei portavoce europei dell’associazione. Sì a una risposta verso i rom, ma quella adottata dal Prefetto e dal Sindaco di Roma è una risposta «sbagliata». Amnesty International chiede ai responsabili di riesaminare il piano.
ATTENZIONE ALLA PERSONA - Le raccomandazioni più urgenti sono quelle di interrompere gli sgomberi forzati, consultare tutte le persone oggetto di trasferimenti, fare in modo che nessuno resti privo di alloggio, consentire un accesso paritario alle case popolari. In un’affollata conferenza stampa presso la Casa del Cinema, presenti molti responsabili di Ong e di cooperative impegnate con i rom, Amnesty International è scesa in campo denunciando un piano nomadi come «discriminatorio». Sono stati Ignacio Jotvis e John Dalhuisen, affiuasncatiu da Christine Weise della sezione italiana, a disegnare un quadro piuttosto negativo degli interventi in corso.
MILLE ROM SENZA ALLOGGIO - «Il piano nomadi viola il diritto all’alloggio dei nomadi, che in stragrande maggioranza non sono più tali ma stanziali» – ha premesso Jotvis a nome di Amnesty International -. «Il piano prevede poi la distruzione di oltre 100 insediamenti rom nella capitale e il trasferimento di 6.000 persone in appena 13 campi, tra quelli esistenti o da ampliare o di nuova costruzione, situati nella periferia di Roma. Questo piano è destinato a lasciare senza alloggio oltre 1000 rom, se si prende per giusta la valutazione di 7200 rom in città. Solo che per molti osservatori il numero reale è invece di oltre 12 mila».
IL DIRITTO DI SAPERE - Jotvis ha poi puntato il dito contro il mancato coinvolgimento degli stessi rom: come campo in cui nessun rom sarebbe stato avvertito dello spostamento ha citato il Casilino 700. A dargli manforte sono intervenuti poi due rom di questo campo spiegando di essersi dovuti arrangiare in proprio per trovare poi una soluzione d’alloggio. «Nessuno ci ha avvertito, nessuno ci ha offerto nulla», hanno detto Marius e Maria. «Tutti gli standard internazionali sui diritti umani – ha insistito Dahluisen – richiedono invece che vengano consultate tutte le persone di cui è previsto lo sgombero».
INTERRUZIONE SCOLASTICA - Amnesty ha poi criticato anche l’interruzione scolastica che gli spostamenti e i trasferimenti spesso hanno determinato per i bambini rom. L’accusa più netta di discriminazione è scattata infine per quanto riguarda l’alloggio. Amnesty ha ricordato che nelle graduatorie per l’acquisizione di case popolari vale aver subito sfratti. Questo è un requisito che non vale però per i rom. «Sono di fatto esclusi a priori dal social housing e questo nonostante che in maggioranza siano rom ormai stanziali da decenni in questa città, con bambini nati qui». Certo, il piano nomadi ha permesso a una parte di rom di uscire da condizioni spaventose, hanno ammesso i vertici di Amnesty International. «Ma questo non vale certo per tutti, anzi aggrava la discriminazione a carico degli altri. Non si capisce poi perché alcuni sì, altri no…».
IL DIRITTO DI PROIBIRE SGOMBERI FORZATI - «Nell’ambito della nostra campagna “Io pretendo dignità” noi chiediamo ai responsabili di prendere tutte le misure necessarie, compresa l’adozione di leggi e procedure in linea col diritto internazionale dei diritti umani, per proibire e prevenire gli sgomberi forzati». E ancora: «Di fronte all’attuale piano noi siamo preoccupati viceversa che esso sia preso come modello da altre regioni e da altre amministrazioni. E’ un modello sbagliato, chiediamo che venga corretto al più presto». Il documento «La risposta sbagliata. Italia: Il Piano Nomadi viola il diritto all’alloggio dei rom a Roma» è disponibile all’indirizzo web di Amnesty International.
PDL: «IL PIANO NOMADI NON SI TOCCA» - Risposta negativa dal presidente della commissione sicurezza del Campidoglio, Fabrizio Santori (Pdl): «Ancora una volta assistiamo al solito demagogico ritornello sulla questione nomadi. Per 15 anni chi ci ha preceduto ha annunciato provvedimenti in merito, ma è riuscito a creare solo una vera e propria invasione di senza fissa dimora che hanno generato nel territorio capitolino campi abusivi paragonabili per condizioni igenico-sanitarie a delle vere e proprie favelas. Tutto ciò ha innalzato il livello di esasperazione dei cittadini romani che anche su questo tema hanno sonoramente bocciato le politiche di inclusione e di sicurezza delle amministrazioni di centro – sinistra. Siamo pronti a recepire indicazioni e suggerimenti, ma il piano nomadi non si tocca».
Paolo Brogi
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