martedì 2 marzo 2010

Assoluzione

La sentenza. «Non è terrorismo ma guerriglia». Così il giudice assolve il «Califfo». La procura di Venezia lo accusa di essere il capo di una cellula vicina ad Al Qaeda che progettava attentati in Iraq: appelleremo il verdetto

VENEZIA
— Hussein Saber Fadhil, detto il Califfo, non può essere considerato un terrorista in quanto «l’attività del suo gruppo... pur essendo militarmente attivo ... è interamente collocabile nell’ambito del conflitto armato interno dell’Iraq e poiché le prove processuali sono lungi dal dimostrare che le iniziative della sua formazione siano state finalizzate a colpire obiettivi non militari... è da assolvere». Il quarantottenne venditore di kebab residente a Padova, accusato dalla procura di Venezia di essere il capo di una cellula vicina ad Al Qaeda e collegata ad Al Zarqawi e di aver progettato un attentato terroristico a Bagdad con lanciarazzi e kamikaze, dev’essere considerato un guerrigliero, un combattente. E per questa ragione il giudice di Venezia, Vincenzo Santoro, l’ha assolto. Proprio nel giorno in cui la Digos lagunare annuncia di aver smantellato un’organizzazione «con finalità di terrorismo» che avrebbe reclutato giovani per il Pkk, il partito dei lavoratori curdi inserito nelle liste delle formazioni terroristiche, spuntano le motivazioni della sentenza che lo scorso anno ha proclamato l’innocenza di Saber Fadhil, ora naturalmente in libertà, mandando all’aria in 35 pagine il ponderosissimo lavoro della stessa procura Antiterrorismo di Venezia e dei carabinieri del Ros. Avevano individuato il capo «padovano» accusandolo di terrorismo per i suoi piani di attacco agli americani in Iraq che avrebbe dovuto realizzare con l’utilizzo di velivoli ultraleggeri. Il giudice, dunque, pur riconoscendo l’attività militare di Saber, l’ha considerata lecita in quanto inserita «nell’ambito di un conflitto armato. Conflitto armato che rende terroristica la condotta esclusivamente quando questa dimostri di essere rivolta o comunque idonea a colpire la popolazione civile ovvero gli appartenenti a personale del tutto estraneo alle operazioni belliche». Cioè, siccome manca l’obiettivo civile degli attacchi, l’imputato non può essere considerato un terrorista. Un’impostazione che rilancia quella dell’ex gip di Milano Clementina Forleo quando ritenne di salvare alcuni imputati di terrorismo ritenendoli guerriglieri e sollevando un polverone giudiziario. «Se passa questa idea il nostro lavoro di contrasto ai gruppi eversivi di matrice internazionale diventa quasi del tutto inutile», spiega un inquirente, amareggiato dalla sentenza. Altro punto: l’attività della cellula «italo-irachena» è successiva al 2004. I Ros fanno notare come il presidente degli Stati Uniti di allora, George Bush, avesse proclamato la fine della guerra in data 1 maggio 2003. Data, questa, considerata decisiva anche dai giudici che firmarono l’arresto e il rigetto dell’istanza di remissione in libertà dell’iracheno, e dal pubblico ministero: «Non si può ritenere che in quello Stato sussistesse la guerra, considerato che c’era già un governo legittimamente insediato e riconosciuto dalla comunità internazionale». Per Santoro si tratta di un errore: «Non è condivisibile in quanto si nega la nozione di conflitto armato interno. Una condizione che non cambia neppure quando al conflitto partecipino contingenti delle Nazioni unite nell’ambito di operazioni di peace- keeping. Nell’alveo del conflitto armato interno rientra anche quello tra governo costituito e forze ribelli». Insomma, per il giudice veneziano il teatro era di guerra anche dopo il 2003. Gli inquirenti scuotono la testa: «E allora lasciamo che in Italia si preparino attentati da fare in qualsiasi altra zona conflittuale del mondo, visto che sono giusticate come azioni militari collocabili nell’ambito di un conflitto armato». Il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti, da sempre molto prudente in materia di terrorismo internazionale, non ha dubbi: appelliamo la sentenza.

Andrea Pasqualetto

2 commenti:

Andrea ha detto...

E si capisce... guerriglieri, non terroristi.
So' bravi ragazzi...

Elly ha detto...

Già, sono ragazzi... che sbagliano?